Caso Csm, Palamara: “Chiedo scusa a Mattarella”. E l’Anm vuole le dimissioni di Fuzio

Caso Csm, Palamara: "Chiedo scusa a Mattarella". E l'Anm vuole le dimissioni di Fuzio

Interviene con una memoria difensiva Luca Palamara, accusato di corruzione nell’ambito dell’inchiesta di Perugia sul “mercato” delle nomine per le toghe. Al Csm, che nella sezione disciplinare discute la possibile sospensione del magistrato, Palamara scrive: “Voglio in questa sede rivolgere le mie scuse più sincere e profonde al Presidente della Repubblica, nella sua qualità di garante supremo dell’autonomia e della indipendenza della intera magistratura”. Era stato proprio Mattarella, in un durissimo discorso davanti al Csm, a invocare un cambio di passo, una svolta rispetto ai metodi emersi dall’inchiesta perugina.

Ma, dopo le scuse al capo dello Stato, passa al contrattacco: “Non ho mai costruito dossier su Paolo Ielo e mai lo avrei fatto. Non ho mai interferito nella nomina del procuratore di Roma”. E poi: “Errori sicuramente ne sono stati commessi. Ho fatto parte di questo sistema condividendone pregi unitamente alla piena consapevolezza dei difetti, dei quali però non posso assumermi da solo tutte le responsabilità”. E infine:  “È vero, ho partecipato a cene ed incontri in occasione delle nomine ed anche in occasione della futura ed imminente nomina del Procuratore di Roma. Ma l’autonomia della scelta del Csm mai e poi mai l’avrei messa in discussione. Non ho mai barattato la mia funzione”.

rif: https://www.repubblica.it/politica/2019/07/02/news/caso_palamara_l_anm_chiede_le_dimissioni_di_fuzio_e_lo_deferisce_ia_probiviri-230150405/?refresh_ce

Le dritte del Pg di Cassazione all’amico Palamara indagato

Nelle intercettazioni l’alto magistrato parla col collega dell’inchiesta e anche di nomine. Oggi il caso al Csm

Questa mattina la commissione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura dovrà decidere se sospendere cautelarmente dallo stipendio e dalle funzioni Luca Palamara, il pm romano indagato per corruzione nell’inchiesta che sta terremotando il Csm. 

A prendere l’iniziativa contro Palamara – ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati e leader della corrente di Unicost – è stato il 18 giugno il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, titolare dell’azione disciplinare insieme al ministro della Giustizia. Era già previsto che la seduta di oggi fosse complicata, carica di manovre e segnata dalle ombre dei veleni. Ma a poche ore dalla riunione della commissione piombano sulla scena dei nuovi verbali provenienti dalla indagine di Perugia. E sono verbali devastanti perché ad uscirne male non è tanto Palamara quanto il suo grande accusatore: Fuzio, il pg della Cassazione. L’uomo che nell’atto di incolpazione contro Palamara aveva avuto parole di fuoco contro il pm romano, accusandolo di avere messo il suo ruolo al servizio della lobby politica che girava intorno al Pd di Luca Lotti e Cosimo Ferri, mercanteggiando poltrone e incarichi. Ma ora si scopre che l’uomo che le ha firmate era legato a Palamara da una contiguità quasi fraterna, da una confidenza incredibile per un magistrato – Fuzio – che ricopre la carica forse più delicata della giustizia italiana. E che con Palamara discute anche lui di nomine, di manovre, di correnti. E non si indigna quando Palamara va più in là, e chiede a lui informazioni sulla inchiesta di Perugia che lo vede coinvolto.

La situazione è disastrosa, dal punto di vista istituzionale. Perché a questo punto a finire sotto procedimento disciplinare appare destinato lo stesso Fuzio: e a meno che il pg della Cassazione non si autoincrimini, l’unico a poter disporre il suo impeachment è il ministro Alfonso Bonafede.

Le intercettazioni che inguaiano Fuzio vengono rese note nella serata di ieri dall’Espresso. Per capirne la gravità, bisogna ricordare che il pg della Cassazione fa parte di diritto del Csm. Ma è una funzione che è sempre stata considerata di garanzia e di controllo. Invece Fuzio tratta nell’incontro con Palamara della nomina più delicata di tutti, quella del nuovo procuratore capo di Roma. La cricca guidata da Palamara, con i voti di Unicost e di Autonomia e indipendenza (la corrente di Davigo) vuole imporre Marcello Viola, pg di Firenze. Ma Fuzio si preoccupa che la sinistra (Area e movimenti) blocchi l’operazione puntando su Giuseppe Creazzo: A quel punto Area si toglie…può anche votare…ti dirò di più». «Lo Voi?»… «No… può votare Creazzo, ma a questo punto se loro sono d’accordo con i movimenti questo, che anche se votano Creazzo pure quattro noi, cinque e quattro nove…MI, Area e…e i tre grillini votano Viola, si va in plenum e a quel punto non esce». Fuzio, insomma, appare parte integrante della manovra.

Ma l’aspetto più sconcertante delle intercettazioni è quello relativo ai guai giudiziari di Palamara, finito sotto inchiesta a Perugia per i favori ricevuti dall’imprenditore Fabrizio Centofanti. Tra questi ci sono i regali (gioielli e viaggi) destinati all’amante di Palamara, Adele Attisani. Palamara sa di essere sotto inchiesta, perché lo ha avvisato un suo amico del Csm, Luigi Spina. Ma gli mancano i dettagli e va a chiederli a Fuzio. «Perché almeno l’unico modo per controbattere l’informativa è poter darle l’archiviazione, se no che cazzo faccio giusto? Però rimane l’informativa che mi smerda…nessuno gli dice questa cosa qui, questo è gravissimo…qualcuno glielo deve dire, cioè o gli dici chiaro, sennò veramente io perdo la faccia…mi paga il viaggio, l’informativa non l’ho mai letta, non si sa di che importo si parla…qual è l’importo di cui si parla? Si può sapere?». Fuzio invece di indignarsi tergiversa: «Mahhh». Palamara: «Cioè io non so nemmeno quanto è l’importo di cui parliamo». Fuzio: «Sici stanno le cose con Adele». Palamara: «Cioè…almeno tu…ma le cose con Adele…». Fuzio: «E il viaggio a Dubai». Palamara: «Viaggio a Dubai… Quant’è? Ma quanto cazzo è se io…allora…quant’è, a quanto ammonta?». Fuzio: «Eh…sarà duemila euro».

Csm, l’Anm: “Il procuratore generale Fuzio deve compiere un gesto di responsabilità. Sia deferito ai probiviri”

Csm, l’Anm: “Il procuratore generale Fuzio deve compiere un gesto di responsabilità. Sia deferito ai probiviri”

Le dettagliate notizie di stampa pubblicate ieri, riguardanti il procuratore generale presso la corte di Cassazione, fanno emergere un nuovo, sconcertante episodio nel quadro già molto grave emerso dagli atti dell’indagine della Procura della Repubblica di Perugia”. Lo sottolinea la Giunta Esecutiva Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati. Per l’Anm si tratta di condotte “ancora più gravi in quanto riferite al titolare di un Ufficio che ha, tra le proprie prerogative, anche l’esercizio del potere disciplinare, ed è membro di diritto del Consiglio Superiore della Magistratura”. La magistratura, le istituzioni repubblicane e i cittadini “si attendono oggi un gesto di responsabilità, capace di separare la vicenda personale, ed il corso delle indagini, dalle istituzioni, onde preservarle da ulteriori effetti devastanti rispetto a quelli che già si sono prodotti”. L’Associazione Nazionale Magistrati auspica che, in tempi rapidi, “sia fatta integrale chiarezza su tutte le vicende emerse dall’indagine di Perugia, e chiede con forza al Dr. Fuzio un gesto di responsabilità, auspicando che intervenga tempestivamente, a prescindere dal corso delle indagini e dalle iniziative ad esse conseguenti”. E propone al Comitato Direttivo Centrale “il deferimento del dr Fuzio al collegio dei probiviri dell’Anm”.

PRIMA DI CONTINUARE

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Palamara, il pg di Cassazione gli svelò notizie sull’inchiesta

Non è finita. La bufera torna sul Csm: anche Riccardo Fuzio, procuratore generale della Cassazione, uno dei più alti magistrati in carica, componente di diritto di Palazzo dei Marescialli e titolare dell’azione disciplinare che ha appena avviato nei confronti dei colleghi, ha violato il segreto istruttorio, rivelando al pm Luca Palamara dettagli sull’inchiesta di Perugia. Con Palamara, collega della corrente Unicost, parla dell’indagine e delle nomine, esattamente come i consiglieri costretti alle dimissioni. A un anno dalla pensione, potrebbe decidere di anticipare i tempi e lasciare. Nelle intercettazioni, Fuzio fa congetture, avanza anche il sospetto che le indagini siano state rese note per bloccare la nomina di Marcello Viola a procuratore di Roma. Lo dice chiaramente, intercettato mentre parla con il pm indagato, e riferisce di avere sollevato la questione con alcuni componenti del Csm: «Da un anno non esce nulla, la mossa della tempistica come pensate di gestire? Voi ritenete che questa tempistica sia contro Luca? Che già lo sapeva? Poi non potevo dire chiaramente Viola non Viola. A Ermini, evidentemente non gli hanno detto i vari passaggi».

NOTIZIE DA PERUGIA
Palamara è preoccupato dell’informativa di Perugia arrivata alla procura generale e al Csm. Le accuse di corruzione riguardano i suoi rapporti con Fabrizio Centofanti: in cambio di viaggi, avrebbe venduto all’imprenditore la sua funzione di magistrato. Il 21 maggio Palamara parla con Fuzio: «L’unico modo per controbattere l’informativa è poter darle l’archiviazione, se no che c…faccio? Però rimane l’informativa che mi smerda. Nessuno gli dice questa cosa qui, questo è gravissimo, alzo le mani. L’informativa non l’ho mai letta, non si sa di che importo si parla, qual è l’importo di cui si parla?». E il procuratore generale: «Sì, ci stanno le cose con Adele (un’amica di Palamara a cui, secondo Perugia, Centofanti compra un anello ndr) e il viaggio a Dubai». E Palamara: «Viaggio a Dubai, Quant’è?» Fuzio risponde: «Sarà duemila euro».

LE NOMINE
Poi il nodo delle nomine. «Cascini a un certo punto non vuole Lo Voi». E Palamara: «Ma è chiaro, sa che ci sto io sopra». Fuzio ribatte: «A questo punto sono iniziati di teatri, ma alla catanese io gli ho spiegato: guarda il problema è questo, che loro mettono subito, calano le braghe su Creazzo, però, se tiene, è chiaro che si può anche non sfidare». Palamara chiede lumi: «Unicost, Area, cioè tu dici». E Fuzio: «No: Unicost MI, portano Creazzo, dopo vogliono Viola». E Palamara domanda: «E Area?». E Fuzio, informato sugli equilibri: «A quel punto Area si toglie, può anche votare», e Palamara: «Lo Voi?» E Fuzio: «No, può votare Creazzo, ma a questo punto se loro sono d’accordo con i movimenti (la corrente Movimento per la Giustizia, ndr)questa cosa, cioè il ritardo può anche questo, che anche se votano Creazzo pure quattro, noi cinque e quattro nove. MI, Area e i tre grillini votano Viola, si va in plenum e a quel punto non esce. Oppure devono entrare, devono rimanere in tre per fare il ballottaggio». Palamara vuole essere certo: «Ma noi c’abbiamo il consenso, è l’unica cosa, come al solito a quel punto, per salvare il gruppo, cade su di te…ma pure, puoi tenere su Creazzo? In plenum? Come fai? Ce la potresti fare, diglielo a Crini, ma succede un macello se perde con l’astensione tua e vince Viola, è peggio ancora, perché se io dico, noi facciamo Viola a Roma tramite l’astensione di Riccardo, va bene, è il gioco delle parti, loro lo sanno e stiamo a posto e tu, lo potresti fare». Fuzio: «Cinque e quattro nove». E Fuzio: «Ermini si dovrebbe astenere, almeno quello, visto che mo’ è scandalizzato da me, dalla cosa e tutto quanto che fa? Allora se tu ti astieni non può mai vincere Creazzo».

LO SCENARIO
«Non ho capito» dice Fuzio, «Mi avete detto prima di farlo presto, ora che facciamo presto, perché si sono spaventati di questo fatto che può venire fuori uno sputtanamento su di te, nessuno me l’ha detta questa storia di Fava, perché Fava è fermo». E Palamara: «Però Mattarella, Ermini ti ha messo in mezzo, Riccà..mi devi far capire se c’ho da preoccuparmi». Poi parlano dei presunti favori fatti al pm Giancarlo Longo, già condannato per corruzione, quando era al Csm, una delle contestazioni mosse da Perugia: «Io dovevo giudicare Longo… se favorivo Longo mi arrestavano». E Fuzio: «Sì ti arrestavano». «È un cosa che era nota a tutti ma era a patto che la nota è indirizzata a quattro persone della procura e quindi tra questi ci sta Cascini (Giuseppe membro del csm ndr) e lui sa bene di questa cosa qua, se ne tiravano fuori. Però io a lui l’ho rassicurato, gli ho detto guarda, quando è venuta fuori questa cosa a settembre, gliel’ho detta, gli ho parlato. E lui mi ha rassicurato. L’informativa è chiaro che è partita, poi bloccata. Non si può».

Rif: https://www.ilmessaggero.it/italia/palamara_csm_magistrato_inchiesta-4592647.html
 

Caso Csm, le carte. «Ci sono Dubai e duemila euro». Quella soffiata a Palamara

Caso Csm,  le carte. «Ci sono Dubai e duemila euro». Quella soffiata a Palamara

«Ci stanno le cose con Adele e il viaggio a Dubai… saranno 2.000 euro». Così, il 21 maggio scorso, il procuratore generale presso la Cassazione Riccardo Fuzio conferma al pubblico ministero Luca Palamara il contenuto dell’informativa della Guardia di Finanza, svelandogli nuovi dettagli sull’accusa di corruzione nei suoi confronti. Il colloquio tra i due — amici di vecchia data e colleghi di corrente: la centrista Unità per la costituzione — dura oltre un’ora e adesso saranno i magistrati di Perugia — titolari dell’indagine sul pm romano ex presidente dell’Associazione magistrati — a dover decidere se nel comportamento di Fuzio si possa ipotizzare un reato (violazione di segreto o altro), mentre il ministro della Giustizia dovrà valutare eventuale illeciti disciplinari. 

Anche il pg della Cassazione è titolare dell’azione disciplinare, ma evidentemente quella sera non ha ritenuto inopportuno discutere con l’amico Palamara dell’inchiesta che lo riguardava (e che venti giorni dopo il colloquio gli è costata un procedimento avviato proprio da Fuzio). Non solo. I due parlano anche dell’imminente nomina del nuovo procuratore di Roma, e il pg valuta insieme a Palamara gli schieramenti in campo e suggerisce possibili mosse in vista della votazione al Csm. Esattamente come l’ex presidente dell’Anm aveva già fatto con altri consiglieri, ma soprattutto con i due parlamentari del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti.

«Che dicono le carte?»

I due si incontrano intorno alle 22. Nei giorni precedenti Fuzio, in missione all’estero, era stato contattato dal consigliere Luigi Spina quando il fascicolo su Palamara era arrivato a palazzo dei Marescialli. Palamara è accusato di aver ricevuto dall’imprenditore Fabrizio Centofanti soldi, viaggi e un anello per l’amica Adele. 

Fuzio: «Non ho capito… Mi avete detto prima di farlo presto, ora che facciamo presto…perché si sono spaventati di questo fatto che può venire fuori uno sputtanamento su di te…nessuno me l’ha detta questa storia di Fava, perché Fava è fermo…».

Il riferimento è all’esposto di un altro pm romano, Stefano Fava, contro l’ex procuratore Pignatone e l’aggiunto Paolo Ielo.

Palamara: «Però Mattarella… Ermini ti ha messo in mezzo Riccà, perché con altri episodi… raccontare … e cioè mi devi fare capire, ora fammi capire tutto…Perché io…se c’ho da preoccuparmi…ma tu l’hai letto? Le carte che dicono?»

Fuzio: «Per questa cosa che ho detto…è una cosa che invece era nota a tutti perché non solo…ma era…a patto che la nota è indirizzata a quattro persone della Procura e quindi tra questi sta Cascini (ex procuratore aggiunto di Roma, oggi componente del Csm, ndr) e lui sa bene di questa cosa qua…però se ne tiravano fuori…“no, ma io non sapevo”… Però io a lui l’ho rassicurato, gli ho detto guarda, però tu non devi reggere perché io quando è venuta fuori questa cosa a settembre me l’ha detta, gli ho parlato… e lui mi ha rassicurato, quando dicono ma l’informativa è chiaro che è partita, poi bloccata… “non si può”…»

Dell’inchiesta di Perugia tornano a parlare verso la fine dell’incontro. 

Palamara: «Perché almeno l’unico modo per controbattere l’informativa è poter darle l’archiviazione, se no che c… faccio giusto? Però rimane l’informativa che mi smerda…nessuno gli dice questa cosa qui, questo è gravissimo… qualcuno glielo deve dire, cioè o gli dici chiaro, sennò veramente io perdo la faccia… mi paga il viaggio, l’informativa non l’ho mai letta, non si sa di che importo si parla…qual è l’importo di cui si parla? Si può sapere?… cioè io non so nemmeno quanto è l’importo di cui parliamo»

Fuzio: «Si…ci stanno le cose con Adele»

Palamara: «Cioè…almeno tu…ma le cose con Adele…»

Fuzio: «E il viaggio a Dubai…»

Palamara: «Viaggio a Dubai…Quant’è? Ma quanto c… è se io…allora…E di Adele…cioè in teoria…va bè me lo carico pure io…quanto…quant’è, a quanto ammonta?»

Fuzio: «Eh sarà duemila euro…»

«lavorare sui numeri»

La conversazione riguarda anche la nomina del procuratore di Roma e le trattative in corso per bloccare Francesco lo Voi (sostenuto dalla corrente di Area) e Giuseppe Creazzo (di Unicost) facendo prevalere Marcello Viola (portato da Magistratura indipendente) ma pronto per essere sostenuti, nei piani di Palamara, anche da Unicost. 

Fuzio: «Perché neanche loro…allora dice…a questo punto sono iniziati i teatri, ma alla catanese…io gli ho spiegato…il problema è questo, che loro mettono subito…calano le braghe su Creazzo…però, se tiene, è chiaro che…si può anche non sfidare.. (…) Oppure devono entrare…devono rimanere in tre per fare il ballottaggio»

Palamara: «Ma noi dobbiamo…c’abbiamo il consenso, è l’unica cosa, come al solito a quel punto, per salvare il gruppo, cade su di te…ma pure, puoi tenere su Creazzo? In plenum? Come fai? (…) Se io dico…noi facciamo Viola a Roma tramite l’astensione di Riccardo…va bene, è il gioco delle parti, loro lo sanno e stiamo a posto» (…)

Cominciano i conteggi dei possibili voti, con gli schieramenti di correnti e «laici».

Palamara: «Vanno 5 di Unicost…quattro di Area…e sono nove, Cerabona dieci…bisogna vedè che cosa fa Ermini…Si astiene giusto?».

Fuzio: «.Ermini si dovrebbe astenere»

Palamara: «Almeno quello…visto che mo’ è scandalizzato da me… Allora se tu ti astieni non può mai vincere Creazzo…»

Fuzio: «Siamo a nove più Cerabona dieci, giusto?

Palamara: «Ma la Grillo sta facendo veramente la pazzia per Creazzo? In maniera… allora sarebbe meschina».

Fuzio: «Lasciamo perdere… allora il problema è lavorare sui numeri, questo è il problema»

Palamara: «Eh, ho capito… Allora prima di tutto far fermare accordo Unicost».

Fuzio: «Ma che sei matto?».

Palamara: «Da stasera cambia tutto».

Rif: https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/19_luglio_01/c-dubai-duemila-eurola-soffiata-pm-indagato-f6329ffe-9c3d-11e9-90e0-91eb5f4a6d20.shtml

Scandalo Csm, nuove intercettazioni gettano un’ombra sul procuratore generale della Cassazione

Dalle intercettazioni pubblicate dal settimanale Espresso emerge un quadro inquietante che vede il potente magistrato rivelare informazioni riservate all’amico indagato Luca Palamara

Riccardo Fuzio, procuratore generale della Cassazione, è stato una delle voci più critiche nei confronti dei principali protagonisti dello scandalo che ha travolto il consiglio superiore della Magistratura, partito da un’inchiesta per corruzione su Luca Palamara, ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, gettando una luce sui tentativi da parte di lobbisti, politici e magistrati di influenzare importanti nomine e di indirizzare l’esito di inchieste.

Era stato proprio Fuzio a chiedere la sospensione facoltativa di Luca Palamara e ad aver attaccato l’ex ministro per lo Sport (governo Gentiloni), Luca Lotti, insieme all’ex sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri (entrambi del Partito democratico), frequentatore delle cene carbonare organizzate da Palamara.

Rif:https://www.open.online/2019/07/01/scandalo-csm-nuove-intercettazioni-gettano-unombra-sul-procuratore-generale-della-cassazione/

Caos procure, intercettazioni: pg della Cassazione Fuzio parlò con Palamara dellʼindagine

Diversi media avevano già dato conto di un presunto incontro tra lo stesso Fuzio e Palamara, avvenuto il 27 maggio

Caos procure, intercettazioni: pg della Cassazione Fuzio parlò con Palamara dell'indagine

Ci stanno le cose con Adele… e il viaggio a Dubai..”. Così, secondo quanto riportato sul sito on line dell’Espresso, il procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio informava l’ex numero uno dell’Anm, Luca Palamara, dell’inchiesta a Perugia a suo carico. Fuzio faceva riferimento ad Adele Attisani, l’amica di Palamara a cui Fabrizio Centofanti, secondo l’impianto accusatorio, avrebbe comprato un anello e regalato alcuni soggiorni.

Ai brogliacci della guardia di finanza che ha inviato al Csm su disposizione dei pm umbri, emergono le trascrizioni integrali dei colloqui avvenuti il 21 e 22 maggio tra Fuzio e lo stesso Palamara durante i quali l’alto magistrato svela al collega indagato le notizie sull’inchiesta di Perugia. 

I due inoltre parlano anche del futuro capo dell’ufficio di Roma che dovrà succedere a Pignatone: “Il problema è lavorare sui numeri”, sottolinea Fuzio. I due discutono, inoltre, dell’esposto del pm di Roma Stefano Fava contro i colleghi Paolo Ielo e Giuseppe Pignatone e affrontano il tema delle nomine dei procuratori capo della Capitale e di Perugia.

Da uno colloquio captato dal trojan installato nel cellulare di Palamara, emerge che Fuzio informa il pm di Roma dell’arrivo al Csm delle carte di Perugia ed in particolare dell’informativa redatta dalla Gdf in cui si descrivono i pagamenti effettuati dall’imprenditore Centofanti in favore di Palamara.

Palamara afferma: “Perché almeno l’unico modo per controbattere l’informativa è poter darle l’archiviazione, se no che cazzo faccio giusto? Pero’ rimane l’informativa che mi smerda… nessuno gli dice questa cosa qui, questo è gravissimo… qualcuno glielo deve dire, cioè o gli dici chiaro, sennò veramente io perdo la faccia… mi paga il viaggio, l’informativa non l’ho mai letta, non si sa di che importo si parla… qual è l’importo di cui si parla? Si può sapere. Cioè io non so nemmeno quanto è l’importo di cui parliamo”.

Fuzio risponde: “Sì ci stanno le cose con Adele… e il viaggio a Dubai…”. Palamara: “Viaggio a Dubai…Quant’è? Ma quanto c…o è se io… allora… e di Adele… cioè in teoria… vabbè me lo carico pure io… quanto… quant’è, a quanto ammonta?”. Allora Fuzio chiosa: “Eh… sarà 2mila euro”.

In una parte del colloquio intercettato i due discutono anche delle nomine per i nuovi procuratori, in particolare per quella di Roma. “Il problema – sintetizza Fuzio a Palamara – è lavorare sui numeri. Questo è il problema”.

rif: https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lazio/caos-procure-intercettazioni-pg-della-cassazione-fuzio-parlo-con-palamara-dell-indagine_3217760-201902a.shtml

Csm, le soffiate a Palamara del procuratore di Cassazione

Csm, le soffiate a Palamara del procuratore di Cassazione

Le nuove intercettazioni: “A Perugia ti indagano per le cose con Adele e il viaggio a Dubai”. Così Fuzio invece di esercitare l’azione disciplinare informa il pm di Roma delle indagini su di lui

ROMA – L’inchiesta della Procura di Perugia sul mercato delle nomine al Csm non sembra aver insegnato nulla alla magistratura italiana. L’abisso in cui sta precipitando la sua reputazione torna infatti a spalancarsi sotto la spinta di nuove intercettazioni che documentano due circostanze.

La prima: Riccardo Fuzio, Procuratore generale della Cassazione, e in quanto tale membro di diritto del Csm e titolare dell’azione disciplinare promossa nei confronti di Luca Palamara (oggi in Consiglio si terrà la prima udienza), era nella manica dello stesso Luca Palamara. Diciamo pure una sua appendice di corrente (entrambi appartengono ad Unicost). Al punto da incontrarlo, il 21 maggio scorso, per discutere dell’operazione e dei voti che avrebbero dovuto eleggere il Procuratore generale di Firenze Marcello Viola Procuratore di Roma e per metterlo al corrente di alcuni dettagli dell’inchiesta per corruzione nei suoi confronti a Perugia.

La seconda, figlia della prima: per due settimane, dal 16 giugno scorso, quando Repubblica e altri quotidiani avevano reso noto l’esistenza di quell’intercettazione, Fuzio ne ha dissimulato il contenuto, degradandolo a banali “discussioni sulla vita interna della corrente”. E quindi, proteggendosi dietro l’appello rivolto al Capo dello Stato al plenum il 21 giugno (“Si volti pagina”) e scommettendo sul silenzio complice del Consiglio (che il testo di quella intercettazione conosce da quindici giorni), ha confidato che il “segreto” tenuto artificialmente in vita sul suo contenuto avrebbe consentito di sollevarlo da una decisione non procrastinabile. Quella di dover rassegnare le proprie dimissioni, come le più elementari ragioni di responsabilità e decoro istituzionale avrebbero dovuto e dovrebbero a maggior ragione oggi suggerirgli di fare. L’intercettazione del 21 maggio, dunque.

L’amico “Riccardo”

Mancano due minuti alle 22. E Fuzio, che per Palamara è semplicemente “Riccardo” e che Palamara cerca ossessivamente dal 15 maggio, da quando sa di essere indagato a Perugia per corruzione, discute di ciò di cui non dovrebbe. Vale a dire di quello che il Paese in quel momento ancora ignora. Di un’inchiesta a carico del magistrato che ha di fronte (Palamara), di cui è stata data comunicazione al suo ufficio e che dunque lui, Pg di Cassazione, potrebbe trovarsi a dover perseguire disciplinarmente (cosa che farà solo il 14 giugno a scandalo ormai deflagrato). Non solo. Gliene svela i dettagli, rassicurandolo sui buoni uffici spesi con il vicepresidente del Csm David Ermini affinché quell’indagine non sia un problema nella corsa che Palamara ha lanciato per ottenere dal Csm la nomina a procuratore aggiunto di Roma. Di più: Fuzio discute con Palamara dell’alchimia correntizia che deve assicurare la nomina di Viola, di quale potrebbe essere il suo voto e quello dello stesso Ermini e di quanto ha saputo delle raccomandazioni del Quirinale. Fa anche domande sul dossieraggio che deve deturpare l’immagine del procuratore uscente Giuseppe Pignatone (“il fratello pigliava i soldi da Amara?” ) e sull’esposto del magistrato (Stefano Fava) che deve saldare i conti con lo stesso Pignatone e il suo procuratore aggiunto Paolo Ielo.

“Ho rassicurato Ermini”

L’intercettazione che il Trojan, lo spyware nello smartphone di Palamara, registra è disturbata da rumori di fondo. Spesso monca. Fuzio confessa a Palamara che non ha capito bene come debba regolarsi sulla nomina del nuovo Procuratore di Roma: “Mi avete detto prima di farlo presto… poi si sono spaventati di questo fatto che può venire fuori uno sputtanamento su di te e nessuno mi ha detto di questa storia di Fava”. Quindi, lo stesso Fuzio sembra voler rassicurare Palamara riferendogli quanto lui stesso avrebbe riferito al vicepresidente del Csm Ermini proprio a proposito dell’inchiesta di Perugia: “Io a lui l’ho rassicurato, perché gli ho detto che quando questa cosa è venuta fuori, a settembre, tu me l’hai detta”. Il Pg aderisce all’idea che si tratti di un’iniziativa a orologeria e riferisce a Palamara quanto avrebbe detto in proposito ad Ermini: “È chiaro che l’informativa è partita e poi è stata bloccata (…) E tu mi devi dire, come mai dopo un anno non esce nulla? Non solo. Come pensate di gestire questa tempistica voi che ritenente che sia contro Luca?”. Fuzio non si contiene. Perché a Palamara spiega che anche sul conto di Fabrizio Centofanti, il lobbysta che gli ha pagato alberghi, viaggi e regali, ha fatto sapere che non ci si debba preoccupare: “Te sto a dì che era uno conosciuto da un sacco di gente. Frequentava i palazzi. Non bisogna confondere”. Confida poi le indicazioni che sono arrivate dal Quirinale sulla procedura da tenere per la nomina del Procuratore di Roma: “Qualche indicazione da Mattarella. Ma perché non fate le audizioni? Perché dovete dare l’impressione del pacchetto? Perché cominciare dall’ultimo (dei procuratori scaduti, ndr)?”

I due passano dunque a fare i conti del “teatro” – lo chiama così Fuzio – che, in plenum, deve eleggere Viola. E concordano su come annichilire la mossa con cui Giuseppe Cascini, della corrente Area, vuole provare a far saltare il tavolo. Se – concordano – Area, una volta compresa che il candidato Lo Voi non avrà i voti, appoggerà la candidatura di Giuseppe Creazzo, non bisognerà far altro che lui, Fuzio, ed Ermini si astengano per far mancare a Creazzo la maggioranza.

“I viaggi di Adele”

È tuttavia poco prima di congedarsi, che Fuzio dimentica anche solo l’opportunità del “dover essere” di un giudice. Palamara lo sollecita sull’informativa della Guardia di Finanza a Perugia che riguarda gli omaggi ricevuti da Centofanti. “L’unico modo per controbattere l’informativa è poter darle l’archiviazione, se no che cazzo faccio giusto? Però rimane l’informativa che mi smerda… non l’ho mai letta… qual è l’importo di cui si parla? Si può sapere?”. Fuzio non si fa remore: “Si…ci stanno le cose con Adele… (l’amica Adele Attisani, ndr)… e il viaggio a Dubai…” . Palamara insiste: “Viaggio a Dubai…Quant’è? Ma quanto cazzo è se io… allora… e di Adele…cioè in teoria…va bè me lo carico pure io… quanto… quant’è, a quanto ammonta?” . Fuzio lo tranquillizza: “Eh…sarà duemila euro”.

Rif: https://www.repubblica.it/cronaca/2019/07/01/news/csm_le_soffiate_a_palamara_del_procuratore_di_cassazione-230103760/

Csm, l’intercettazione tra Palamara e il pg della Cassazione Fuzio

Csm, l'intercettazione tra Palamara e il pg della Cassazione Fuzio

Agli atti dell’inchiesta le conversazioni sull’inchiesta di Perugia e le nomine per Roma

ffrontano due problemi, il pm romano indagato per corruzione Luca Palamara e il procuratore generale della cassazione Riccardo Fuzio, nel lungo dialogo avvenuto la sera del 21 maggio scorso e intercettato dagli investigatori della Guardia di finanza. Da un lato l’inchiesta su Palamara, di cui il pg è venuto a sapere per il suo doppio ruolo di titolare dell’azione disciplinare e membro di diritto del Csm; dall’altro la nomina del prossimo procuratore di Roma. 

«L’unico modo per controbattere l’informativa — dice Palamara riferendosi alle accuse di corruzione — è poter darle l’archiviazione, se no che cazzo faccio, giusto? Però rimane l’informativa che mi smerda… Nessuno gli dice questa cosa qui, questo è gravissimo… Qualcuno glielo deve dire, cioè o gli dici chiaro, sennò veramente io perdo la faccia… Mi paga il viaggio (l’imprenditore Fabrizio Centofanti, presunto corruttore, ndr) , l’informativa non l’ho mai letta, non si sa di che importo si parla…qual è l’importo di cui si parla? Si può sapere?». 
Risponde Fuzio: «Ci stanno le cose con Adele… (l’amica di Palamara destinataria di regali, soggiorni e viaggi, secondo l’accusa, ndr)… e il viaggio a Dubai…». 
Palamara: «Viaggio a Dubai…Quant’è? Ma quanto cazzo è se io…allora…e di Adele…cioè in teoria…va bè me lo carico pure io…quanto… quant’è, a quanto ammonta?».
Fuzio: «Eh…sarà duemila euro». 

Poi i due si dilungano sulla battaglia interna al Csm per la nomina del nuovo procuratore di Roma, dopo il pensionamento di Giuseppe Pignatone, per cui erano in corsa il procuratore generale di Firenze Marcello Viola e i procuratori di Palermo, Franco Lo Voi, e di Firenze, Giuseppe Creazzo. 
Palamara: «Ermini (vice-presidente Csm, ndr) che fa, si astiene?».
Fuzio: «Ermini si dovrebbe astenere…».
Palamara: «Almeno quello, visto che mo’ è scandalizzato da me… Allora se tu ti astieni non può mai vincere Creazzo».
Fuzio: «Siamo a nove più Cerabona (laico del Csm, ndr) dieci, giusto».
Si va avanti con i conteggi, prevedendo uno scontro tra Viola e Creazzo che dovrebbe risolversi all’ultimo voto, 13 contro 12 o viceversa. 
Palamara: «Ma la Grillo (consigliera di Unicost, la corrente dei due interlocutori, ndr) sta facendo veramente la pazzia per Creazzo? In maniera… allora sarebbe meschina…». 
Fuzio: «Lasciamo perdere… allora il problema è lavorare sui numeri, questo è il problema».

Rif: https://www.corriere.it/cronache/19_luglio_01/csm-l-intercettazione-palamara-pg-cassazione-fuzio-5e8b2fb4-9c37-11e9-90e0-91eb5f4a6d20.shtml

Csm, ecco le intercettazioni che inguaiano il procuratore generale Riccardo Fuzio

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iccardo Fuzio è uno dei più importanti magistrati italiani. Procuratore generale della Cassazione, e dunque membro di diritto del Consiglio superiore della magistratura, è intervenuto duramente nello scandalo che ha travolto l’organismo di autogoverno delle nostre toghe.
È Fuzio, capo della sezione disciplinare, che qualche giorno fa ha infatti chiesto la sospensione facoltativa dalle funzioni (e dallo stipendio) di Luca Palamara, il pm di Roma indagato dalla procura di Perugia per corruzione e protagonista dei dopocena carbonari con alcuni giudici del Csm e politici del Pd (Luca Lotti e Cosimo Ferri). Incontri organizzati per discutere (e orientare) sia le nomine dei capi delle procure italiane (in primis quella di Roma) sia dei dossieraggi contro i magistrati che avevano causato guai giudiziari a Palamara.

È ancora Fuzio, nell’atto di incolpazione a carico di cinque togati del Csm, che ha attaccato il renziano Lotti, imputato nella Capitale per il caso Consip, affermando che «si è determinato l’oggettivo risultato che la volontà di un imputato abbia contribuito alla scelta del futuro dirigente dell’ufficio di procura deputato a sostenere l’accusa nei suoi confronti».

Lo tsunami che si è abbattuto sulla giustizia italiana, però, è pieno di paradossi. E così adesso lo stesso accusatore rischia di finire trascinato nello scandalo.

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I giornali due settimane fa avevano già dato conto di un incontro tra lo stesso Fuzio e Palamara, avvenuto il 27 maggio, e di un’intercettazione tra Palamara e Luigi Spina, ex membro del Csm in cui il secondo spiegava al primo che Riccardo Fuzio, in un sms mandato dall’estero, gli aveva detto di riferire a Luca «di non fare niente…quando torno lo chiamo».

Fuzio non s’è scomposto, ed è rimasto al suo posto. Ora però l’Espresso ha letto le trascrizioni integrali di un altro rendez vous tra Fuzio e Palamara. In cui il procuratore generale della Cassazione sembra svelare all’amico pm notizie riservate sull’inchiesta di Perugia che lo riguarda, e discutere dell’esposto di Stefano Fava (pm amico di Palamara e adesso indagato per favoreggiamento) contro i colleghi Paolo Ielo e Giuseppe Pignatone. Non solo.

Fuzio e Palamara ragionano anche del risiko delle nomine dei procuratori capo della Capitale e di Perugia. Come membro del Csm, il procuratore generale della Cassazione nei giochi di Palamara conta molto: il suo voto (o la sua astensione, come ipotizza di fare all’amico il magistrato indagato) nel plenum del Csm può essere decisivo.

Così i due discutono nei dettagli delle preferenze che i candidati più forti (Viola, Creazzo e Lo Voi) potrebbero prendere nel plenum. E di quali strategie migliori usare per accordare le varie correnti. «Il problema sintetizza Fuzio a Palamara – è lavorare sui numeri. Questo è il problema».

OSSESSIONE PIGNATONE
Andiamo con ordine, partendo dal principio. Sono le 22 del 21 maggio scorso. Il Gico della Guardia di Finanza ascolta, tramite il trojan inoculato nel cellulare di Palamare la conversazione  tra Palamara e “Riccardo”, che gli investigatori identificano con Fuzio. Quest’ultimo accenna con l’indagato dell’esposto di Fava appena arrivato al Csm contro Ielo e Pignatone, parla senza remore dei guai giudiziari del magistrato, e di presunti conflitti d’interesse del fratello di Pignatone con Piero Amara.

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«Non ho capito» comincia Riccardo «Mi avete detto prima di farlo presto, ora che facciamo presto…perché si sono spaventati di questo fatto che può venire fuori uno sputtanamento su di te…nessuno me l’ha detta questa storia di Fava, perché Fava è fermo…»

PALAMARA: «E cioè mi devi fare capire, ora fammi capire tutto…Perché io…se c’ho da preoccuparmi…ma tu l’hai letto? Le carte che dicono?»
RICCARDO: «Per questa cosa che ho detto…è una cosa che invece era nota a tutti perché non solo…ma era…a patto che la nota è indirizzata a quattro persone della procura e quindi tra questi sta Cascini (Giuseppe, membro del Csm ndr) e lui sa bene di questa cosa qua…però se ne tiravano fuori…“no, ma io non sapevo”…
PALAMARA: «Ma chi cazzo ohhh»
RICCARDO: «Però io a lui (presumibilmente Cascini, o altro membro del Csm ndr) l’ho rassicurato, gli ho detto guarda…e lui mi ha rassicurato…quando dicono, ma l’informativa…è chiaro che l’informativa è partita, poi bloccata… “non si può”…»
PALAMARA: «Su Pignatone gli ho detto pure: “Ma che sta a dì oh…ma che cazzo sta a dì?”…ma lui…ma che il fratello di Pignatone prende i soldi da lui (Amara, ndr) questo non lo sconvolge fammi capì? Si preoccupa solo di me lui…ma che cacchio di ragionamento è?»
RICCARDO: «Ma il fratello di Pignatone pigliava i soldi da Amara?»
PALAMARA: «Eh»
RICCARDO: «Cioè, ma lui gli atti…»
PALAMARA: «Eh ho capito ma bisogna spiegargli la situazione se no così che facciamo? Oggi è venuto Bianconi a dirmi che sono arrivate le carte da Perugia…chi glielo ha detto oh? E lui non può fa così…cioè, quando gli servono i voti…»

Fuzio ascolta attentamente l’amico indagato per corruzione. Dice di aver spiegato a qualche collega del Csm che la storia di Palamara è diversa da come la raccontano i pm perugini, «…“perché non conoscete la realtà…» ecita Fuzio «”Guarda i passaggi sono questi e quindi tu mi devi dire come un anno non esce nulla…la mossa della tempistica come pensate di gestire? Voi ritenete che questa tempistica sia contro Luca?” Evidentemente non sappiamo come vogliono gestire questa cosa…se vuole essere un condizionamento…poi non potevo dire chiaramente Viola non Viola…».

«NOTIZIE DA PERUGIA?»

Palamara è assai preoccupato dell’informativa dei pm di Perugia. Come è noto, al centro delle accuse di corruzione ci sono i suoi rapporti con Fabrizio Centofanti. Quest’ultimo avrebbe fatto favori di vario tipo a Palamara, che in cambio di viaggi e altre utilità avrebbe venduto all’imprenditore la sua funzione di magistrato.

PALAMARA: «Perché almeno l’unico modo per controbattere l’informativa è poter darle l”archiviazione, se no che cazzo faccio giusto? Però rimane l’informativa che mi smerda…nessuno gli dice questa cosa qui, questo è gravissimo…qualcuno glielo deve dire, cioè o gli dici chiaro, sennò veramente io perdo la faccia…mi paga il viaggio, l’informativa non l’ho mai letta, non si sa di che importo si parla…qual è l’importo di cui si parla? Si può sapere?
RICCARDO: «mahhh»
PALAMARA: «Cioè io non so nemmeno quanto è l’importo di cui parliamo»
RICCARDO: «Si…ci stanno le cose con Adele (cara amica di Palamara a cui, secondo le accuse, Centofanti compra un anello, e regala soggiorni ndr)
PALAMARA: «Cioè…almeno tu…ma le cose con Adele…»
RICCARDO: «E il viaggio a Dubai…»
PALAMARA: «Viaggio a Dubai…Quant’è? Ma quanto cazzo è se io…allora…»
PALAMARA: «E di Adele…cioè in teoria…va bè me lo carico pure io…quanto..quant’è, a quanto ammonta?»
RICCARDO: «Eh…sarà duemila euro».

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Csm, tutte le trame di Palamara, Lotti & Co.: «Se mi intercettano, diranno che sono la P5» 

Le nuove rivelazioni choc dell’inchiesta. Il pm indagato per corruzione: «Ho parlato di Roma, di Lo Voi, di Creazzo: possono dire che sono quello che fa le nomine». Le mire dei congiurati: «Ridimensionare» la procura di Napoli e ricattare Pignatone. «È un matto vero, uno stronzo. Tu devi solo fargli capì che finisce male». Il pm Sirignano a Palamara: «Uccidere questa gente significa andare a mettere le pedine nei posti giusti» 

Duemila euro. Esattamente la cifra contestata dai pm umbri per l’acquisto di un presunto anello da parte di Centofanti per Adele Attisani. I due poi parlano delle relazioni pericolose tra lo stesso Palamara, gli imprenditori Pietro Amara e Giuseppe Calafiore e il pm corrotto Giancarlo Longo (che ha detto a verbale come Palamara avrebbe avuto 40 mila euro da Amara e Calafiore per favorire la sua nomina a procuratore di Gela).

PALAMARA: «Io che cazzo ne so Riccà…ma io non ho assolutamente…che c’entro io…»
RICCARDO: «..era Longo o…»
PALAMARA: «A sì certo…e ma io…l’abbiamo condannato…cioè, ma io non ho…»
RICCARDO: «E Longo l’avete condannato?»
PALAMARA: «Certo…non ha mai fatto…certo gli ho detto, che faccio? Le faccio. Non le ho mai fatte perché la mia linea è stata quella di fare il processo a Scavoli, di fare il processo alla Righini, li ho fatti tutti…quindi non mi sono mai accanito…cioè non è che sono andato…cioè tu dici che non dovevo proprio vedè le carte lì…
RICCARDO: «No no no»
PALAMARA: «Eh..ero consigliere…»
RICCARDO: «Da quelle carte…che Longo le spulciava…»
PALAMARA: «Il collegamento Centofanti-Longo, sì, ma io…cioè…era un rapporto…io dovevo giudicare Longo non…(incomprensibile, ndr) se avessi favorito Longo!»
RICCARDO: «Sì, ti arrestavano»
PALAMARA: «Allora mi arrestavano».

AL SUK DELLE NOMINE
Il procuratore generale della Cassazione e Palamara parlano poi delle nomine. Leggendo le trascrizioni, sembra di essere a un suk, un mercato delle vacche. Con Fuzio che dà più di un consiglio, e con la coppia che si mette a fare i conti sulle possibili decisioni del plenum del Csm in merito alle votazioni finali. Ipotizzando scenari diversi e alleanze tra Unicost, la corrente di centro di cui Palamara è re indiscusso, Magistratura indipendente, quella più spostata a destra, e Area, la corrente di sinistra.

RICCARDO: «…Cascini a un certo punto…non vuole…non vuole Lo Voi»
PALAMARA: «Ma è chiaro…sa che ci sto io sopra…»
RICCARDO: «Perché neanche loro…allora dice…a questo punto sono iniziati di teatri, ma alla catanese…io gli ho spiegato…dico guarda…il problema è questo, che loro mettono subito…calano le braghe su Creazzo…però, se tiene, è chiaro che…si può anche non sfidare…»
PALAMARA: «Unicost…Area o Uni…cioè tu dici…»
RICCARDO: «no: Unicost – MI»
PALAMARA: «E come fai? Se non…»
RICCARDO: «Portano…portano Creazzo, dopo vogliono Viola»
PALAMARA: «E Area?»
RICCARDO: «A quel punto Area si toglie…può anche votare…ti dirò di più…»
PALAMARA: «Lo Voi?»
RICCARDO: «No…può votare Creazzo, ma a questo punto se loro sono d’accordo con i movimenti (intende verosimilmente la corrente Movimento per la Giustizia, ndr)…questa cosa, cioè il ritardo può anche…questo, che anche se votano Creazzo pure quattro noi, cinque e quattro nove…MI, Area e…e i tre grillini votano Viola, si va in plenum e a quel punto non esce…
PALAMARA: «Appunto»
RICCARDO: «Oppure devono entrare…devono rimanere in tre per fare il ballottaggio»
PALAMARA: «Ma noi dobbiamo…c’abbiamo il consenso, è l’unica cosa, come al solito a quel punto, per salvare il gruppo, cade su di te…ma pure, puoi tenere su Creazzo? In plenum? Come fai? Ce la potresti fare, diglielo a Crini, ma succede un macello se perde con l’astensione tua e vince Viola, è peggio ancora…perché se io dico, non hai capito..se io dico…noi facciamo Viola a Roma tramite l’astensione di Riccardo…va bene, è il gioco delle parti, loro lo sanno e stiamo a posto e tu, io…potresti fare»
RICCARDO: «Cinque e quattro nove»
PALAMARA: «Vanno 5 di Unicost…quattro i Ara…e sono nove, Cerabona dieci…bisogna vedè che cosa fa Ermini…Si astiene giusto?
RICCARDO: «Ermini si dovrebbe astenere»
PALAMARA: «Ermini si dovrebbe astenere, almeno quello…visto che mo’ è scandalizzato da me, dalla cosa e tutto quanto che fa? Allora se tu ti astieni non può mai vincere Creazzo…»

Palamara e Fuzio continuano a fare calcoli. Il procuratore generale della Cassazione dice che «Giglioti è quello che mi ha fatto tradire la Grillo», e che «il problema è lavorare sui numeri, questo è il problema». Palamara è ottimista, e chiude dicendo che «da stasera, cambia tutto».

Rif: http://espresso.repubblica.it/inchieste/2019/07/01/news/csm-intercettazioni-procuratore-generale-riccardo-fuzio-1.336472