Caos Csm, tre sostituti procuratori di Rimini e Padova denunciano Fuzio per le conversazioni (intercettate) con Palamara

Caos Csm, tre sostituti procuratori di Rimini e Padova denunciano Fuzio per le conversazioni (intercettate) con Palamara

Davide Ercolani, Luca Bertuzzi e Sergio Dini hanno inviato a Perugia un esposto contro il procuratore generale di Cassazione perché “avrebbe discusso con l’ex presidente Anm di una indagine a suo carico e gli avrebbe rivelato alcuni atti di detta indagine”

er ora ce ne sono tre, ma l’elenco potrebbe allungarsi nei prossimi giorni. Si tratta delle denunce arrivate alla Procura di Perugia nei confronti del procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, che ieri (4 luglio) ha comunicato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella la sua decisione di essere messo a riposo anticipato dopo il coinvolgimento nel caso dell’inchiesta per corruzione contro il pm Luca Palamara. A firmare gli esposti sono stati i sostituti procuratori di Rimini Davide Ercolani e Luca Bertuzzi, e il sostituto procuratore di Padova Sergio Dini, in qualità di pubblici ministeri e cittadini. Negli atti i magistrati scrivono di aver appreso dalla stampa delle conversazioni tra Fuzio e l’ex consigliere Csm Luca Palamara: “Emergerebbe – hanno scritto – che l’Alto Magistrato avrebbe discusso con Palamara di una indagine a suo carico aperta dalla Procura di Perugia, e che gli avrebbe rivelato alcuni atti di detta indagine. Competente a svolgere indagini in merito a fatti denunciati – si legge nelle denunce – è la Procura di Perugia essendo pacifico che l’eventuale reato sia stato commesso a Roma nell’esercizio delle funzioni giudiziarie svolte da Fuzio. Chiediamo di essere informati in caso di richiesta di archiviazione“.

Magistrati indagati, nuova accusa al pm Palamara: “40mila euro per ristrutturare l’appartamento della sua amica”

Una mossa, quella dei tre sostituti procuratori, che a breve potrebbe essere seguita da tutta un’altra serie di magistrati. A prescindere dal numero finale delle denunce, l’iniziativa aggiunge altra benzina sul fuoco di una vicenda che continua a riservaresviluppi ogni giorno. Appena 24 ore fa, del resto, Riccardo Fuzio si è recato al Quirinale e ha comunicato a Mattarella di aver deciso il pensionamento anticipato, istanza peraltro accettata dal Consiglio superiore della magistratura. Dal 20 novembre, quindi, Fuzio sarà in pensione, una scelta fatta dopo che le sue conversazionicon Luca Palamara sono state intercettate dal trojan installato sul telefono cellulare del consigliere Csm, finite nell’inchiesta di Perugia e pubblicate dai giornali. Nella fattispecie, Fuzio ha raccontato a Palamara l’esistenza dell’indagine su di lui da parte della Procura umbra, con tanto di trasmissione degli atti al Csm. Non solo: l’ormai dimissionario procuratore generale di Cassazione ha rivelato anche il contenuto di quelle carte, in cui sono raccontati i dettagli delle regalie dell’imprenditore Fabrizio Centofanti in favore di Luca Palamara, tra cui viaggi, soggiorni in hotel di lusso e regali per l’amica AdeleAttisani.

Caos Csm, procuratore generale Fuzio chiede riposo anticipato. Ultimo atto: azione disciplinare contro Ferri (Pd)

Dopo che queste conversazioni sono state rese note, sia l’Associazione nazionale magistrati che la corrente Unicost(quella a cui appartengono sia Fuzio che Palamara) hanno chiesto un “gesto di responsabilità” (tradotto: un passo indietro) al procuratore generale della Cassazione. Che dopo qualche giorno ha deciso di salire al Colle dal presidente della Repubblica per comunicargli la scelta di essere messo a riposo anticipato, non prima di aver promosso una sanzione disciplinare nei confronti di Cosimo Maria Ferri, parlamentare del Partito democratico e magistrato ancora in aspettativa. Ora nei confronti del pg di Cassazione arrivano le tre denunce dei magistrati di Rimini e Padova. E a quanto pare non saranno le uniche.

Rif:https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/07/05/magistrati-indagati-tre-sostituti-procuratori-di-rimini-e-padova-denunciano-fuzio-per-le-telefonate-con-palamara/5303819/

Scandalo Csm, il Pg Fuzio chiede il collocamento a riposo

La comunicazione al Capo dello Stato nel corso di un colloqui al Quirinale. A chiedere le dimissioni di Fuzio erano stati, nelle ultime ore, sia l’Associazione nazionale magistrati (Anm) sia i vertici di Unicost, una delle correnti della magistratura

Passo indietro del Procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, nell’occhio del ciclone per un incontro con l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara in cui gli avrebbe rivelato dettagli sull’inchiesta a suo carico per corruzione in corso a Perugia. Fuzio ha rassegnato le sue dimissioni da Pg questa mattina, nel corso di un colloquio al Quirinale durante il quale ha comunicato al capo dello Stato e presidente del Csm, Sergio Mattarella la propria richiesta «di essere collocato a riposo anticipato», con un anno di anticipo, indicando come data di decorrenza quella del 20 novembre 2019.

A spiegare il differimento temporale tra la comunicazione al Colle e l’effettivo «riposo anticipato» provvede un comunicato del Csm. «Il vicepresidente del Csm e il primo presidente della Corte di Cassazione – si legge nella nota di Palazzo dei Marescialli – in considerazione della unicità ordinamentale della funzione esercitata dal procuratore generale in ambito disciplinare e quale componente di diritto del Csm, hanno chiesto che la data di collocamento a riposo tenga conto dei tempi per espletare la procedura di nomina del nuovo procuratore generale al fine di evitare che si determini discontinuità nella funzione di titolare dell’azione disciplinare obbligatoria».

Il presidente della Repubblica «ha preso atto della decisione del dott. Fuzio di presentare domanda di collocamento a riposo anticipato, decisione assunta con senso di responsabilità a conclusione di un brillante percorso professionale al servizio delle istituzioni». Mattarella, sottolinea una nota diffusa nel tardo pomeriggio dal Quirinale, ha espresso al Pg «apprezzamento per il rigore istituzionale con cui ha assicurato il tempestivo esercizio dell’azione disciplinare in una contingenza particolarmente delicata per la magistratura».

A chiedere le dimissioni di Fuzio – bersaglio delle polemiche per le intercettazioni dei suoi colloqui con il pm Palamara e per il suo coinvolgimento diretta nella vicenda delle nomine del Csm – erano stati, nelle ultime ore, sia l’Associazione nazionale magistrati (Anm) sia i vertici di Unicost, una delle correnti della magistratura. Uno degli ultimi atti del Pg Fuzio, membro di diritto del Csm , è stato l’avvio dell’ azione disciplinare nei confronti di Cosimo Ferri, deputato dem ma ancora magistrato in aspettativa, anche lui coinvolto nello scandalo che sta sconvolgendo il Csm.

L’azione disciplinare riguarderebbe proprio il cosiddetto “mercato delle nomine” svelato dall’inchiesta di Perugia che vede indagato l’ ex presidente dell’ Anm Palamara. Ferri è uno dei partecipanti alla riunioni in cui Palamara, togati del Csm e il deputato Luca Lotti discutevano dei futuri assetti della procure, a partire da quella di Roma . Fuzio aveva già esercitato l’ azione nei confronti di Palamara e di cinque consiglieri del Csm, anche loro coinvolti nella vicenda, quattro dei quali si sono dimessi, mentre resta autosospeso il togato di Magistratura indipendente Paolo Criscuoli.

I più letti

Tra pochi giorni, lunedì 8 luglio, il Csm si pronuncerà sulle istanze di ricusazione presentate dal pm romano Luca Palamara nei confronti di due dei suoi giudici disciplinari. Il vice presidente del Csm David Ermini ha infatti costituito il collegio che se ne dovrà occupare, evitando che ci siano rinvii nel giudizio sulla sospensione dalle funzioni e dallo stipendio di Palamara chiesta dal Pg Riccardo Fuzio. L’udienza è già fissata per il giorno successivo, il 9 luglio.

Rif: https://www.ilsole24ore.com/art/scandalo-csm-pg-fuzio-chiede-collocamento-riposo-ACdMNlW

Caos procure, il pg di Cassazione Riccardo Fuzio va in pensione anticipata


Caos-procure, Riccardo Fuzio lascia la magistratura con un anno di anticipo. Dopo il suo coinvolgimento nella vicenda di Perugia e nel caso che ha travolto Luca Palamara, il procuratore generale della Cassazione ha incontrato nella mattinata di giovedì 4 luglio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E al Capo dello Stato ha comunicato la sua irrevocabile decisione di mettersi a riposo con anticipo. La stessa comunicazione viene fatta al Csm, dove Fuzio ha partecipato nella stessa giornata di oggi a una duplice riunione, quella del comitato di presidenza della mattina, e quella di oggi pomeriggio.

Nel corso della seconda riunione Fuzio ha comunicato al vicepresidente del Csm Ermini e al presidente della corte di Cassazione Mammone la sua decisione di lasciare la magistratura con un anno di anticipo. Ma per consentire al Csm di andare avanti e soprattutto di coprire la funzione disciplinare nei confronti dei colleghi, Fuzio viene a sua volta pregato di rimanere finché non sarà nominato il nuovo procuratore generale. La data fissata è quella del 20 novembre, cioè dopo l’elezione dei due pubblici ministeri che sono stati a loro volta sostituiti perché coinvolti nella vicenda di Perugia.

Rif: https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13480521/caos-procure-riccardo-fuzio-pg-cassazione-pensione-anticipata-sergio-mattarella.html

Bufera procure, il procuratore Fuzio lascia l’incarico

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, in una immagine del 25 gennaio 2019 © ANSA

Il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio è stato stamani al Quirinale, per incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e comunicargli “la propria decisione di essere collocato a riposo anticipato”. 
 Fuzio “ha indicato come data” del suo collocamento a riposo anticipato “il 20 novembre 2019”. E’ quanto si legge in una nota del Csm.

Alle ore 17 di oggi si è tenuto il Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura: in quella sede, si legge in una nota del Csm, il procuratore generale Fuzio “ha riferito che nella mattinata odierna si è recato dal Capo dello Stato per comunicargli la propria decisione di essere collocato a riposo anticipato”. Il vicepresidente del Csm e il primo presidente della Cassazione “hanno ringraziato il dott. Fuzio per l’alto senso di responsabilità istituzionale che ha ispirato la sua decisione”.

Il presidente Sergio Mattarella “ha preso atto della decisione del dott. Fuzio di presentare domanda di collocamento a riposo anticipato, decisione assunta con senso di responsabilità a conclusione di un brillante percorso professionale al servizio delle isitituzioni”. Lo si legge in una nota del Quirinale. Mattarella gli ha “espresso apprezzamento per il rigore istituzionale con cui ha assicurato il tempestivo esercizio dell’azione disciplinare in una contingenza particolarmente delicata per la magistratura”.

Il Pg della Cassazione Riccardo Fuzio ha promosso l’ azione disciplinare nei confronti di Cosimo Ferri, che è deputato del Pd, ma ancora magistrato in aspettativa. 

L’8 luglio prossimo il Csm si pronuncerà sulle istanze di ricusazione presentate dal pm romano Luca Palamara nei confronti di due dei suoi giudici disciplinari. Il vice presidente del Csm David Ermini ha infatti costituito il collegio che se ne dovrà occupare, evitando che ci siano rinvii nel giudizio sulla sospensione dalle funzioni e dallo stipendio di Palamara chiesta dal Pg Riccardo Fuzio. L’udienza è già fissata per il giorno successivo, il 9 luglio.

rif:http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2019/07/04/bufera-procure-il-procuratore-fuzio-lascia-lincarico_cdc7cbd4-9b12-415b-bc89-40349f736572.html

Caos Csm, procuratore generale Fuzio chiede riposo anticipato. Ultimo atto: azione disciplinare contro Ferri (Pd)

La decisione è arrivata dopo il pressing dell’Associazione nazionale magistrati e dalla corrente Unicost (di cui il pg dimissionario fa parte), che nei giorni scorsi hanno chiesto un suo passo indietro dopo il coinvolgimento nella vicenda dei magistrati indagati per le cene negli hotel romani con l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti

Collocazione a riposo anticipato. È quanto comunicato dal procuratore generale della Corte di Cassazione Riccardo Fuzio al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che lo ha ricevuto in mattinata al Quirinale. Fuzio lascerà la magistratura il prossimo 20 novembre. Una data che tiene conto dalla richiesta del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura David Ermini e del primo presidente della Corte di Cassazione Giovanni Mammone, i quali – dopo aver ringraziato Fuzio per “l’alto senso di responsabilità istituzionale che ha ispirato la sua decisione” – hanno auspicato che la data di collocamento a riposo tenga conto dei tempi per espletare la procedura di nomina del nuovo Procuratore generale, al fine di evitare che si determini discontinuità nella funzione di titolare dell’azione disciplinare obbligatoria. Come si legge in una nota del Quirinale, Mattarella “ha preso atto della decisione di presentare domanda di collocamento a riposo anticipato, decisione assunta con senso di responsabilità a conclusione di un brillante percorso professionale al servizio delle isitituzioni“. Mattarella gli ha “espresso apprezzamento per il rigore istituzionale con cui ha assicurato il tempestivo esercizio dell’azione disciplinare in una contingenza particolarmente delicata per la magistratura”.

Csm, anche Unicost chiede le dimissioni di Fuzio: “Scelte non rimandabili”. Il pg chiede un incontro a Mattarella

La decisione di Riccardo Fuzio, del resto, è arrivata dopo il pressing dell’Associazione nazionale magistrati e dalla corrente Unicost (di cui il pg dimissionario fa parte), che nei giorni scorsi hanno chiesto un suo passo indietro dopo il coinvolgimento nella vicenda dei magistrati indagati per le cene negli hotel romani con l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti. A questi incontri ha partecipato anche Cosimo Ferri, deputato del Pd ma ancora magistrato in aspettativa, motivo per cui lo stesso Riccardo Fuzio ha promosso un’azione disciplinare. Personaggio centrale della vicenda è il pm di Roma Luca Palamara, sul cui telefono cellulare era stato installato un trojan che ha registrato le conversazioni dell’ex presidente Anm. Tra queste anche quelle con Fuzio, che ha avvisato Palamara dell’inchiesta per corruzione che i magistrati di Perugia hanno aperto sul suo conto. Nella fattispecie, Fuzio ha raccontato quello che c’era nelle carte, ovvero le spese sostenute da FabrizioCentofanti per i viaggi e altri benefit di cui ha goduto Palamara.

Csm, l’Anm: “Il procuratore generale Fuzio deve compiere un gesto di responsabilità. Sia deferito ai probiviri”

Rimanendo in tema, l’8 luglio prossimo il Csm si pronuncerà sulle istanze di ricusazione presentate da Palamara nei confronti di due dei suoi giudici disciplinari. Il vice presidente del Csm David Ermini ha infatti costituito il collegio che se ne dovrà occupare, evitando che ci siano rinvii nel giudizio sulla sospensione dalle funzioni e dallo stipendio di Palamara chiesta dal pg Fuzio. L’udienza è già fissata per il giorno successivo, il 9 luglio. Nell’udienza sulla ricusazione Piercamillo Davigo sarà sostituito da LoredanaMicciché (il secondo giudice di legittimità), mentre il pm Sebastiano Ardita (visto che è stata accolta la nuova richiesta di astensione di Giuseppe Cascini) da Alessandra Dal Moro, che è un giudice. In particolare, è stata disposta la sostituzione di un componente appartenente alla categoria dei pm (Ardita) con un componente appartenente alla categoria dei giudici di merito, quindi sempre un togato, in assenza di altri pm (dopo le dimissioni di Spina e Lepre e la reiterata astensione di Cascini), attraverso una interpretazione costituzionalmente orientata dell’articolo 6, quinto comma, della legge istitutiva del Csm, nel senso di preservare il funzionamento della sezione disciplinare e il continuativo svolgimento dell’attività giurisdizionale, dato che bloccare tale attività violerebbe il principio di indefettibilità e di continuità del potere disciplinare sancito dalla Costituzione e dalla Corte costituzionale (sentenza n. 262/ 2003).

rif:https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/07/04/caos-csm-il-procuratore-generale-fuzio-chiede-il-riposo-anticipato/5301999/

Caso Palamara, il pg della Cassazione Fuzio lascia. Mattarella: “Senso di responsabilità”

Il procuratore generale ha chiesto di essere collocato a riposo anticipato e ha comunicato la decisione al presidente della Repubblica. Abbandonerà la magistratura il prossimo 20 novembre. Azione disciplinare per Cosimo Ferri

Riccardo Fuzio lascia la magistratura con un anno di anticipo. Dopo il suo coinvolgimento nella vicenda di Perugia e nel caso Palamara, il procuratore generale della Cassazione ha incontrato stamattina il presidente della Repubblica Mattarella. Al quale ha comunicato la sua irrevocabile decisione di mettersi a riposo con anticipo. La stessa comunicazione viene fatta al Csm, dove Fuzio ha partecipato nella stessa giornata di oggi a una duplice riunione, quella del comitato di presidenza della mattina, e quella di oggi pomeriggio.

POLITICA

Caso Csm, Palamara: “Chiedo scusa a Mattarella”. E l’Anm vuole le dimissioni di Fuzio

In questa seconda riunione Fuzio ha comunicato al vicepresidente del Csm Ermini e al presidente della corte di Cassazione Mammone la sua decisione di lasciare la magistratura in anticipo. Ma per consentire al Csm di andare avanti e soprattutto di coprire la funzione disciplinare nei confronti dei colleghi, Fuzio viene a sua volta pregato di rimanere finché non sarà nominato il nuovo procuratore generale. La data fissata è quella del 20 novembre, cioè dopo l’elezione dei due pubblici ministeri che sono stati a loro volta sostituiti perché coinvolti nella vicenda di Perugia.

Il Quirinale fa sapere che il presidente ha preso atto della decisione di Fuzio, decisione assunta “con senso di responsabilità” a conclusione di un “brillante percorso professionale a servizio delle istituzioni” e gli ha espresso “apprezzamento per il rigore istituzionale con cui ha assicurato l’esercizio dell’azione disciplinare in una contingenza particolarmente delicata per la magistratura italiana”.

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APPROFONDIMENTO

Csm, Fuzio verso le dimissioni e chiede un faccia a faccia con Mattarella

DI LIANA MILELLA E MARIA ELENA VINCENZIAnche il vicepresidente del Csm David Ermini e  il primo presidente della Corte di Cassazione Giovanni Mammone hanno ringraziato Fuzio per “l’alto senso di responsabilità istituzionale” che hai inspirato la sua decisione.

Intanto, in serata, il Pg della Cassazione Riccardo Fuzio ha promosso l’ azione disciplinare nei confronti di Cosimo Ferri, che è deputato del Pd, ma ancora magistrato in aspettativa.

Rif:https://www.repubblica.it/politica/2019/07/04/news/fuzio_lascia_ha_comunicato_a_mattarella_che_andra_in_pensione-230369583/

«Ho trovato Palamara sotto casa»: in una lettera la difesa di Fuzio

«Ho trovato Palamara sotto casa»: in una lettera la difesa di Fuzio

«Non ho indicato né offerto al dottor Palamara alcuna notizia riservata, essendomi limitato a ribadirgli quello che già sapeva… La breve interlocuzione va inserita in un contesto colloquiale intrattenuto, sia pure con metodi improvvisi, da una persona che aveva con me un rapporto di risalente colleganza e comunanza di vedute in ambito associativo». Il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, alle prese con la «grana» di una conversazione intercettata con il pm romano Luca Palamara indagato per corruzione, illustra la propria autodifesa ai magistrati del suo ufficio. Due pagine e mezza inviate ieri mattina, per spiegare che in quell’incontro, da lui non cercato bensì subìto, non è accaduto nulla di grave. 

È una risposta decisa all’Associazione magistrati, che invece l’ha definito «sconcertante», invitando il pg a dimettersi. Ma dalla lettera, che ha lasciato perplessi molti dei destinatari, non traspare questa intenzione. E i contenuti sono presumibilmente quelli che l’alto magistrato intende esporre nell’udienza chiesta al capo dello Stato Sergio Mattarella, presidente del Consiglio superiore della magistratura di cui Fuzio è membro di diritto. Nell’attesa ieri non s’è presentato al plenumdel Csm ma è andato dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che in teoria potrebbe promuovere nei suoi confronti l’azione disciplinare. 

Entrambi l’hanno avviata contro Palamara, il pg ha chiesto anche al Csm di sospenderlo subito da funzioni e stipendio, e ora spiega di avere subito avvisato i colleghi delegati al procedimento sia della sua antica amicizia con il magistrato (fanno parte della stessa corrente) che dei precedenti discorsi con lui sui viaggi pagati dall’imprenditore Fabrizio Centofanti, divenuti la base dell’accusa di corruzione mossa dalla Procura di Perugia. Poi racconta che la sera del 21 maggio scorso Palamara, dopo avere già saputo di essere indagato, «con modalità “a sorpresa” mi imponeva la sua presenza dinanzi alla mia abitazione, senza che nessun incontro o colloquio fosse stato mai programmato o concordato in procedenza». 

Una sorta di agguato, quindi. Da cui scaturì il dialogo ormai noto: dettagli sull’indagine perugina e sulle votazioni in corso al Csm per il futuro procuratore di Roma. Con le «lamentele del dottor Palamara che sono il sottofondo dell’intera conversazione, quasi del tutto dominata dagli sfoghi del magistrato», ricorda Fuzio. Il quale sostiene di avere semplicemente «ribadito in via reticente, ma solo per garbo caratteriale», ciò che il collega già sapeva. Con l’intento, sostiene, «di razionalizzare il suo stato di “agitazione”». Un tentativo di calmarlo, insomma.

A parte i particolari sull’inchiesta, ciò che appare imbarazzante nell’intercettazione dove le parole di Fuzio sono molto spesso incomprensibili è pure il confronto sulla scelta del nuovo procuratore di Roma (Palamara era impegnato a raccogliere voti in favore di Marcello Viola), nel quale il pg valuta schieramenti e voti. Ma l’alto magistrato nega interferenze e scorrettezze, sottolineando che in mattinata lui aveva suggerito di fare le audizioni dei candidati, richieste dal Quirinale e successivamente bocciate dalla commissione: «Un intervento, il mio, evidentemente non gradito da chi aveva deciso di stringere i tempi, e sul quale Palamara voleva parlare, trovando la strada sbarrata da quanto era già accaduto la mattina». La conclusione è che «siffatta conversazione, all’evidenza, non può essere accomunata alla riunione svoltasi il 9 maggio», cioè quella con i deputati del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti e gli ex componenti del Csm che lo stesso Fuzio ha messo sotto inchiesta disciplinare.

Per il resto, Palamara sollecitava l’amico a intervenire presso il vicepresidente del Csm David Ermini: «Invito da me non raccolto». La minimizzazione di quanto accaduto ha spinto il pg a non evitare di promuovere personalmente il processo disciplinare contro il collega: «In astratto avrei potuto valutare l’ipotesi dell’astensione, ma ho sempre creduto che l’istituzione si serve facendo sempre il proprio dovere ed assumendosi le responsabilità che derivano dalle funzioni che si esercitano. Ho deciso di anteporre l’interesse dell’istituzione alla mia posizione personale, in silenzio e davanti alla mia coscienza. Il magistrato parla con i propri atti». 

Proprio a tutela degli interessi istituzionali, separandoli da quelli personali, l’Anm ha chiesto le dimissioni di Fuzio. Che invece rivendica quanto ha fatto finora: «Sono convinto che sia stata la scelta migliore per la magistratura e per il Csm».

Rif: https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/19_luglio_03/ho-trovato-palamara-sotto-casa-una-lettera-difesa-fuzio-479e5b66-9dc5-11e9-9326-3d0a58e59695.shtml

Csm, anche Unicost chiede le dimissioni di Fuzio: “Scelte non rimandabili”. Il pg chiede un incontro a Mattarella

Csm, anche Unicost chiede le dimissioni di Fuzio: “Scelte non rimandabili”. Il pg chiede un incontro a Mattarella

Dopo l’Anm anche la corrente di centro della magistratura chiede un passo indietro al pg della Cassazione intercettato con Palamara: “I comportamenti che emergono dalle cronache, laddove provati, costituiscono un grave vulnus all’istituzione consiliare, oltre a essere lesivi dei valori fondanti di Unità per la Costituzione”

Il procuratore generale della Cassazione deve dimettersi. Dopo l’Associazione nazionale magistrati, anche Unità per la Costituzione chiede le dimissioni di Riccardo Fuzio. Una richiesta significativa visto che proviene dalla stessa corrente in cui milita il Pg. Unicost, tra l’altro, è anche la corrente di Luca Palamara, il pm sotto inchiesta per corruzione al centro dello scandalo che ha travolto il Consiglio superiore della magistratura.

Ed è proprio per le intercettazioni con Palamara che Fuzio è finito nella bufera. “I recenti articoli di stampa relativi alle conversazioni avute dal procuratore generale presso la corte di Cassazione, titolare dell’azione disciplinare, nonché componente di diritto del Csm, inducono a ribadire quanto già espresso sin dai primi comunicati dalla Segreteria e dalla Presidenza di Unità per la Costituzione: i comportamenti che emergono dalle cronache, laddove provati, costituiscono un grave vulnus all’istituzione consiliare, oltre a essere lesivi dei valori fondanti di Unità per la Costituzione”, scrivono in una nota il presidente e il segretario di Unicost Mariano Sciacca e Enrico Infante. “Il senso di responsabilità istituzionale  che deve appartenere a chi ricopre incarichi di tale rilievo, impone non rimandabili scelte – sottolineano Sciacca e Infante- a tutela dell’istituzione giudiziaria e consiliare, per la credibilità della magistratura tutta”.

Fuzio da parte sua ha chiesto un incontro al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Bisognerà capire quando il magistrato sarà ricevuto al Quirinale: in giornata, infatti, il capo dello Stato è atteso a Napoli per le Universiadi. Stamani Fuzio non ha partecipato al plenum del Csm: la sua sedia è rimasta vuota durante la seduta mattutina. Ieri il pg aveva partecipato alla riunione del Comitato di presidenza, ma non aveva fatto alcun cenno alla sua vicenda, mentre l’Anm diffondeva una nota per chiederne le dimissioni. 

Fuzio intercettato: avvisò Palamara dell’indagine di Perugia su di lui

Il plenum tornerà a riunirsi la prossima settimana. Il vicepresidente del Csm David Ermini, invece, potrebbe esprimersi già in giornata sulle richieste di ricusazione di Palamara. Oggi Ermini ha formato che dovrà vagliare l’istanza avanzata dalla difesa del pm romano durante il procedimento disciplinare: Palamara non vuole che a giudicarlo siano Pier Camillo Davigo e Sebastiano Ardita. Per decidere se escludere Davigo e Ardita dal collegio dei giudicanti, Ermini ha formato un piccolo tribunale composto dai consiglieri togati di Magistratura Indipendente Loredana Micchichè e di Area Giuseppe Cascini. Quest’ultimo ha già depositato una nuova richiesta di astensione che verrà ora valutata dal vicepresidente. 

“Il pg Fuzio deve compiere un gesto di responsabilità”

Cascini si era già astenuto dal collegio disciplinare di Palamara, perché in passato aveva guidato l’Anm in comune con il magistrato indagato (era segretario quando il pm sotto inchiesta era presidente). Il suo posto era stato preso da Ardita. In caso di ricusazione, dunque, Ardita dovrà essere sostituito da un altro pubblico ministere nella sezione disciplinare. Ma allo stato, al Csm non ce ne sono altri, essendosi dimessi per le intercettazioni dell’inchiesta di Perugia, Antonio Lepre e Luigi Spina. Una situazione che si potrebbe risolvere solo se Cascini revocasse in parte la sua astensione, accettando di occuparsi della ricusazione di Ardita. Se così non fosse sarebbe probabile il rinvio ad ottobre, cioè alle elezioni suppletive per sostituire i consiglieri pm che si sono dimessi.

Rif: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/07/03/csm-anche-unicost-chiede-le-dimissioni-di-fuzio-scelte-non-rimandabili-il-pg-chiede-un-incontro-a-mattarella/5298817/

Bufera procure, Md: “Richiesta Anm dimissioni Fuzio atto dovuto”

ella sede della Fnsi il convegno ‘Un magistrato per il cittadino: autogoverno o eterogoverno della magistratura?’

POLITICA (Roma). A margine del convegno ‘Un magistrato per il cittadino: autogoverno o eterogoverno della magistratura?’, svoltosi nella sede della Fnsi a Roma, Cesare Antetomaso dei Giuristi democratici ha detto la sua sulla richiesta dell’Anm al procuratore generale presso la Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio, di fare un ‘gesto di responsabilità’: “Probabilmente è una richiesta giusta, nel momento in cui i magistrati riscoprono il ruolo che la Costituzione gli assegna tutte le ombre vengono meno”. Domenico Gallo, pres. II sez. penale Corte di Cassazione, ha aggiunto: “Ci sono ragioni di opportunità e di trasparenza che rendono questa richiesta legittima”. Infine le parole di Riccardo De Vito, presidente Md (Magistrati democratici): “E un atto dovuto ai cittadini e alla gran parte della magistratura che fa il proprio lavoro con serietà tutti i giorni e prova, di fronte a questo stato di cose, una rabbia che vorrebbe trasmettere anche fuori dalle aule e dai palazzi”. (Andrea Corti/alanews)

rif:http://www.alanews.it/politica/bufera-procure-md-richiesta-anm-dimissioni-fuzio-atto-dovuto/

Ecco perché Fuzio deve dimettersi (e non solo lui)

L’Espresso online ha reso pubblica la conversazione registrata, nel corso dell’inchiesta di Perugia a carico di Luca Palamara, il 21.5.2019 tra il pg della Cassazione Riccardo Fuzio e l’indagato, il cui contenuto veniva gelosamente tenuto nascosto da oltre 15 giorni dal Csm – silenti anche i vertici – in attesa, forse, che si calmassero le acque. Nel corso dell’incontro, il pg ha messo al corrente l’indagato di alcuni dettagli dell’inchiesta per corruzione nei suoi confronti e ha discusso con lui della operazione e dei voti per eleggere il pg di Firenze Marcello Viola a Procuratore di Roma. Tre le considerazioni: la prima che, a sostituirsi all’improprio silenzio delle Istituzioni, è stata, ancora una volta, la stampa nell’insopprimibile esercizio del diritto di informare i cittadini che, a loro volta, hanno il diritto di essere informati. La seconda è che lo scorretto comportamento di Fuzio – al pari di quello, altrettanto scorretto, di cinque membri del Csm, di cui quattro si sono dimessi e uno è ancora in “autosospensione (!?) – è “normale” espressione (assolutamente riprovevole) della degenerazione delle correnti che, costituitesi in gruppi di potere, hanno capi – spesso privi di incarichi formali – che, in quanto “signori delle tessere”, impartiscono disposizioni ai componenti il gruppo e sono in grado di determinare l’elezione dei prescelti a componenti del Csm, ai quali, successivamente, vengono impartite direttive per le nomine ai posti direttivi, anche di vertice. Ciò spiega perché i cinque componenti del Csm (due di Unicost, Spina e Morlini, tre di MI, Cartoni, Lepre, Criscuoli) vadano alle riunioni “carbonare” con Luca Palamara e Cosimo Ferri (capi indiscussi delle due correnti) per discutere, molto scorrettamente (anche con un deputato imputato, Luca Lotti) la nomina dei procuratori di Roma e di Perugia e dello stesso Palamara a procuratore aggiunto della Capitale; e ciò spiega perché il pg discuta impropriamente con l’indagato che, però, è il capo indiscusso della sua corrente alla quale deve molto per essere stato, per anni, in quota Unicost al Csm come magistrato-segretario, come addetto all’ufficio studi e, infine, come componente; e, del resto, la sua nomina a procuratore generale è frutto della convergenza sul suo nome anche dei voti di Unicost (compreso il Palamara) e di MI. Se questi sono gli effetti perversi delle correnti, degenerate in impropri e pericolosi centri di potere, allora i vertici della Anm devono convocare l’assemblea dei soci per deliberare sullo scioglimento di esse, in maniera che gli associati possano liberamente discutere, senza vincoli o pressioni, all’interno dell’Associazione, dei loro problemi nel trasparente confronto delle diverse opinioni. La terza considerazione è che i gravissimi comportamenti del pg – ancora più gravi di quelli tenuti dai cinque componenti del Csm nei cui confronti proprio il pg ha avviato l’azione disciplinare – pongono il problema di come possa essere esercitata l’azione disciplinare nei confronti del pg che ne è l’unico, esclusivo titolare e che certamente non la può esercitare contro se stesso. Il ministro di Giustizia può proporre l’azione disciplinare (e, nella specie, data la gravità della questione deve avviare da subito gli accertamenti), ma la proposta è pur sempre fatta al pg che non può certamente delegare l’inchiesta disciplinare al procuratore aggiunto o agli avvocati generali da esercitarsi nei suoi confronti (e al quale, anche nei casi di delega, spetterebbe sempre e comunque l’ultima parola). Né si può ricorrere all’“autosospensione” dalla carica di procuratore generale, istituto che non esiste nel nostro ordinamento giuridico e che sarebbe un mero, censurabile espediente. L’unica soluzione, in un caso del genere, anche per la gravità dei comportamenti, non può che essere quella delle dimissioni del procuratore generale dall’Ordine giudiziario.

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