Processo “Favori e giustizia”. Nuove accuse di corruzione contro il pm Emilio Arnesano

La Procura di Potenza ha rimodulato il capo d’imputazione principale di corruzione in atti giudiziari, riguardante i rapporti tra il magistrato salentino e l’ex Direttore dell’Asl Ottavio Narracci.

La Procura di Potenza presenta una modifica del capo d’imputazione, nel processo “Favori e Giustizia”. Non solo, poiché il pm Anna Gloria Piccininni dinanzi ai giudici in composizione collegiale, come già accaduto nel gennaio scorso, ha chiesto di acquisire altri documenti e di procedere alla trascrizione di alcune telefonate, prima di poter dare il via alla requisitoria. Su questa seconda questione avanzata dalla Procura, i giudici si sono riservati e decideranno nell’udienza del 13 novembre prossimo, poichè il collegio difensivo ha chiesto un termine a difesa.

La discussione dovrebbe prendere il via, tra il 17 ed il 20 novembre.

La modifica del capo d’imputazione

Il pm potentino ha rimodulato il capo d’imputazione principale di corruzione in atti giudiziari, in cui si soffermava sul rapporto del pubblico ministero Emilio Arnesano con il Direttore dell’Asl Ottavio Narracci e sugli aiuti giudiziari “garantiti” dal pm, anche grazie all’intermediazione del dirigente medico Carlo Siciliano.

Secondo quanto sostiene la Procura di Potenza, Ottavio Narracci avrebbe procurato ad un amico del pm Emilio Arnesano, un’assunzione presso un’azienda con un contratto a tempo indeterminato e rinnovato di volta in volta alla scadenza, complessivamente per 18 mesi, fino al 20 novembre del 2018.

Le altre accuse

Non solo, poiché la Procura potentina contesta anche gli aiuti giudiziari di Arnesano ad un urologo, in cambio della fornitura di pastiglie di Viagra.

Dopo avergli consegnato la scatola ed essersi impegnato a trovare altre pastiglie ritenute più efficaci, il medico avrebbe chiesto ad Arnesano di interessarsi ad un procedimento che coinvolgeva una persona a lui vicina, come aveva “promesso” fare.

Il magistrato garantiva di partecipare all’udienza preliminare e in secondo luogo di richiedere al gip – che doveva decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm titolare dell’inchiesta – di emettere una sentenza di non luogo a procedere.

Gli imputati

Ricordiamo che il pm aveva già rimodulato nel corso di un’udienza del luglio del 2019, il capo d’imputazione principale di corruzione in atti giudiziari, incentrato sui rapporti di Emilio Arnesano, 63 anni di Carmiano, con l’oramai ex Direttore dell’Asl Ottavio Narracci, 60 anni di Fasano e i dirigenti medici Carlo Siciliano, 63 anni di Lecce e Giorgio Trianni, 67 anni di Gallipoli.

Gli imputati sono assistiti dagli avvocati: Amilcare Tana, Renata Minafra, Luigi Covella, Luigi, Alberto ed Arcangelo Corvaglia, Gabriele Valentini, Ladislao Massari, Antonio Savoia, Nicola Buccico del Foro di Matera, Cesare Palcanica del Foro di Roma, Giangregorio De Pascalis del Foro di Trani.

rif:https://www.leccenews24.it/cronaca/processo-favori-e-giustizia-nuove-accuse-di-corruzione.htm

Processo “Favori e giustizia”. Nuove accuse di corruzione contro il pm Emilio Arnesano

La Procura di Potenza ha rimodulato il capo d’imputazione principale di corruzione in atti giudiziari, riguardante i rapporti tra il magistrato salentino e l’ex Direttore dell’Asl Ottavio Narracci.

La Procura di Potenza presenta una modifica del capo d’imputazione, nel processo “Favori e Giustizia”. Non solo, poiché il pm Anna Gloria Piccininni dinanzi ai giudici in composizione collegiale, come già accaduto nel gennaio scorso, ha chiesto di acquisire altri documenti e di procedere alla trascrizione di alcune telefonate, prima di poter dare il via alla requisitoria. Su questa seconda questione avanzata dalla Procura, i giudici si sono riservati e decideranno nell’udienza del 13 novembre prossimo, poichè il collegio difensivo ha chiesto un termine a difesa.

La discussione dovrebbe prendere il via, tra il 17 ed il 20 novembre.

La modifica del capo d’imputazione

Il pm potentino ha rimodulato il capo d’imputazione principale di corruzione in atti giudiziari, in cui si soffermava sul rapporto del pubblico ministero Emilio Arnesano con il Direttore dell’Asl Ottavio Narracci e sugli aiuti giudiziari “garantiti” dal pm, anche grazie all’intermediazione del dirigente medico Carlo Siciliano.

Secondo quanto sostiene la Procura di Potenza, Ottavio Narracci avrebbe procurato ad un amico del pm Emilio Arnesano, un’assunzione presso un’azienda con un contratto a tempo indeterminato e rinnovato di volta in volta alla scadenza, complessivamente per 18 mesi, fino al 20 novembre del 2018.

Le altre accuse

Non solo, poiché la Procura potentina contesta anche gli aiuti giudiziari di Arnesano ad un urologo, in cambio della fornitura di pastiglie di Viagra.

Dopo avergli consegnato la scatola ed essersi impegnato a trovare altre pastiglie ritenute più efficaci, il medico avrebbe chiesto ad Arnesano di interessarsi ad un procedimento che coinvolgeva una persona a lui vicina, come aveva “promesso” fare.

Il magistrato garantiva di partecipare all’udienza preliminare e in secondo luogo di richiedere al gip – che doveva decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm titolare dell’inchiesta – di emettere una sentenza di non luogo a procedere.

Gli imputati

Ricordiamo che il pm aveva già rimodulato nel corso di un’udienza del luglio del 2019, il capo d’imputazione principale di corruzione in atti giudiziari, incentrato sui rapporti di Emilio Arnesano, 63 anni di Carmiano, con l’oramai ex Direttore dell’Asl Ottavio Narracci, 60 anni di Fasano e i dirigenti medici Carlo Siciliano, 63 anni di Lecce e Giorgio Trianni, 67 anni di Gallipoli.

Gli imputati sono assistiti dagli avvocati: Amilcare Tana, Renata Minafra, Luigi Covella, Luigi, Alberto ed Arcangelo Corvaglia, Gabriele Valentini, Ladislao Massari, Antonio Savoia, Nicola Buccico del Foro di Matera, Cesare Palcanica del Foro di Roma, Giangregorio De Pascalis del Foro di Trani.

“Aiutata dal pm in cambio di favori sessuali”, patteggia l’avvocato di Lecce

Ho subito un processo mediatico”, è quanto dichiarato da Benedetta Martina, l’avvocatessa 32enne di Copertino, Comune in provincia di Lecce, finita nell’inchiesta che ha coinvolto il pm Emilio Arnesano arrestato su ordine della procura di Potenza per corruzione.

In manette è finita anche la giovane avvocatessa che, stando all’accusa, cedeva alle lusinghe sessuali del pubblico ministero in cambio di favori. Ora la giovane donna si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. Martina ha patteggiato la pena di due anni e otto mesi che sconterà in libertà, perché il giudice ha apprezzato lo spirito di collaborazione avuto sin dall’inizio dell’inchiesta, secondo quanto si legge sul giornale on line “LeccePrima“.

L’avvocatessa ha scelto il rito alternativo e non sosterrà nessun processo anche perché sostiene di averlo già subito un processo, quello, in molti casi più difficile da sostenere psicologicamente, sui mass media. “Sono stata condannata, quando ancora c’erano solo ipotesi di reato. Sono state divulgate foto di momenti della mia vita privata senza il minimo rispetto, senza un minimo di sensibilità per una donna che è prima di tutto mamma di una bambina molto piccola. Ho vissuto momenti drammatici che hanno lasciato in me segni profondi” ha dichiarato al quotidiano locale.

Stando all’accusa, la giovane avvocatessa avrebbe ottenuto vantaggi dal magistrato Arnesano durante i processi di alcuni suoi assistiti. Tornando alle dichiarazioni della donna, però, quelli in causa non erano suoi assistiti in quanto lei si è sempre occupata del tribunale di sorveglianza. E ha specificato che i rapporti intercorsi tra lei e il pubblico ministero, un uomo di 61 anni, erano solo di natura personale e non lavorativa.

L’unico favore che Arnesano avrebbe fatto a Martina, sempre secondo il racconto dell’avvocatessa, sarebbe stato nei confronti di un’amica di lei, Federica Nestola, anche lei 32enne di Leverano (sempre nel Leccese). Quest’ultima avrebbe superato l’esame di abilitazione alla professione forense nel 2017 grazie all’aiuto del magistrato.

Rif:http://www.ilgiornale.it/news/cronache/lecce-patteggia-lavvocatessa-finita-nellinchiesta-corruzione-1662418.html

Processo “Favori&Giustizia”: sul magistrato Arnesano franano nuove accuse

Posti di lavoro per suo figlio. Per la figlia di una avvocatessa che per telefono lo chiama amore. E per un concittadino di Carmiano. Grazie ai rapporti che avrebbe intessuto con i coimputati Ottavio Narracci, 59 anni, di Fasano, direttore generale della Asl di Lecce. E con il primario di Medicina del Lavoro del Vito Fazzi, Carlo Siciliano, 63 anni, di Lecce. Ed una raccomandazione per un medico aspirante primario nell’ospedale di Gallipoli.
Un nuovo spaccato dei rapporti che il pubblico ministero Emilio Arnesano, 62 anni, in servizio prima a Brindisi e poi a Lecce fino al 6 dicembre dell’anno scorso quando fu arrestato (la sua stanza intanto è stata assegnata ad un altro magistrato), avrebbe intrattenuto con i vertici della Asl, emerge dalle 53 pagine di intercettazioni ambientali e telefoniche depositate dal procuratore di Potenza, Francesco Curcio, nel processo per corruzioni in atti giudiziari in corso davanti ai giudici della sezione B del Tribunale lucano.
Quegli atti a firma del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Lecce entrano nel processo perché l’accusa vuole dimostrare quali fossero i rapporti fra gli imputati coinvolti nelle medesime vicende contestate come corruzione in atti giudiziari. Come l’assoluzione chiesta da Arnesano nel processo in cui Narracci rispondeva di avere usato l’auto blu della Asl per spostamenti personali e la barca di undici metri acquistata dal magistrato da Siciliano, ritenuto amico di Narracci, al costo di 28mila euro invece che di 45mila euro.
Fatti ormai noti, ma per i quali la Procura di Potenza scopre ora nuove carte per cercare di dimostrare i rapporti fra le parti rimasti ancora in ombra. In queste carte ci sono, ad esempio, messaggi e telefonate fra Arnesano e Narracci che invece non erano noti nell’ordinanza di custodia cautelare: messaggi tramite il telefono dell’amica avvocatessa. Messaggi comunque in codice, nel timore, esternato con veemenza, di essere intercettati: famiglia, la parola chiave, preceduta dal nome di battesimo di chi inviava il messaggio. I messaggi inviati da un dipendente di un’impresa affidataria di appalti della Asl, per chiedere e poi ottenere il prolungamento del suo contratto. Ed incontro con il magistrati: «Nel solito posto». Davanti all’ingresso di un hotel in periferia.
Le nuove carte dell’inchiesta dicono anche che Arnesano si sarebbe speso in prima persona per fare ottenere l’assunzione a tempo determinato al figlio nella Igeco costruzioni: 1200 euro al mese con la formula garanzia giovani. Facendo anche presente di avere pendente un fascicolo su questa impresa nel suo ufficio. Il tramite sarebbe stato Carlo Siciliano, medico del lavoro di quell’impresa. L’occasione, l’11 luglio del 2014 durante la cerimonia di assegnazione dalla The Yatch Harbour Association delle Cinque ancore al porticciolo turistico Marina di Brindisi, costruito e gestito dalla Igeco. Arnesano ne parlò nella sua Mercedes E250 la mattina del 6 ottobre dell’anno scorso, con un amico ingegnere, sostenendo anche di avere ricevuto un regalo dal primario di Neurologia Giorgio Trianni, anch’egli imputato nello stesso processo (pende una richiesta di patteggiamento ad un anno ed undici mesi di reclusione), Arnesano: «Le grandi opere che ho fatto, un riconoscimento. C’era invitata un sacco di gente. C’erano un sacco di persone, c’era un casino», la descrizione della cerimonia al Marina di Brindisi. «Ed io giustamente gli dissi, glielo, diciamo quella cosa per …? Ed andammo».
I rapporti con Ottavio Narracci. Rafforzano la tesi dell’accusa per i dati estrapolati dallo smartphone del direttore della Asl Lecce. I messaggi via Whatsapp, ad esempio, del 19 giugno dell’anno scorso (a due anni dall’assoluzione di Narracci). Arnesano: «Auguri, non vorrei disturbare, ma ti chiedo un appuntamento di 10 minuti. Appena puoi». Narracci: «Martedì prossimo?». Arnesano: «Ok, 9.30, solito posto va bene?». Narracci: «Ingresso Lecce?». Poi fa il nome dell’hotel. Arnesano: «Sì. Scusami, ma sono in udienza e tengo il telefono silenzioso e non sento i messaggi».
E.M.

rif:https://www.quotidianodipuglia.it/lecce/il_pm_voleva_posti_di_lavoro_nuove_accuse_contro_arnesano-4411736.html

Il pm Arnesano davanti al giudice: «Ho sbagliato, non sono un mostro»

Un’ora e un quarto davanti al giudice e al pm per affrontare tutte le questioni che lo hanno portato in carcere. Tanto è durato l’interrogatorio di garanzia di Emilio Arnesano, il sostituto procuratore di Lecce finito nei guai nell’ambito dell’inchiesta su un presunto sistema di scambi di favori – condito anche da prestazioni sessuali – che ha fatto tremare non solo il Palazzo di giustizia, ma soprattutto la Asl di Lecce. Un faccia a faccia serrato, durante il quale Arnesano palesa tutto il suo malessere per la piega presa dagli eventi ma allo stesso tempo cerca di allontanare da sé i sospetti sui reati che gli vengono contestati.
Il lato umano del magistrato caduto in disgrazia traspare spesso nelle carte, e attraversa tutto il suo racconto quando parla della barca pagata a un prezzo di favore, della battuta di caccia, dei processi sospetti. Arnesano si difende, in qualche modo: «Non sono il mostro che mi descrivono qui dentro. Qualche leggerezza l’ho fatta – ammette – non dico che non l’ho fatta per questa storia delle donne…». Leggerezze, certo, ma il fulcro dell’inchiesta – ovvero i favori ricevuti in cambio di un interessamento alle sorti processuali degli amici – viene fortemente respinto. «Lei si è messo a disposizione», gli contesta il procuratore capo di Potenza Francesco Curcio. «No, no – protesta Arnesano – nego questo fatto. Nego il nesso di causalità. Questo non c’era. Il problema era l’amicizia che mi legava a questa persona, a queste persone». E anche nel rapporto con l’avvocatessa Benedetta Martina, assicura il pm leccese, «io mi sono prestato per amicizia».
All’interrogatorio, condotto dal giudice per le indagini preliminari Amerigo Palma, era presente, oltre al procuratore Curcio, anche il sostituto Veronica Calcagno. Arnesano è incalzato da una serie di domande che lo colpiscono anche nel privato, soprattutto quando la discussione si sposta sui rapporti sessuali intrattenuti con le avvocatesse che chiedevano il suo intervento per le ragioni più disparate. Ma Arnesano ammette: «La prima cosa che farò: chiedere scusa a mia moglie e a mio figlio. Ho sbagliato. Io ho detto, se mi credete, se mi date atto, io da oggi, da ieri anzi, ho detto basta. Se mia moglie mi vorrà ancora, le chiederò scusa, perdono». «Ho sempre lavorato tanto – aggiunge più avanti -. Ultimamente mi ha preso questa mano qua di queste benedette ragazze. Ma adesso basta. Non ne voglio più sapere né di ragazze e né di quei galantuomini».
Su un punto in particolare Arnesano appare sicuro: il suo rapporto con il direttore generale della Asl Ottavio Narracci e l’iter che lo ha portato a seguire il suo processo. Secondo l’accusa, Arnesano avrebbe esplicitamente chiesto che gli venisse assegnato il fascicolo relativo a un processo per peculato a carico del dirigente sanitario. La sua ricostruzione è diversa: «Io non conoscevo Narracci né mai Carlo Siciliano (dirigente del dipartimento di Medicina del lavoro e Igiene ambientale, ndr) mi ha parlato di Narracci. La questione del processo Narracci avviene in questi termini: io capito in un’udienza penale per processi che seguo io in cui c’è anche questo processo Narracci della dottoressa Mignone, che aveva istruito la dottoressa Mignone». Arnesano spiega poi che successivamente avrebbe chiesto al procuratore aggiunto se stesse appunto seguendo la vicenda Narracci, e che la Mignone gli avrebbe risposto negativamente, invitando lui a seguirlo. Stando alla ricostruzione dell’accusa, il processo al dirigente Asl sarebbe stato viziato da uno scarso impegno di Arnesano: da qui il sospetto che il pm avesse voluto favorire Narracci chiedendone poi l’assoluzione. In particolare, gestendo in maniera insufficiente un testimone. Glielo contesta il procuratore capo: «Fa due domande. Due paginette! Un processo di peculato a un alto dirigente dello Stato si fa così?».
Insomma, nel corso dell’interrogatorio viene passato al setaccio più in generale il rapporto di Arnesano con tutti i dirigenti Asl coinvolti: non solo con Narracci e Siciliano, dunque, ma anche con Giuseppe Rollo, primario di Ortopedia, e Giorgio Trianni, primario di Neurologia, entrambi al Fazzi. In ogni caso, Arnesano nega il nesso di causalità tra favori ricevuti ed eventuali (e presunti) aiuti di carattere giudiziario. Una difesa strenua, quella di Arnesano. Che nel finale si lascia andare: «Procuratore, signor giudice: restituitemi alla mia famiglia. Non mi lasciate qui dentro». Poche settimane dopo gli vengono concessi gli arresti domiciliari.

rif: https://www.quotidianodipuglia.it/lecce/il_pm_arnesano_davanti_al_giudice_ho_sbagliato_non_sono_un_mostro-4321202.html

Lecce, pm arrestato per corruzione: sesso anche per pilotare l’esame da avvocato in programma l’11 dicembre

Lecce, pm arrestato per corruzione: sesso anche per pilotare l’esame da avvocato in programma l’11 dicembre

all’ordinanza che ha portato in carcere Emilio Arnesano emerge il tentativo di influenzare la prova dei prossimi giorni. Moneta di scambio nella corruzione, secondo l’accusa, sesso e favori anche spiccioli, come scatole di viagra gratis

L’aiuto durante l’esame da avvocato presumibilmente a fronte della richiesta di rapporti sessuali. Il pm della Procura di Lecce, Emilio Arnesano, da giovedì 6 dicembre nel carcere di Potenza, stava “di recente programmando di interferiresullo svolgimento delle prove scritte”, fissate per la prossima settimana, dall’11 al 13 dicembre. È questo che ha spinto la Procura lucana ad accelerare nella richiesta di custodia cautelare in carcere per il magistrato salentino accusato di corruzione. Dietro le sbarre anche un dirigente della Asl di Lecce, Carlo Siciliano, ritenuto il “trait d’union tra il comitato d’affari della sanità leccese e il magistrato infedele”. Gli interrogatori di garanzia per loro si sono tenuti stamattina, mentre slitteranno a lunedì quelli degli indagati finiti ai domiciliari, il direttore generale Asl Ottavio Narracci, due primari e un’avvocata.

Il rischio di influenzare la prova per l’abilitazione alla professione forenseavrebbe fatto il paio con il presunto condizionamento di un procedimento disciplinare, la cui discussione in seno all’Ordine degli Avvocati era in programma per ieri. Anche in questo caso, promessa di sesso in cambio di una raccomandazione al presidente del collegio di disciplina. Non solo. Secondo l’accusa, il pm stava tentando di allungare le mani su processi nella titolarità dei colleghi, per aggiustarli. E “recenti captazioni danno proprio atto di un ulteriore e recente accordo corruttivo tra il magistrato e un medico che gli fornisce gratuitamente medicinali (viagra) per pilotare, secondo il consolidato metodo di sostituzione in udienza, l’ennesimo procedimento penale, a carico del figliocciodel sanitario”. Tutto da provare. Sono queste, però, le motivazioni alla base dell’ordinanza di custodia cautelare emanata dopo appena quattro mesi di indagini. Che ora sono destinate ad allargarsi, “con l’emersione di ulteriori protagonisti di questo sistema di corruttela (ad es. altri sanitari per condizionare ulteriori processi penali, avvocati per avvantaggiare propri praticanti nel superamento delle imminenti prove scritte)”. “Verosimilmente, i procedimenti emersi in questi pochi mesi come oggetto di scambi corruttivi – scrive, infatti, il gip Amerigo Palma – potrebbero non essere gli unici ad aver subito gli effetti destanti e rovinosi del metodo delinquenziale con cui Arnesano ha svolto le funzioni di pm”.

Tanti gli episodi riportati, alcuni recentissimi. Tra i più significativi, ci sono proprio quelli relativi all’imminente esame di abilitazione alla professione forense. Il 27 novembre scorso, viene registrata la conversazione tra il pm Arnesano e un avvocato, G.G.: il legale chiede al magistrato di poter intervenire per far superare l’esame ad una sua praticante. Arnesano gli risponde che ha appena fatto lo stesso all’esame orale con una donna raccomandata da una sua conoscente, cioè l’avvocata Benedetta Martina, con la quale intrattiene rapporti intimi. “Un’ammissione di pubblico dominio, nei confronti di terzi non coinvolti direttamente in tale vicenda, particolarmente grave per la lesione dell’immagine della magistratura, professandosi appunto come sicuro riferimento per quanti volessero indebitamente ottenere vantaggi in cambio di rapporti sessuali”, è quanto annotano gli inquirenti lucani. Aggiunge, infatti, Arnesano che “aveva accettato la richiesta di aiuto a condizione che potessero concedersi a lui sia l’avvocato in questione che la candidata all’esame”, effettivamente poi superato. Nel caso della raccomandazione proposta da G.G., il magistrato chiede di incontrare la giovane, “verosimilmente per accertare di persona le fattezze di questa”. Dopo averla conosciuta, si dimostra ben disposto “ad avvicinare uno dei commissari”, un suo collega. Come fare a influenzare l’esame? Il metodo è rodato, a quanto pare: G.G. confida ad Arnesano di essere già riuscito in passato “a intervenire sulla prova scritta di alcuni candidati, facendo loro scrivere, sull’elaborato, delle frasi concordate che permettevano al commissario di turno da lui avvicinato di poter riconoscere le persone”.

La sponsorizzazione di una donna all’esame orale, poi, riempie diverse pagine dell’ordinanza. È, come detto, amica dell’avvocato Martina (finita ieri ai domiciliari), quest’ultima professionista che “non esita ad avere plurimi rapporti sessuali con l’Arnesano – scrive il gip – pur ammettendo esplicitamente con F.N. (la candidata) la propria ripugnanza fisica per il magistrato”. Anche per F.N. il baratto sarebbe dovuto consistere in un rapporto intimo e quando chiede a Martina come comportarsi con lui, lei le risponde: “Vattene conciata, tieni conto che Arnesano si butta eh (…) ogni volta per evitarlo che schifo perché poi è viscido, che schifo”. Tante, insomma, le ombre proiettate dall’inchiesta lucana su colui che viene definito come un “sostituto procuratore del tutto privo di qualsiasi frenoinibitorio” e che “si rendeva responsabile, a getto continuo, di molteplici episodi di corruzione e abuso, prostituendo l’esercizio della sua funzione in cambio di incontri sessuali ed altri favori”. Anche spiccioli. “Deve evidenziarsi – si legge nelle carte – come il non particolare valore dei favori ottenuti (ad esempio scatole di viagra) corrisponda non ad una minore tenuità delle sue condotte, ma piuttosto, ad una sua più accentuata pericolosità: svendere la funzione giudiziaria per un approccio sessuale, per una battuta di caccia o per ottenere significativi scontinell’acquisto di barche, appare il segno di una personalità ormai criminale”. Ora le indagini saranno estese anche agli altri fascicoli ancora sulla scrivania e “per i quali vi sia il sospetto che siano stati utilizzati come strumento per ottenere favori”.

Rif:https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/07/lecce-pm-arrestato-per-corruzione-sesso-anche-per-pilotare-lesame-da-avvocato-in-programma-l11-dicembre/4821019/

Barca, soldi e sesso per «aggiustare» indagini: arrestato un pm a Lecce. In manette anche dirigenti Asl

Il magistrato Emilio Arnesano in carcere: avrebbe favorito le cause di una avvocatessa e «venduto» indagini relative ai manager sanitari

Emilio Arnesano, pubblico ministero a Lecce, è stato arrestato stamani su ordine del gip di Potenza, nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica del capoluogo lucano su favori e prestazioni sessuali ottenuti dal magistrato. È stato disposto anche il sequestro di un’imbarcazione e di oltre 18 mila euro nei confronti dello stesso magistrato, «in quanto profitto del reato di corruzione».

Il gip di Potenza ha posto agli arresti domiciliari altre quattro persone nella stessa inchiesta che ha portato all’arresto del pm di Lecce, Emilio Arnesano. Sono tre dirigenti dell’Asl di Lecce – Ottavio Naracci, direttore generale, e due dirigenti, Giorgio Trianni e Giuseppe Rollo, e dell’avvocato Benedetta Martina. Inoltre, è stato ordinato il divieto di dimora a Lecce dell’avvocato Salvatore Antonio Ciardo. In carcere, invece, è finito anche Carlo Siciliano, un altro dirigente dell’Asl della 
città salentina. Lo si è appreso a Potenza. Siciliano, secondo l’accusa, è coinvolto nella rete di favori e scambi della quale il magistrato era protagonista.

Corruzione a Lecce: ecco il magistrato e i suoi ‘amici’ alla Asl

Arnesano è accusato di «delitti commessi con abuso e vendita delle proprie funzioni» di magistrato. Durante indagini durate circa quattro mesi, sono emersi, a carico del pm di Lecce, «episodi di corruzione in atti giudiziari, di induzione a dare o promettere utilità e di abuso di ufficio». Arnesano avrebbe «venduto, in più procedimenti, l’esercizio della sua funzione giudiziaria in cambio di incontri sessuali ed altri favori». In particolare è finito sotto la lente investigativa della Procura della Repubblica di Potenza il «rapporto corruttivo, consolidato e duraturo», con l’avvocato Benedetta Martina (agli arresti domiciliari): il pm «pilotava procedimenti in cui gli indagati erano assistiti dall’avvocato Martina, ottenendo in cambio prestazioni sessuali» dal legale.

LA BARCA A PREZZO STRACCIATO – Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, in particolare, è Siciliano che ha venduto ad Arnesano la barca di 12 metri «a un prezzo di gran di lunga inferiore al prezzo di mercato». In quell’occasione, il magistrato ha «accettato un pagamento in mazzette di denaro contante», sulla cui provenienza sono in corso accertamenti. Inoltre, nell’atto di acquisto dell’imbarcazione, è stato indicato un prezzo d’acquisto «simbolico, non corrispondente a quello realmente pagato». In seguito Arnesano si è impegnato “personalmente, quale pm di udienza, in una strategia processuale tesa a fare ottenere l’assoluzione» dal reato di peculato a Ottavio Naracci» (direttore generale dell’Asl di Lecce, «legato» a Sicliano) che «in effetti riusciva ad ottenere»

LE ARCHIVIAZIONI PER I VERTICI ASL – In relazione agli arresti domiciliari decisi dal gip per i tre dirigenti della Asl di Lecce, Arnesano avrebbe garantito loro «l’esito positivo di procedimenti giudiziari a carico», ottenendo in cambio una barca di 12 metri a piccolo prezzo, soggiorni gratuiti e interventi medici agevolati.

Il pm è accusato di aver chiesto (e poi ottenuto dal Tribunale di Lecce) l’assoluzione di Narracci dall’accusa di peculato e abuso d’ufficio, indagine nata a seguito di una denuncia anonima recapitata all’allora governatore Nichi Vendola e relativa all’uso personale, da parte di Narracci (all’epoca direttore sanitario della Asl di Lecce), di un’auto aziendale che avrebbe utilizzato per gli spostamenti personali dalla residenza di Fasano alla sede della Asl di Lecce.

AVEVA ANCHE AGEVOLATO L’ESAME DI UN AVVOCATO – Emilio Arnesano, il pm di Lecce arrestato stamani su ordine del gip di Potenza (la Procura del capoluogo lucano è competente per i reati commessi dai magistrati del distretto della Corte di Appello di Lecce), agevolò anche l’esame orale di avvocato di una «giovane collega” dell’avvocato Martina. Arnesano contattò l’avvocato Ciardo, componente della commissione d’esame, e l’avvocato Federica Nestola superò la prova. Nell’ufficio del pm ci fu un incontro (fra Arnesano, Ciardo e Nestola) in cui furono «definite le domande» da porre alla candidata. 
Il pm, inoltre, intervenne presso il presidente del collegio di disciplina dell’Ordine degli avvocati di Lecce, Augusto Conte, su richiesta dell’avvocato Manuela Carbone. Anche in tal caso ci fu un incontro fra Arnesano e Conte, durante il quale “la richiesta veniva avanzata e accettata”: il pm, poi, chiese all’avvocato Carbone, «in cambio del suo intervento, delle prestazioni sessuali».

Le indagini che hanno portato all’arresto, stamani, del pm di Lecce, Emilio Arnesano, sono cominciati con una «singola e specifica notizia di reato» a carico del magistrato da parte della Procura salentina, inviata alla Procura della Repubblica di Potenza. 
La segnalazione riguardava un provvedimento di dissequestro di una piscina di Giorgio Trianni, dirigente dell’Asl di Lecce, “con successiva richiesta di archiviazione della notizia di reato». Arnesano, in cambio, ottenne da Triani «un soggiorno con annesse battute di caccia». 
Oggi il gip ha disposto il sequestro della piscina «risultata oggetto di mercimonio» fra Arnesano e Trianni, di una barca e di 18.400 euro del magistrato, «in quanto profitto del reato di corruzione».

EMILIANO: «FATTI NON LEGATI ALL’ATTIVITA’ DELLA ASL» – «Ho preso atto dell’ordinanza e voglio specificare che nessuno dei capi di imputazione ha a che fare con le attività dell’Asl di Lecce». Lo ha sostenuto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parlando oggi a Bari con i giornalisti dei tre dirigenti dell’Asl di Lecce – Ottavio Naracci, direttore generale, e due dirigenti, Giorgio Trianni e Giuseppe Rollo – posti agli arresti domiciliari su ordine del gip di Potenza nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto del pm di Lecce, Emilio Arnesano. «Nessuna delle imputazioni ha a che fare quindi con le attività dell’Asl di Lecce e men che mai della Regione Puglia. Sono relazioni personali, per quel che ho capito ed ammesso che – ha spiegato Emiliano – siano provate dagli uffici giudiziari, tra singole persone effettivamente dipendenti Asl con un singolo magistrato. Si tratta di fatti privati che la magistratura esaminerà e giudicherà ma che nulla hanno a che vedere con nostra attività. Ora dovrò nominare – ha concluso Emiliano – un commissario che sostituisca il direttore generale in questo momento agli arresti domiciliari».

Rif: https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/lecce/1088483/favori-sessuali-e-corruzione-arrestato-pm-a-lecce-sequestrati-una-barca-e-18mila-euro.html

Sesso e favori, il pm Emilio Arnesano sospeso dal Csm

Il pubblico ministero Emilio Arnesano

Sospeso dalle funzioni di pubblico ministero e dallo stipendio, con collocazione fuori dall’organico, il pubblico ministero della Procura di Lecce, Emilio Arnesano, arrestato il 6 dicembre con le accuse di corruzioni in atti giudiziari, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, falso ed abuso di ufficio.

Il provvedimento è stato depositato dalla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, a seguito della procedura avviata dal procuratore generale della Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio, dopo l’arresto del magistrato salentino nell’inchiesta della Procura di Potenza e della Guardia di finanza di Lecce.

I giudici del Csm hanno rilevato la violazione dei principi deontologici per quanto attengono ai fatti contestati. Quella “vendita delle funzioni giudiziarie” contestata per il disssequestro della piscina del neurologo Giorgio Trianni; per l’acquisto di una barca di quasi undici metri con uno sconto di 17mila euro dal dottore Carlo Siciliano per chiedere poi, l’assoluzione del direttore generale della Asl, Ottavio Narracci; per essersi interessato di due procedimenti penali del primario di Ortopedia, Giuseppep Rollo, in cambio di una corsia preferenziale per una visita specialistica in un centro del Nord Italia; per le raccomandazioni che avrebbe dispensato all’avvocatessa Federica Nestola all’esame di ammissione alla professione forense, su sollecito dell’avvocatessa Benedetta Martina, per ottenere di diventare il suo amante, e coivolgendo anche l’avvocato Mario Ciardo quale presidente della Commissione esaminatrice; ed infine per raccomandare l’avvocatessa Manuela Carbone al presidente della sezione di Lecce del collegio di disciplina, Augusto Conte, per un procedimento in cui rischia la sospensione.

Lecce, favori e prestazioni sessuali: arrestato il pm Emilio Arnesano. Ai domiciliari il direttore generale dell’Asl

Lecce, favori e prestazioni sessuali: arrestato il pm Emilio Arnesano. Ai domiciliari il direttore generale dell’Asl

Corruzione in atti giudiziari, induzione a dare o promettere utilità a pubblico ufficiale e abuso di ufficio. Con queste accuse, sono state arrestate sei persone a Lecce in un’inchiesta della Procura di Potenza, competente sui magistrati del distretto della Corte d’Appello del capoluogo salentino. Perché tra gli arrestati c’è anche Emilio Arnesano, sostituto procuratore della procura leccese. Due persone, il pm Arnesano e il dirigente della Asl di Lecce Carlo Siciliano, sono finiti in carcere; altre quattro ai domiciliari: sono il direttore generale della Asl di Lecce, Ottavio Narracci, due dirigenti dell’Asl (Giorgio Trianni e Giuseppe Rollo) e l’avvocato Benedetta Martina. Disposto anche un divieto di dimora nei confronti dell’avvocato Salvatore Antonio Ciardo. Le misure cautelari sono state firmate dal gip del tribunale di Potenza e le indagini sono state effettuate dalla Guardia di Finanza di Lecce. Sotto sequestro una piscina, oggetto di un procedimento penale, e un’imbarcazione ritenuta profitto del reato del delitto di corruzione. L’inchiesta della Procura lucana verte anche su favori e prestazioni sessuali ottenuti dal magistrato.

Arnesano è accusato di “delitti commessi con abuso e vendita delle proprie funzioni” di magistrato. Durante indagini durate circa quattro mesi sono emersi, a carico del pm di Lecce, “episodi di corruzione in atti giudiziari, di induzione a dare o promettere utilità e di abuso di ufficio“. Arnesano avrebbe “venduto, in più procedimenti, l’esercizio della sua funzione giudiziaria in cambio di incontrisessuali ed altri favori”. Tre gli episodi contestati. In particolare è finito sotto la lente investigativa della Procura della Repubblica di Potenza il “rapporto corruttivo, consolidato e duraturo”, con l’avvocato Benedetta Martina (agli arresti domiciliari): il pm “pilotava procedimenti in cui gli indagati erano assistiti dall’avvocato Martina, ottenendo in cambio prestazioni sessuali” dal legale. In uno dei casi contestati dall’accusa, il pm intervenne presso il presidente del collegio di disciplina dell’Ordine degli avvocati di Lecce, Augusto Conte, su richiesta dell’avvocato Manuela Carbone. Anche in tal caso ci fu un incontro fra Arnesano e Conte, durante il quale “la richiesta veniva avanzata e accettata“: il pm, poi, chiese all’avvocato Carbone, “in cambio del suo intervento, delle prestazioni sessuali“.

Secondo l’accusa, Emilio Arnesano agevolò anche l’esame orale di avvocato di una “giovane collega” dell’avvocato Martina. Arnesano contattò l’avvocato Ciardo, componente della commissione d’esame, e l’avvocato Federica Nestola superò la prova. Nell’ufficio del pm ci fu un incontro (fra Arnesano, Ciardo e Nestola) in cui furono “definite le domande” da porre alla candidata. Infine, sempre stando alle indagini, il pm avrebbe chiesto prestazioni sessuali ad un’altra avvocata che gli aveva chiesto di intervenire in suo favore con il presidente del collegio di disciplina costituito presso l’Ordine degli avvocati di Lecce. Per quanto riguarda gli arresti domiciliari decisi dal gip per i tre dirigenti della Asl di Lecce, Arnesano avrebbe garantito loro “l’esito positivo di procedimenti giudiziari a carico”, ottenendo in cambio una barca di 12 metri (sequestrata) pagata in contanti ad un prezzo ritenuto dagli inquirenti di gran lunga inferiore al prezzo di mercato. Oltre all’imbarcazione, per l’accusa il pm ha ottenuto soggiorni gratuiti e interventi medici agevolati, nella prenotazione di visite mediche, nella prenotazione di interventi per familiari, nelle visite a persone di sua conoscenza.

Sotto la lente degli investigatori è finito il dissequestro di una piscina di un altro dirigente Asl (Giorgio Trianni, pure arrestato) da parte del pm Arnesano, titolare del procedimento penale di cui lo stesso ha poi chiesto l’archiviazione, che sarebbe avvenuto in cambio di un soggiorno con annesse battute di caccia. Le indagini che hanno portato all’arresto di Emilio Arnesano sono cominciate con una “singola e specifica notizia di reato” a carico del magistrato da parte della Procura salentina, inviata alla Procura della Repubblica di Potenza. La segnalazione riguardava proprio il dissequestro della piscina del dirigente Asl Giorgio Trianni, “con successiva richiesta di archiviazione della notizia di reato”. Oggi il gip ha disposto il sequestro della piscina “risultata oggetto di mercimonio” fra Arnesano e Trianni, di una barca e di 18.400 euro del magistrato, “in quanto profitto del reato di corruzione“.

rif: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/06/lecce-favori-e-prestazioni-sessuali-arrestato-il-pm-emilio-arnesano/4816948/