Aosta, si indaga sulle amicizie del pm di Cogne: «Era disinvolto e inopportuno»

L’ORDINANZA
TORINO Un’inchiesta fiume che presto coinvolgerà altri imprenditori della Valle d’Aosta. Condensata di intrecci con la ‘ndrangheta. Dopo l’arresto del procuratore capo Pasquale Longarini, le indagini si stanno concentrando su altri rapporti che il pm intratteneva con persone considerate amiche. Uno è appunto Gerardo Cuomo, titolare del caseificio valdostano All food Service, anche lui finito agli arresti domiciliari. «Un soggetto particolarmente pericoloso» lo definisce il gip Giuseppina Barbara nell’ordinanza di custodia cautelare. Per lui Longarini si è speso molto. Una vicenda che lo ha portato a essere accusato di concussione per induzione indebita a dare o promettere utilità. Il procuratore avrebbe chiesto al titolare di un albergo e di una gioielleria di Aosta, che in quel momento stava indagando per fatture false e frode fiscale, di favorire il suo amico imprenditore. Come? Affidando a Cuomo un appalto per la fornitura di fontina dal valore di 70mila euro. Una quantità di formaggio palesemente spropositata. Il gesto doveva però servire a far dormire sonni tranquilli ai due soggetti finiti sotto inchiesta.
LA TELEFONATA
«Ho parlato con Longarini. Mi ha detto di star tranquillo. Adesso andrà a finire che al limite rimborso i 280mila euro di Iva e basta». A parlare è Sergio Barathier, il titolare della gioielleria, nonché socio di riferimento dell’hotel Royal&Golf, uno degli alberghi più lussuosi di Courmayeur. La telefonata risale allo scorso 2 luglio. Un bel sollievo per Barathier che con questo compromesso avrebbe avuto la garanzia di veder tutto sistemato, almeno sul piano penale. Una circostanza che ha confermato quando è stato sentito dal gip. «È naturale che se in quel modo potevo fare un favore al pm che mi aveva sotto indagine non mi sarei sottratto». A suo tempo, il contratto di fornitura era stato scartato perché «troppo costoso». Poi però la posta in ballo era cambiata. «L’obiettiva situazione alla quale poteva sentirsi sottoposto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – gli fece cambiare idea e accettare la fornitura per una cifra tra i 70 e 100mila euro con l’azienda di Cuomo con cui il magistrato aveva un intenso rapporto di amicizia e frequentazione».
Il procuratore aveva dato al titolare dell’hotel anche delle istruzioni ben precise su come risolvere la vicenda. «Ma tu figurati che Longarini – riferisce al telefono Barathier parlando a un amico e ignorando di essere intercettato – prima di andar via mi ha detto: questo è quello che vediamo noi… loro mi han detto… poi lei faccia reclamo perché ci ha già portato dei documenti che abbiamo visto…». L’indagine riguarda un’evasione fiscale di 590mila euro. Adesso la caccia resta aperta agli altri amici del procuratore. Il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Milano sta approfondendo in particolare i rapporti tra Longarini e alcuni imprenditori valdostani: come Claudio Leo Personettaz, che ha partecipato alle spese di un viaggio in Marocco a favore del procuratore, e Francesco Muscianesi, autore dei due bonifici bancari per un totale di 45mila euro.
«RAPPORTI CONFIDENZIALI»
«Le intercettazioni riporta ancora l’ordinanza – hanno poi consentito di verificare come Longarini svolgesse le sue funzioni di pubblico ministero in modo disinvolto e inopportuno, dando suggerimenti ai suoi interlocutori, con i quali intratteneva rapporti confidenziali, su come comportarsi o che strategie processuali adottare nell’ambito di procedimenti penali iscritti in quell’ufficio giudiziario e assegnati a lui stesso o ai suoi colleghi in un intreccio di rapporti che certamente dovrà essere approfondito». Di mezzo c’è finita anche la malavita. In cambio di formaggi e di un viaggio in Marocco, il procuratore si sarebbe prestato persino ad avvisare Cuomo, il suo amico imprenditore, che la Dda di Torino stava facendo accertamenti su di lui e lo stava intercettando nell’ambito di un’inchiesta sull’ndrangheta. Una soffiata che aveva portato il titolare del caseificio a interrompere ogni rapporto con Giuseppe Nirta, uno dei presunti ndranghetisti operanti in Valle d’Aosta. «E dire che quel Longarini è in stretta con tutti», commentavano nell’ambiente.

Rif: https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/aosta_si_indaga_sulle_amicizie_del_pm-2231333.html

Giudice di Imperia Pasquale Longarini interrogato dal gup: fu arrestato nel 2017

“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito con la reclusione da sei anni a dieci anni e sei mesi”.

E’ la sintesi del reato di “induzione indebita” contestato all’ex procuratore capo facente funzioni di Aosta Pasquale Longarini, ora trasferito al Tribunale di Imperia, dove ricopre l’incarico di giudice.

L’indagato, che ha sempre professato l’estraneità ai fatti contestati, era stato arrestato ai domiciliari nel gennaio 2017, poi venne rilasciato e imputato insieme ad altre due persone nel processo con rito abbreviato.

Rif: https://www.ligurianotizie.it/giudice-di-imperia-pasquale-longarini-interrogato-dal-gup-fu-arrestato-nel-2017/2018/10/26/314928/

Arrestato procuratore di Aosta Longarini agli arresti domiciliari “Pressioni su imprenditore indagato”

Aosta, arrestato il procuratore Longarini. “Dava notizie giudiziarie a imprenditore”

Domiciliari per il procuratore capo Longarini per induzione indebita e favoreggiamento. Ai domiciliari Gerardo Cuomo, titolare del Caseificio Valdostano. E c’è un terzo indagato,

Il magistrato reggente la Procura di Aosta, Pasquale Longarini, più noto per essere stato anni fa con la collega Stefania Cugge uno dei due pm del processo ad Annamaria Franzoni per il delitto di Cogne, è stato arrestato ieri su richiesta della Procura di Milano per le ipotesi di reato di «induzione indebita a dare o promettere utilità» e di «favoreggiamento»: imputazioni per le quali il gip Giusi Barbara ha accolto gli arresti domiciliari chiesti dal pm Roberto Pellicano nei confronti del magistrato e di un coindagato imprenditore, Gerardo Cuomo, titolare del «Caseificio Valdostano» a Pollein che esporta anche in Francia e Svizzera. Per tutta la giornata sia il pm sia i militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano sono stati segnalati in trasferta ad Aosta a svolgere perquisizioni e interrogatori parallelamente all’esecuzione del provvedimento restrittivo a carico del pm Longarini che, da quando il precedente dirigente dell’ufficio Marilinda Mineccia era passata a Novara, sta svolgendo ad Aosta le funzioni di procuratore capo, in attesa che il Csm nomini il nuovo scegliendo tra i concorrenti (tra cui lui stesso).

L’arresto di Longarini: sospettato di un triangolo di benefici incrociati

La prima accusa, quella di «induzione indebita a dare o promettere utilità» (da 6 a 10 anni), poggerebbe sulla contestazione al pm di un illecito modellato su una sorta di triangolo di benefici incrociati. Longarini era infatti titolare di un procedimento penale a carico di un imprenditore alberghiero per reati di natura fiscale. E secondo l’ipotesi accusatoria gli avrebbe prospettato un modo per ammortizzare i rischi dell’inchiesta (sotto forma di soluzione del versante penale a fronte di un immediato pagamento in sede amministrativa) a condizione che l’albergatore per alcune categorie merceologiche fosse andato a rifornirsi da un imprenditore amico del magistrato, imprenditore peraltro (stando a quanto captato dalle indagini) in rapporti con ambienti contigui a clan di ‘ndrangheta. Ne sarebbe sortita una serrata trattativa tra i due imprenditori, al cui esito l’albergatore avrebbe in effetti firmato un contratto per ricevere dall’altro imprenditore (quello amico del magistrato) forniture del valore di circa 70-100 mila euro l’anno. L’inchiesta, che ha utilizzato la testimonianza dell’albergatore e monitorato il pm con intercettazioni telefoniche, avrebbe inoltre individuato una vacanza con gli imprenditori senza alcuna spesa per il pm, episodio tuttavia non inserito in un’imputazione a parte. 

Contestato anche il «favoreggiamento»

Quanto alla seconda ipotesi, «favoreggiamento», a Longarini viene contestato di aver fornito all’imprenditore (quello amico e beneficiario del precedente triangolo) notizie di una inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino.

Nei prossimi giorni l’analisi delle intercettazioni

Solo nelle prossime ore, o tramite un interrogatorio o attraverso quelli che saranno i suoi avvocati, è immaginabile che il magistrato opporrà alle accuse la propria rappresentazione dei fatti, così come solo nei prossimi giorni si potrà comprendere se e quanto le intercettazioni siano in grado di confermare le testimonianze. In linea teorica, infatti, la difesa del pm potrà svolgersi su due piani. O nel merito, rivendicando la propria estraneità e anzi indicandosi come l’incolpevole vittima di due imprenditori che lo avrebbero «messo in mezzo» a sua insaputa, e cioè che per loro scopi gli avrebbero attribuito ruoli in realtà mai avuti né millantati. O nella qualificazione giuridica, scelta da Milano per inquadrare i fatti: dal processo Ruby-Berlusconi in poi, infatti, ha mostrato tutta la sua complessità il nuovo reato di «induzione indebita a dare o promettere utilità», introdotto dalla legge Severino nel 2012 con lo spacchettamento dalla vecchia «concussione» (reato del pubblico ufficiale che sfrutta la propria posizione per farsi dare un’utilità), che prima riuniva in sé sia la modalità «per costruzione» sia quella «per induzione». Tanto che, di fronte a orientamenti subito difformi, già nel 2013-2014 le Sezioni Unite della Cassazione dovettero intervenire a dare una prima bussola.

Rif: https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/30/aosta-arrestato-il-procuratore-longarini-laccusa-e-di-induzione-indebita/3351437/

Aosta, arrestato il procuratore Longarini: nei guai per un maxi-ordine di fontina

Aosta, arrestato il procuratore Longarini: nei guai per un maxi-ordine di fontina

Avrebbe chiesto a un albergatore indagato di acquistare formaggio per 70mila euro da un suo amico, finito pure lui in manette. La difesa: “No comment”

Tradito da un favore a un amico. Il procuratore capo della Repubblica di Aosta facente funzioni Pasquale Longarini è stato arrestato ieri nell’ambito di un’inchiesta della procura milanese, competente sulla magistratura aostana, e condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano. Il reato contestato è “induzione indebita a dare o promettere utilità” (articolo 319 quater del codice penale). Il magistrato è stato posto agli arresti domiciliari.

Ai domiciliari è finito anche un imprenditore, Gerardo Cuomo. I due verranno interrogati venerdì dal gip Giusy Barbara: sono accusati di induzione indebita per dare o promettere utilità. L’inchiesta è condotta a Milano (competente su Aosta, ndr) ed è stata affidata al sostituto procuratore Roberto Pellicano.

La storia è emersa durante un’inchiesta della procura di Torino che poi, per competenza, ha trasmesso gli atti a Milano. Da alcune intercettazioni era uscito il  nome di Longarini. Nella sostanza, secondo quanto è trapelato, il magistrato avrebbe convinto un albergatore di Aosta che stava indagando per fatture false e frode fiscale a favorire il suo amico Cuomo. In che modo? Ordinando forme di fontina per 70 mila euro l’anno.Troppe anche per un albergo grande. Così il gestore dell’hotel avrebbe deciso di svelare i consigli per l’acquisto di Longarini. Ma bisognerà attendere gli interrogatori di Cuomo e dello stesso Longarini, previsti nei prossimi giorni, per chiarire meglio il quadro investigativo.

“In questo momento non abbiamo alcun commento da fare. Attendiamo l’interrogatorio di garanzia a Milano che non è ancora stato fissato”. Lo ha detto l’avvocato Claudio Soro, difensore di Longarini. Sia Longarini sia Soro si erano occupati, su fronti diversi, del caso Cogne: il pm aveva sostenuto l’accusa in primo grado, l’avvocato era il legale dei vicini di casa di Anna Maria Franzoni.

Nell’inchiesta sull’omicidio di Cogne Longarini, da sostituto procuratore, aveva collaborato con la collega Stefania Cugge alle indagini che in primo grado, nel 2004, portarono alla condanna a 30 anni di reclusione per Anna Maria Franzoni, accusata dell’omicidio del figlio di 3 anni, Samuele (pena ridotta a 16 anni dalla corte d’Assise Appello di Torino e confermata poi in Cassazione). Nella prima metà degli anni ’90 alcune inchieste di Longarini portarono in carcere l’attuale presidente della Regione Valle d’ Aosta, Augusto Rollandin (carica che aveva ricoperto anche all’epoca); i fascicoli riguardavano in particolareil voto di scambio, l’illecita concessione di contributi regionali ad aziende di autotrasporto pubblico, la partecipazione – in forma occulta – del governatore al capitale azionario di una di queste società. Dal 13 dicembre scorso Pasquale Longarini è diventato procuratore capo facente funzioni dopo il passaggio al vertice della procura di Novara di Marilinda Mineccia. Il suo lavoro ad Aosta – dove aveva lavorato anche in pretura – è iniziato nei primi anni Novanta.

Rif: https://torino.repubblica.it/cronaca/2017/01/30/news/aosta_arrestato_il_procuratore_per_induzione_indebita_a_promettere_utilita_-157236460/

Arresto del procuratore capo di Aosta, le parole di Francesco Saluzzo

“E’ un segnale che la magistratura non fa sconti a nessuno”

‘arresto del procuratore capo di Aosta facenti funzioni Pasquale Longarini è “un segnale che la magistratura non fa sconti a nessuno, neanche agli appartenenti all’ordine giudiziario”.

Lo ha detto ai cronisti a palazzo di giustizia ad Aosta Francesco Saluzzo (procuratore generale di Torino).

“Ho letto – ha affermato – delle notizie che sono in parte non vere e in parte solo parzialmente vere. Non è assolutamente vero che siano stati i carabinieri a inviare la notizia di reato alla procura di Milano, la segnalazione è partita dal mio ufficio, a mia firma, dopo averla ricevuta dal procuratore della Repubblica di Aosta. Di là ha preso origine il procedimento milanese, e da null’altro. Questo deve essere chiaro”.

Secondo Saluzzo, quindi, “abbiamo un sistema di anticorpi. Anche se ovviamente legato a un’indagine svolta dai carabinieri con la procura di Torino, ma la gestione dell’acquisizione e la gestione della trasmissione è esclusivamente compito dell’autorità giudiziaria, e di nessun altro”.

rif:https://www.notizienazionali.it/notizie/attualita/14773/arresto-del-procuratore-capo-di-aosta-le-parole-di-francesco-saluzzo