Corruzione, indagato giudice tributario

PERUGIA – Ruota intorno all’ipotesi accusatoria che due decisioni della commissione tributaria regionale siano state trasformate, passando dal rigetto all’accoglimento del ricorso, un procedimento della procura di Perugia nel quale un avvocato del foro del capoluogo umbro e un giudice dello stesso Organismo sono indagati per corruzione.

Lo studio del legale, tributarista, è stato perquisito e gli inquirenti hanno sequestrato un computer, un telefono cellulare e altro materiale. L’indagato – difeso dagli avvocati Luca Gentili e Michele Titoli – rivendica comunque la correttezza del proprio comportamento.

Gli accertamenti sono stati avviati in seguito a una segnalazione partita dalla stessa Commissione tributaria.
L’organismo ha infatti rilevato che le due decisioni sfavorevoli ai ricorrenti, entrambi rappresentanti dal legale, erano state poi alterate e trasformate in accoglimento dell’istanza, con tutti i vantaggi derivanti da questo. ANSA

Avvocato e giudice accusati di corruzione

I due si sarebbero adoperati per “correggere” almeno due sentenze in favore di altrettanti assistiti del legale

PerugiaGio. 27 Giu. 2019

L’avvocato del foro di Perugia, Vincenzo Carrese e il giudice di Spoleto, Franco Petriofi, sono indagati per falso e corruzione. Secondo quanto ricostruito dai militari delle fiamme gialle, che hanno svolto le indagini coordinati dal pm Massimo Casucci, i due si sarebbero adoperati per “correggere” almeno due sentenze in favore di altrettanti assistiti del legale.
E dunque, delega di perquisizione alla mano, i militari del nucleo di polizia tributaria delle fiamme gialle, hanno bussato alle porte degli studi dei due professionisti e dopo un’accurata ispezione hanno sequestrato telefoni cellulari, computer e varia documentazione, tra cui alcune sentenze. Al momento le pronunce modificate risulterebbero essere due, ma il sospetto è che si potrebbe essere di fronte ad un sistema, un modus operandi già utilizzato in passato.
Intanto dagli atti verrebbero segnalati numerosi contatti tra i due indagati a ridosso delle sentenze incriminate tra l’ottobre e il novembre dello scorso anno. La situazione è stata invece segnalata in Procura a marzo e da lì sono stati attivati tutti gli accertamenti del caso. Secondo quanto emerso, una delle due sentenze, decisa e scritta in camera di consiglio, sarebbe stata corretta dal giudice, un geometra di Spoleto, che adesso è stato a sua volta indagato assieme al legale. Carrese, difeso dagli avvocati, Luca Gentili e Michele Titoli, rivendica la correttezza del suo operato.

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