“Toghe sporche”. A processo tutti e 10 gli indagati per il caso Trani

Mandati a processo i tre magistrati Nardi, Scimè e Savasta, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari e falso coinvolti nella maxi inchiesta sui processi nel palazzo di giustizia di Trani. Conclusasi questa prima parte dell’inchiesta, i magistrati della Procura di Lecce sono già al lavoro  per un secondo filone delle indagini, scaturito dalle alle deposizioni e denunce di altre presunte vittime della “cupola” dei magistrati di Trani,LECCE – Si è conclusa ieri, nel tribunale del capoluogo salentino, l’udienza preliminare nei confronti di dieci imputati, fra i quale tre magistrati accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari e falso coinvolti nella maxi inchiesta sui processi nel Palazzo di Giustizia di Trani, che venivano manipolati in cambio di importanti di somme di tangenti. I fatti contestati fanno riferimento al periodo tra il 2014 e il 2018.

Le indagini sono state coordinate dal procuratore di LecceLeonardoLeone De Castris, e condotte dai pm Roberta Licci e Giovanni Gallone. I magistrati coinvolti nell’inchiesta sono Michele Nardi, Luigi Scimè ed Antonio Savasta che successivamente ha lasciato la magistratura.Conclusasi questa prima parte dell’inchiesta, i magistrati della Procura di Lecce sono già al lavoro  per un secondo filone delle indagini, scaturito dalle dichiarazioni dell’imprenditore Flavio D’Introno ( in una prima fase coindagato ed adesso parte offesa) ma anche grazie alle deposizioni di altre presunte vittime della “cupola” dei magistrati di Trani, i quali dopo che, a gennaio, è scoppiato lo scandalo della “malagiustizia” nel Palazzo  di Giustizia di  Trani, si sono presentati a denunciare ulteriori fatti oggetto di reato.

il Tribunale di LecceIl processo inizierà il prossimo 30 ottobre, e successivamente verranno poi fissate le successive udienze.  Hanno scelto di sottoporsi  al rito abbreviato, che consente loro uno sconto di pena,  Antonio Savasta, ex magistrato che dopo essersi dimesso, è stato il primo a collaborare con la Procura leccese, ammettendo le proprie responsabilità, il giudice Luigi Scimé, gli avvocati Giacomo Ragno e Ruggiero Sfrecola, e l’immobiliarista Luigi D’Agostino.Sono stati rinviati a giudizio dinanzi al Tribunale in composizione collegiale l’ex gip del Tribunale di Trani  Michele Nardi (successivamente  assegnato come sostituto procuratore presso la Procura di Roma, incarico che è stato sospeso dal Csm), il quale aveva annunciato delle dichiarazioni spontanee, che poi ha deciso di non rendere più, il falso testimone Gianluigi Patruno, titolare di una palestra, e l’ ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro (che si trova ancora ristretto in carcere), e dell’ ex cognato di Savasta,  Savino Zagaria .

Michele Nardi ed Antonio SavastaRigettata l’istanza di rito abbreviato condizionato ad alcuni approfondimenti istruttori, presentata dall’avvocatessa Simona Cuomo, del Foro di Bari. L’ avvocatessa ex “pupilla” dello studio legale Sisto di Bari (estraneo alla vicenda) , si è sottoposta ad un lungo interrogatorio, nel  corso del quale ha negato sfacciatamente di avere mai incontrato MicheleNardi, affermando di averlo visto per la prima volta nel corso delle udienze a Lecce.La Procura di Lecce però l’ha smentita depositando un documento prodotto in un processo per calunnia che vedeva Nardi denunciato dall’ex collega Maria Grazia Caserta venendo condannato ad 1 anno e 6 mesi , in un processo tenutosi a Catanzaro alcuni anni fa, circostanza documentale che confuterebbe la Cuomo e dimostrerebbe invece una conoscenza fra i due risalente già a diversi anni or sono.Il processo per chi non ha optato per il rito abbreviato ultimi invece il prossimo 4 novembre. Parte civile si sono costituiti la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero della Giustizia, l’Ordine degli Avvocati di Trani e alcune parti private.Sotto la lente degli investigatori numerose tangenti in denaro, persino di milioni, finalizzate a modificare l’esito dei processi o a pilotare le inchieste. Ma non solo, infatti sono emersi anche importanti tangenti elargite dall’imprenditore di Corato Flavio D’Introno, il principale accusatore nonché corruttore,  a favore di Michele Nardi, anche sotto altra forma come un orologio Rolex Daytona in oro del valore di  34.500 euro, due diamanti del valore di 27mila euro, un viaggio a Dubai costato 10mila euro, e per finire la ristrutturazione costata 130mila euro della casa romana del magistrato,  e la costruzione della sua villa a Trani per 600mila euro.Importanti tangenti da 600mila euro sono state pagate sempre dall’imprenditore D’Introno a Savasta, oltre a cene, e regali di vario genere.  Savasta e Nardi al momento dell’arresto erano in servizio presso il Tribunale di Roma, il primo come giudice ed il secondo come pubblico ministero, trasferiti in via precauzionale dal Consiglio Superiore della Magistratura.I due magistrati dovranno rispondere anche delle accusea loro carico per aver persino promesso una ricompensa in denaro all’imprenditore D’Introno, consigliandogli di non rivelare il sistema di cui aveva fatto parte, arrivando a consigliargli di fuggire all’estero in Paesi dove non sono applicabili le rogatorie italiane.Durante il corso delle indagini la Procura di Lecce ha ritenuto necessario “blindare” alcune testimonianze nel corso di un lungo incidente probatorio, nel corso del quale sono stati uditi l’imprenditore Flavio D’Introno, per il quale in virtù della sua totale collaborazione prestata agli inquirenti non è stata mai disposta alcuna misura cautelare; successivamente è stata la volta del poliziotto Vincenzo Di Chiaro, e quindi all’ex-magistrato Antonio Savasta che ha ottenuto i domiciliari dopo aver collaborato, mentre Michele Nardi e Di Chiaro dallo scorso gennaio sono sottoposti a detenzione cautelare in carcere, dove potrebbero restare ancora per un anno, grazie alla velocità con cui si è svolta l’udienza preliminare ( prima udienza lo scorso 11 settembre) che ha consentito che non scadessero i termini della custodia cautelare.Gli avvocati della difesa dei vari indagati, ora imputati,  durante l’udienza preliminare hanno battagliato persino sull’ammissibilità di alcune costituzioni di parte civile, ma il Gup del Tribunale di Lecce, dr.ssa Cinzia Vergine, non ha avuto alcun dubbio nel rigettare tutte le eccezioni difensive. Ieri la decisione finale: processo per tutti, quale che sia la strada scelta.

Rif:https://www.ilcorrieredelgiorno.it/toghe-sporche-a-processo-tutti-e-10-gli-indagati-per-il-caso-trani/

Toghe sporche: Nardi pronto a parlare sul “Sistema Trani”

Toghe sporche: Nardi pronto a parlare sul “Sistema Trani”

Sono state presentate 14 richieste di costituzioni di parte civile, tra le quali compare anche  la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Il Ministero della Giustizia, l’Ordine degli avvocati di Trani, gli imprenditori coratini Paolo Tarantini e Flavio D’Introno colui che ha dato il via con le sue dichiarazioni all’inchiesta giudiziaria condotta dalla procura di Lecce

LECCE –   Anche l’ex gip Michele Nardi , attuale pm presso la Procura di Roma (e sospeso dal Csm) ha deciso di raccontare per la prima volta la sua verità sull’inchiesta della Procura di Lecce, condotta dai pm Roberta Licci e Giovanni Gallone sul cosiddetto “sistema Trani” per il quale è sottoposto a detenzione cautelare in carcere dal gennaio scorso con l’accusa di concorso in associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari oltre che, a vario titolo, di minacce, millantato credito, estorsione e truffa aggravata insieme all’ex pm di Trani Antonio Savasta, il quale oltre ad essersi dimesso dalla magistratura ha confessato la propria corruzione ai pm della procura salentina.

Michele Nardi

É stato lo stesso Nardi ad annunciarlo dopo mesi di silenzio, nel corso dell’udienza preliminare a carico di 10 indagati davanti al Gup del Tribunale di Lecce dr.ssa Cinzia Vergine . Insieme a Nardi e Savasta è imputato anche il giudice Luigi Scimè, accusato di corruzione in atti giudiziari. Le dichiarazioni di Nardi dovrebbe avvenire nell’udienza che si terrà domani 13 settembre. Nardi e Savastafurono arrestati nel gennaio scorso insieme con l’ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro.L’accusa è di avere pilotato sentenze e inchieste in cambio di mazzette quando erano in servizio a Trani.

Hanno chiesto di essere ammessi al rito abbreviato l’ex pm Antonio Savasta, (a lato nella foto) che ha ammesso le proprie responsabilità, il giudice Luigi Scimé,  gli avvocati Ruggiero Sfrecola e Giacomo Ragno, e l’immobiliarista Luigi D’Agostino. L’avvocatessa barese Simona Cuomo (attualmente sospesa dalla professione), “pupilla dello studio dell’ Avv. Francesco Paolo Sisto di Bari (estraneo alla vicenda) , ha invece preferito attendere di essere esaminata domani in udienza preliminare,  per poter quindi poi decidere se ricorrere al rito abbreviato. Fra gli imputati compare anche Gianluigi Patruno, titolare di una palestra, l’ ispettore di polizia di Corato Vincenzo Di Chiaro (anch’egli ancora detenuto cautelarmente in carcere) e l’ ex cognato di Savasta, Savino Zagaria .

Sono state presentate 14 richieste di costituzioni di parte civile, tra le quali compare anche  la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Il Ministero della Giustizia, l’Ordine degli avvocati di Trani, gli imprenditori coratini Paolo Tarantini e Flavio D’Introno (esclusivamente per le posizioni di Michele Nardi e Gianluigi Patruno).

L’imprenditore D’Introno è colui che ha dato il via con le sue dichiarazioni all’inchiesta giudiziaria, rimane indagato, ma la sua posizione é stata stralciata in altro procedimento dalla Procura di Lecce, così come quella del carabiniere Martino Marangia.

rif:https://www.ilcorrieredelgiorno.it/toghe-sporche-nardi-pronto-a-parlare-sul-sistema-trani/

Corruzione, la Procura di Lecce chiede il processo per tre magistrati

La Procura di Lecce ha chiesto il rinvio a giudizio di tre magistrati, all’epoca dei fatti in servizio Trani, accusati associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. Sono l’ex gup Michele Nardi e gli ex Pm Antonio Savasta e Luigi Scimè.

Come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, insieme ad altri sette imputati, compreso l’ispettore Vincenzo Di Chiaro, dovranno comparire il prossimo 11 settembre davanti al Gip Cinzia Vergine. Stralciata la posizione dell’imprenditore Flavio D’Introno, principale accusatore degli imputati, che ha parlato di avere ricevuto una richiesta di 2milioni di euro per bloccare un processo in cui era imputato per usura e aprire fascicoli contro chi lo accusa. 

Tentativi non riusciti. Stralciata anche quella del carabiniere Martino Marancia, la cui posizione potrebbe essere archiviata. Il rinvio a giudizio è stato chiesto con la formula dell’urgenza per evitare la scadenza dei termini di custodia, prevista per il prossimo 13 ottobre.

Rif: https://www.borderline24.com/2019/08/24/corruzione-la-procura-lecce-chiede-processo-tre-magistrati/