Sentenze truccate: niente patteggiamento per giudice Antonio Iannello

SCAFATI – Respinta la richiesta di patteggiamento, l’ex giudice di pace Antonio Iannello ora rischia di finire a processo insieme ad altri sette co-imputati. Il procedimento penale è quello sulle cosiddette “toghe sporche” di Torre Annunziata, fascicolo in mano al pm Anna Chiara Fasano del Tribunale nocerino. Nei giorni scorsi, infatti, il gip ha respinto la richiesta dell’avvocato Iannello, originario di Scafati, personaggio cardine dell’inchiesta, coinvolto nel presunto giro di mazzette e abusi al tribunale di città Oplontina.

L’ex magistrato onorario, sotto accusa per corruzione in atti giudiziari, aveva chiesto di patteggiare la pena al termine della fase preliminare partita con il blitz del 27 settembre 2018, nel quale furono coinvolti altri 22 soggetti accusati a vario titolo sempre di corruzione in atti giudiziari. L’attività investigativa era parte di un più ampio contesto d’indagine sviluppato prima dalla Guardia di Finanza di Torre Annunziata, poi da quella di Roma, e infine dalle Fiamme gialle di Nocera Inferiore. Nel corso delle indagini, a seguito delle diverse verifiche incrociate svolte dalla polizia giudiziaria delle Fiamme gialle, Iannello aveva subito un sequestro penale per il pericolo di reiterazione e inquinamento del quadro indiziario, soprattutto in merito alla ricostruzione di sospette movimentazioni bancarie avvenute dopo la notifica dell’ordinanza cautelare. Nel frattempo l’inchiesta è giunta alle prime condanne, tutte con rito alternativo.

Nel mirino delle Fiamme gialle erano finiti Giudici di Pace, consulenti, avvocati e procacciatori. Alcuni hanno chiuso la pendenza giudiziaria con il patteggiamento. Su Iannello i finanzieri hanno ricostruito operazioni di acquisto di veicoli e immobili intestati alla figlia, depositi in nome di familiari, numerosi versamenti bancari in denaro contante. Operazioni accertate nel periodo tra il 2015 e il 2018. E ancora bonifici dalle causali più svariate che coinvolgono anche le collaboratrici di studio, finite a loro volta nell’inchiesta che fece tanto scalpore.

Gli investigatori hanno intercettato acquisti sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati nonché captato intercettazioni telefoniche con un luogotenente dei carabinieri, a sua volta indagato, sulle preoccupazioni di Iannello sui possibili accertamenti bancari. Anche i social, definite dal gip “fonti di informazioni aperte”, offrirono altri spunti per la ricostruzione del tenore di vita di Ianiello e della sua famiglia ritenuto non confacente con i redditi dichiarati: viaggi e spostamenti dai costi importanti e una crescita patrimoniale quanto mai sospetta. Per la procura costituirebbero variabili illecite, indicatrici preziose.

L’inchiesta è arrivata ora alla fase finale e l’ex giudice rischia il rinvio a giudizio insieme ad altri sette correi. Per quanto riguarda Iannello, l’avvocato di fiducia Francesco Matrone aveva scelto per lui lo scivolo del patteggiamento. Richiesta che aveva incassato anche il parere favorevole del pm Fasano. Il gip del Tribunale dell’Agro, invece, non è stato dello stesso avviso ed ha rigettato la proposta, rinviando a giudizio l’ex magistrato ordinario. Ora si attende la convocazione dell’udienza preliminare che dovrà decidere se Iannello dovrà essere mandato a processo per le gravi accuse di corruzione.

Rif: https://www.lacittadisalerno.it/cronaca/scafati-sentenze-truccate-niente-patteggiamento-1.2502127

Torre Annunziata – Toghe sporche, anzi sporchissime

Una microcamera nascosta alle spalle del Dr.Antonio Iannello.Ciak si gira e 27 professionisti dell'area torrese-stabiese finiscono in manette

Una microcamera nascosta alle spalle della scrivania del Dr.Antonio Iannello. Ciak si gira e 27 professionisti finiscono in carcere.

La legge è uguale per tutti” – mai menzogna fu più grossa!

La Giustizia, a Torre Annunziata, veniva venduta a 500,00 euro, non un soldo in meno per non suscitare lo sdegno del Dr.Antonio Iannello che provvedeva, dietro compenso, ad emettere sentenza favorevole.

Un sistema ben “oliato” da parte di consulenti, periti ed avvocati.

Occorreva solo concordare la cifra.

Gli avvocati, pagando un compenso di 500.00 euro, ottenevano la sentenza favorevole e la liquidazione di un cospicuo onorario; i consulenti, invece, ottenevano la nomina per gli incarichi e poi versavano al Giudice una parte del loro compenso liquidato in maniera oltremodo esoso dallo stesso Giudice.

Insomma, il Dr.Antonio Iannello guadagnava su tutto.

Le accuse

Le accuse contestate vanno dalla corruzione in atti giudiziari alla truffa aggravata, passando per il falso e la rivelazione di segreti d’ufficio.

Ventotto le persone coinvolte, di cui ventisette in carcere.

Solo Tommaso Forte, maresciallo della Guardia di Finanza, anch’egli indagato, è attualmente a piede libero.

Il maresciallo Forte era la talpa, forniva notizie circa l’attività investigativa svolta dai suoi colleghi al fine di coprire il giudice e l’intero sistema di corruzione che ruotava intorno allo stesso.

Ecco i nomi:

Antonio Ianniello di Scafati (giudice di pace)
Paolo Formicola di Napoli (giudice di pace)
Raffaele Ranieri di Scafati (giudice di pace)

Aniello Guarnaccia di Castellammare (avvocato)
Rosaria Giorgio di Scafati (avvocato)
Carmela Coppola di Pompei (avvocato)
Filippo Costanzo di Scafati (avvocato)
Eduardo Cuomo di Pagani (avvocato)
Nicola Basile di Castellammare (avvocato)
Ivo Garofalo Varcaccio di Torre Annunziata (avvocato)
Guido Garofalo Varcaccio di Torre Annunziata (avvocato)
Rodolfo Ostrifate di Castellammare (avvocato)
Pasquale Esposito di Gragnano (avvocato)

Gennaro Amarante di Scafati (carabiniere)
Antonio Cascone di Scafati (carabiniere)
Tommaso Forte di Altamura (finanziere)

Francesco Afeltra di Sant’Antonio Abate (perito)
Enrico Guerritore Tramontano di Poggiomarino (perito)
Fabio Donnarumma di Castellammare (perito)
Liberato Esposito di Castellammare (consulente)
Dario Luzzetti Torre del Greco (perito)
Salvatore Verde di Torre Annunziata (perito)
Vincenzo Elefante di Castellammare (consulente)
Marco Vollono di Castellammare (perito)
Luigi Coppola di Castellammare (perito)

Vincenzo Calvanese di Nocera Inferiore (medico)
Ciro Guida Pompei (medico)
Luigi Ascione di Portici (medico)

Più che un palazzo di giustizia, un “palazzaccio”

Per il gip, tutti, a vario titolo, si sono resi protagonisti di questa triste vicenda criminale.
I protagonisti, oltre al carcere, rischiano la sospensione dall’esercizio della professione e probabilmente le sentenze “incriminate” saranno annullate.
Insomma, dopo il recente scandalo dei “bolli falsi”, il palazzo di giustizia oplontino resta sotto i riflettori e continua a tremare.

Toghe sporche: arrivano le prime condanne. Iannello finisce ai domiciliari

Toghe sporche: arrivano le prime condanne nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione di tre Giudici di Pace di Torre Annunziata che, il 27 settembre scorso, portò all’esecuzione di 22 ordinanze da parte della Guardia di Finanza.

Nel mirino delle fiamme gialle, erano finiti Giudici di Pace, consulenti, avvocati e procacciatori. Alcuni di essi hanno chiesto e ottenuto il patteggiamento della pena.

Un anno e 6 mesi per induzione alla corruzione è la pena patteggiata dal consulente Marco Vollono, 42 anni di Castellammare di Stabia, che in sede di interrogatorio di garanzia ammise l’addebito e confessò di aver pagato la tangente al giudice di pace Antonio Iannello (una delle figure chiave dell’inchiesta) allo scopo di poter essere chiamato come consulente nei procedimenti e non essere dunque tagliato fuori dal giro. La pena è sospesa.

Due anni, sempre col beneficio della sospensione condizionale della pena, è la condanna patteggiata dal consulente stabiese Luigi Coppola e dall’avvocato di Scafati Rosaria Giorgio (legale ed assistente del giudice di pace Antonio Iannello).

Rosaria Giorgio, che è tornata libera martedì scorso, è stata condannata per favoreggiamento nei confronti di Iannello. Anche per Coppola e Giorgio la pena è stata sospesa.

Poche settimane fa ha lasciato il carcere il giudice di Pace Antonio Iannello: a lui il giudice per le indagini preliminari Danise del Tribunale di Nocera Inferiore ha concesso gli arresti domiciliari.

Tra l’altro, proprio il mese scorso a Iannello sono stati sequestrati beni immobili e conti correnti per un totale di circa un milione e mezzo di euro (Leggi anche https://erreemmenews.it/toghe-corrotte-sequestrati-beni-immobili-e-conti-correnti-per-un-milione-e-mezzo-al-giudice-iannello/).


Rif: https://erreemmenews.it/toghe-sporche-arrivano-le-prime-condanne-iannello-finisce-ai-domiciliari/