Corruzione: arrestato a Catanzaro il giudice Petrini

Ordinanza di custodia cautelare eseguita questa mattina dalla Guardia di finanza di Crotone in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Salerno su richiesta della locale Dda.  Fra gli arrestati c’è Marco Petrini, giudice della Corte d’Appello di Catanzaro, oltre a due avvocati: uno del foro di Catanzaro, Marzia Tassone di Davoli con studio a Soverato, l’altro di Locri, Francesco Saraco. Le accuse sono di corruzione in atti giudiziari (in taluni casi aggravata dalle finalità mafiose). Le indagini, avviate nel 2018, hanno permesso di ricostruire una sistematica attività corruttiva nei confronti del un presidente di sezione della Corte di Appello di Catanzaro nonché presidente della commissione provinciale tributaria del capoluogo di regione. 

Gli indagati accusati di corruzione avrebbero promesso e consegnato al magistrato, a più riprese, consistenti somme di denaro in contanti, oggetti preziosi ed utilità come prestazioni sessuali in cambio dell’intervento del magistrato per ottenere nei processi sentenze o provvedimenti a loro favorevoli
In alcuni casi i provvedimenti favorevoli richiesti dal magistrato e da quest’ultimo promessi e/o assicurati erano diretti a vanificare, mediante assoluzioni o consistenti riduzioni di penasentenze di condanna pronunciate in primo grado dai Tribunali del distretto di Catanzaro o sequestri patrimoniali in applicazione della normativa antimafia, nonché sentenze in cause civili e accertamenti tributari. 

Oltre al magistrato una figura centrale del sistema corruttivo sarebbe stato un medico in pensione, Emilio Santoro, ex dirigente dell’azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Costui, oltre a stipendiare mensilmente il magistrato per garantirsi l’asservimento delle sue funzioni, si sarebbe prodigato per procacciare nuove occasioni di corruzione proponendo ad imputati, o parenti di imputati condannati in primo grado nonché a privati soccombenti in cause civili, decisioni favorevoli in cambio del versamento di denaro, beni o altre utilità. 

Le azioni corruttive, e documentate anche con attività di intercettazioni audio e video, sarebbero servite anche a far ottenere il vitalizio a un ex politico calabrese (Giuseppe Tursi Prato) che nel corso della quinta legislatura regionale ricopriva la carica di consigliere della Regione Calabria. Quest’ultimo era stato condannato nel 2004 alla pena detentiva di 6 anni di reclusione con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e per tale motivo era decaduto dal relativo assegno vitalizio per la carica rivestita. Altre azioni corruttive sarebbero servite ad agevolare alcuni candidati nel concorso per l’abilitazione alla professione di avvocato.

È stata altresì accertata nel corso delle indagini la grave situazione di sofferenza finanziaria in cui versava il magistrato arrestato, compiutamente ricostruita sulla base di accertamenti bancari e sulla base delle conversazioni intercettate. Si tratterebbe di situazioni cronicizzate che avrebbero posto il giudice Petrini nella necessità di procurarsi la disponibilità, oltre che dello stipendio di magistrato e dei compensi quale giudice tributario, di somme di denaro in contante anche per mantenere l’elevato tenore di vita. Durante la perquisizione nell’abitazione del magistrato è stata rinvenuta è sequestrata la somma contante di settemila euro custodita all’interno di una busta. Oltre all’esecuzione delle misure cautelari sono state disposte ed effettuate numerose perquisizioni nei confronti di altri indagati, terzi e società.

Rif: https://www.ilvibonese.it/cronaca/56944-corruzione-arrestato-catanzaro-giudice-avvocati/

Mazzette per “aggiustare” processi, anche un magistrato in manette

mazzette-magistrato-avvocati-tribunale-catanzaro-arresti

Terremoto giudiziario in Calabria. Un magistrato della Corte d’Appello di Catanzaro, Marco Petrini, e due avvocati (uno del foro di Catanzaro e l’altro di Locri) sono stati arrestati con l’accusa di corruzione. Arresti dunque per Marco Petrini, presidente della Terza sezione civile e della Commissione tributaria della Corte di appello di Catanzaro ed un avvocato dello stesso foro, mentre l‘avvocato del foro di Locri è finito ai domiciliari.

Soldi, gioielli e anche prestazioni sessuali in cambio di favori nei processi: questa la clamorosa ipotesi accusatoria.

L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Salerno, su richiesta della Dda, riguarderebbe altre 5 persone.

Tra le vicende contestate anche il riottenimento del vitalizio per un ex consigliere regionale condannato.

Rif: https://www.calabriadirettanews.com/2020/01/15/mazzatte-per-aggiustare-processi-magistrato-in-manette/

Busta con denaro in contante in casa del giudice arrestato, Marco Petrini

I militari della guardia di finanza stanno completando le perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici delle otto persone arrestate nell’ambito dell’operazione denominata in gergo “Genesi”. Durante la perquisizione nell’abitazione del giudice della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini, le fiamme gialle hanno trovato e sequestro una somma di denaro contante pari a 7mila euro custodita all’interno di una busta.

Il giudice è stato quindi portato nell’ufficio ufficio al vecchio tribunale di Catanzaro, sede della Corte d’Appello, per proseguire la perquisizione. Le indagini avrebbero accertato la grave situazione di sofferenza finanziaria in cui versava il magistrato arrestato, compiutamente ricostruita – sostengono gli inquirenti – sulla base di accertamenti bancari e sulla base di conversazioni intercettate. “Si trattava di una condizione cronicizzata ed assolutamente non risolvibile – sottolinea il procuratore Luca Masini che ha coordinato le indagini – nel breve periodo che poneva il magistrato stabilmente nella necessità di procurarsi la disponibilità, oltre allo stipendio di magistrato ed ai compensi quale giudice tributario, di somme di denaro in contanti, anche per mantenere l’elevato tenore di vita”.

Rif:https://www.zoom24.it/2020/01/15/genesi-busta-con-denaro-in-contante-in-casa-del-giudice-arrestato/

Arresto magistrato: Rizzuto coinvolto anche in questa indagine. (Marco Petrini)

Ottavio Rizzuto

CROTONE – Il presidente della Banca di credito cooperativo del crotonese Ottavio Rizzuto, arrestato questa mattina nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro, denominata Thomas, insieme al cardiologo Alfonso Sestito e all’imprenditore Rosario Le Rose, tutti di Cutro, con le accuse a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, abuso d’ufficio, traffico di influenze illecite, è indagato anche in un’altra inchiesta della Procura di Salerno, nome in codice Genesi, che ha portato all’arresto, per corruzione in atti giudiziari, del magistrato di Catanzaro Marco Petrini, presidente della terza sezione civile della Corte d’appello di Catanzaro e della Commissione provinciale tributaria del capoluogo calabrese. Con lui in carcere sono finiti: Emilio Santoro detto Mario, medico in pensione e dirigente dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza; Luigi Falzetta, di Crucoli; Giuseppe Tursi Prato, ex consigliere regionale della Calabria; l’avvocato del foro di Catanzaro Francesco Saraco; Vincenzo Arcuri e Giuseppe Caligiuri, entrambi di Cariati. Agli arresti domiciliari è finita l’avvocato Maria Tassone detta Marzia.

Secondo quanto emerge dalle indagini il medico in pensione Santoro, in alcuni casi insieme a Falzetta, avrebbe elargito somme di denaro ma anche soggiorni gratuiti in alberghi di lusso, prodotti alimentari e champagne al giudice Petrini per aggiustare sentenze. Come quella che portato alla condanna in primo grado dell’ex consigliere regionale Tursi Prato in conseguenza della quale il politico ha perso il vitalizio. Rizzuto, in una occasione, avrebbe approntato tramite l’istituto di credito alcune somme di denaro prelevate da Santoro per essere consegnate a Petrini.

Rif:https://www.ilcrotonese.it/arresto-magistrato-rizzuto-coinvolto-anche-in-questa-indagine-i-nomi/

Soldi e sesso in cambio di favori, in manette un giudice (Marco Petrini)

Prestazioni sessuali, denaro contante, oggetti preziosi, altri beni.

Era quanto – secondo quanto emerso dall’inchiesta della Dda di Salerno – gli indagati promettevano e consegnavano a Marco Petrini, magistrato, presidente di sezione della Corte d’Appello di Catanzaro e presidente della Commissione provinciale tributaria del capoluogo calabrese, in cambio del suo intervento “per ottenere, in processi penali, civili e in cause tributarie o sentenze o comunque provvedimenti favorevoli a terze persone concorrenti nel reato corruttivo”. 

Petrini ora si trova in carcere. Insieme a lui sono state arrestate altre sette persone, tra cui due avvocati, uno di Lamezia Terme (Catanzaro) l’altro di Locri (Reggio Calabria), di cui non è stata resa nota l’identità, un medico in pensione e un ex dirigente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza.

Le ordinanze cautelari sono state emesse dal Gip salernitano ed eseguite dal personale del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Crotone, dello Scico e di altri reparti delle Fiamme gialle. 

“In taluni casi i provvedimenti favorevoli richiesti al magistrato e da quest’ultimo promessi o assicurati erano diretti a vanificare, mediante assoluzioni o consistenti riduzioni di pena, sentenze di condanna pronunciate in primo grado dai tribunali del distretto, provvedimenti di misure di prevenzione, già definite in primo grado o sequestri patrimoniali in applicazione della normativa antimafia, nonché sentenze in cause civili e accertamenti tributari”, si legge ancora nella nota stampa sull’indagine.

l magistrato avrebbe inoltre ricevuto favori sessuali da partecipanti donne al concorso per l’abilitazione alla professione di avvocato.

Rif:https://www.unionesarda.it/articolo/news/italia/2020/01/15/soldi-e-sesso-in-cambio-di-favori-in-manette-un-giudice-137-975673.html

Marco Petrini: il giudice di Catanzaro arrestato per corruzione

Un magistrato in servizio alla Corte d’Appello di Catanzaro e due avvocati, uno del foro di Catanzaro e l’altro di Locri, sono stati arrestati dalla Guardia di finanza su disposizione della Dda di Salerno per corruzione in atti giudiziari. I destinatari dei provvedimenti sono otto sette dei quali con custodia cautelare in carcere e uno ai domiciliari. Le indagini, avviate nel 2018 e coordinate dalla Dda di Salerno, hanno permesso di ricostruire “una sistematica attività corruttiva” nei confronti del magistrato.

Marco Petrini: il giudice di Catanzaro arrestato per corruzione

Secondo l’accusa il magistrato avrebbe ottenuto consistenti somme di denaro, oggetti preziosi, prestazioni sessuali, in cambio di processi penali, civili e tributari favorevoli agli stessi indagatio a persone a loro legate. In alcuni casi, il giudice avrebbe permesso di ottenere assoluzioni o consistenti riduzioni di pena rispetto ai processi di primo grado, alterando anche provvedimenti di misure di prevenzione già definite in primo grado. Oltre allo stesso giudice, la figura centrale dell’indagine è quella di un medico in pensione ed ex dirigente dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Sarebbe stato lui a ‘stipendiare’ mensilmente il magistrato per garantirsi i suoi favori, cercando anche nuove occasioni di corruzione attraverso i rapporti con persone che avevano avuto sentenze di primo grado sfavorevoli.

marco petrini giudice catanzaro

A confermare le accuse sono state effettuate intercettazioni audio e video. Tra i processi finiti nell’indagine anche quello di un ex consigliere regionale della Regione Calabria che avrebbe riottenuto il vitalizio nonostante una condanna definitiva nel 2004 a sei anni di reclusione con interdittiva perpetua dai pubblici uffici. Il giudice avrebbe anche favorito il superamento del concorso per l’abilitazione alla professione di avvocato. Le indagini hanno anche evidenziato la condizione economica precaria del giudice che avrebbe posto lo stesso nelle condizioni di ricercare sempre nuove somme di denaro per mantenere l’elevato tenore di vita. A casa del giudice sono stati sequestrati sette mila euro in contanti contenuti in una busta. L’indagine è stata condotta dalla guardia di finanza di Crotone e dallo Scico ed ha permesso di evidenziare la “sistematica attività corruttiva” del presidente di Sezione della Corte d’appello di Catanzaro e presidente della Commissione provinciale tributaria. Molte le perquisizioni effettuate dalla guardia di finanza.

Rif: https://www.nextquotidiano.it/marco-petrini-il-giudice-di-catanzaro-arrestato-per-corruzione/

Arrestato magistrato: soldi per «aggiustare» le sentenze, sesso per diventare avvocate

Arrestato magistrato: soldi per «aggiustare» le sentenze, sesso per diventare avvocate

Marco Petrini era il presidente di sezione della Corte d’appello e presidente della commissione provinciale tributaria. In manette anche due avvocati, un medico e altre quattro persone

CATANZARO – Prestazioni sessuali, soldi, vacanze. Tutto questo in cambio di sentenze favorevoli. Il magistrato Marco Petrini, presidente della II sezione della Corte d’appello di Catanzaro, nonché presidente della commissione provinciale tributaria è stato arrestato con l’accusa di corruzione in atti giudiziari su ordine della procura di Salerno. Con lui sono finiti in manette altre sette persone, si tratta di Vincenzo Arcuri, Giuseppe Caligiuri, Marzia Tassone (avvocato del foro di Catanzaro), Luigi Falzetta, Emilio Santoro (ex dirigente dell’Azienda ospedaliera di Cosenza), Giuseppe Tursi Prato (ex consigliere regionale), Francesco Saraco (avvocato del foro di Locri, ai domiciliari). Nel corso della perquisizione in casa di Petrini i finanzieri hanno rinvenuto in una busta 7 mila euro in contanti.

rif: https://www.corriere.it/cronache/20_gennaio_15/arrestato-magistrato-soldi-aggiustare-sentenze-sesso-diventare-avvocate-53cfdd2c-377d-11ea-86a8-537a98b6bc3b.shtml

Bufera giudiziaria su tribunale civile di Spoleto, un altro giudice indagato

Bufera giudiziaria su tribunale civile di Spoleto, un altro giudice indagato

n altro giudice, dopo Tommaso Sdogati indagato per corruzione, un altro magistrato, Simone Salcerini, tifernate, è finito nell’inchiesta della procura della Repubblica di Firenze. Non si placa, dunque la bufera, sul tribunale civile di Spoleto e dopo uno di giudici, ne arriva un altro nel registro degli indagati.

Il magistrato è delegato fallimentare del tribunale della Città del Festival dei due mondi, a lui è stato consegnato un avviso a comparire la prossima settimana a Firenze. Lo ricordiamo, su eventuali reati della magistratura dell’Umbria indaga la procura del capoluogo toscano.

E’ il quotidiano La Nazione a parlarne stamani dove si riferisce di una ipotesi di abuso di ufficio in relazione alla nomina dell’avvocato Bertoldi – agli arresti domiciliari insieme alla collega Nicoletta Pompei – come delegato alle vendite che sarebbe arrivata grazi eall’interessamento di Tommaso Sdogati.

La decisione è arrivata a seguito dell’interrogatorio di Sdogati che è stato sospeso per due mesi dalle sue funzioni dal Giudice per le indagini preliminari di Firenze. Questo per i gravi indizi di colpevolezza riguardo alla corruzione in attivi giudiziari e il rischio di reiterazione di reato.

Nei giorni scorsi – riferisce la TGR dell’Umbria – la Procura di Firenze ha acquisito anche l’elenco dei delegati alle vendite immobiliari dove sarebbe stato inserito il compiacente Bertoldi scoprendo che era stato sbarrato un altro nome di un professionista per inserire proprio quello del legale tuderte.

Sostituzione che, secondo l’accusa, sarebbe stata eseguita dal giudice Salcerini

Toghe nella bufera, indagato il giudice Simone Salcerini

La procura di Firenze gli contesta l’abuso d’ufficio. Ne dà notizia la Nazione di Firenze

Anche il giudice Simone Salcerini, per molti anni giudice del nostro tribunale e attualmente delegato alla Fallimentare del tribunale di Spoleto, è finito nella bufera scatenata dall’indagine per corruzione sul collega Tommaso Sdogati e sugli avvocati Nicoletta Pompei e Mauro Bertoldi (entrambi agli arresti domiciliari per corruzione e traffico di influenze). Il pm Luca Tescaroli, procuratore aggiunto di Firenze, gli ha notificato un invito a comparire per la prossima settimana con l’ipotesi di abuso d’ufficio.

La decisione degli inquirenti su Salcerini arriva dopo l’interrogatorio di Sdogati davanti al gip che l’ha sospeso dalle funzioni per due mesi ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza per la corruzione in atti giudiziari e il pericolo di reiterazione del reato
Intanto il tribunale del Riesame di Firenze ha fissato al 15 gennaio l’udienza per discutere la revoca dei domiciliari sollecitata dagli avvocati Guido Rondoni e Roberto Erasti per la Pompei mentre gli stessi legali sono al lavoro per presentare appello contro il provvedimento di interdizione nei confronti di Sdogati. Quest’ultimo potrebbe chiedere autonomamente il trasferimento in un’altra sede. Dopo la procura infatti è atteso l’avvio dell’azione disciplinare da parte del Csm. Nei prossimi giorni si muoverà anche la Sezione disciplinare dell’Ordine degli avvocati di Perugia.

Rif:https://www.informarezzo.com/new/index.php/2020/01/12/toghe-nella-bufera-indagato-il-giudice-simone-salcerini/

Caso Sdogati, un altro giudice di Spoleto indagato per abuso d’ufficio

Non solo Tommaso Sdogati. Anche un altro magistrato, il giudice Simone Salcerini, delegato alla sezione Fallimentare del tribunale di Spoleto, sarebbe indagato nell’ambito dell’inchiesta della procura di Fieenze che, oltre a Sdogati, ha coinvolto anche gli avvocati Nicoletta Pompei e Mauro Bertoldi (finiti ai domiciliari per corruzione e traffico di influenze). Lo riporta La Nazione.

Invito a comparire Secondo quanto riporta il quotidiano, il pm Luca Tescaroli ha notificato a Salcerini, originario di Città di Castello, un invito a comparire per la prossima settimana con l’ipotesi di abuso d’ufficio, in relazione alla nomina di Bertoldi, quale delegato alle vendite, dopo le presunte pressioni del collega. La decisione degli inquirenti su Salcerini arriva dopo l’interrogatorio di Sdogati davanti al gip. Il difensore di Salcerini, Stefano Campanello, contattato da Umbria24, non rilascia dichiarazioni fino a martedì, quando il suo assistito sarà sentito dalla Procura.

Rif: https://www.umbria24.it/cronaca/caso-sdogati-un-altro-giudice-di-spoleto-indagato-per-abuso-dufficio