Corruzione a Massa Carrara, agli arresti un sindaco e un giudice

Strutture destinate ai minorenni disagiati formalmente in regola ma di fatto in sovrannumero. Le case di accoglienza, che si trovano nella provincia di Massa Carrara, venivano gestite da una serie di cooperative collegate a tre imprenditori, che sono finiti agli arresti domiciliari assieme a chi aveva l’obbligo di controllare. È un vero e proprio terremoto giudiziario quello che sta scuotendo la vita politica e sociale di queste zone. I carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati dalla magistratura di Massa, hanno infatti messo ai domiciliari una decina di persone. Le accuse sono a vario titolo corruzione e traffico di influenze. In cambio di alcuni benefici – secondo gli inquirenti – gli imprenditori potevano continuare a gestire strutture considerate non a norma: politici e controllori istituzionali avrebbero ricevuto posti di lavoro per amici e parenti nella case di accoglienze gestite dai vertici delle cooperative. L’inchiesta è nata in base ad esposti di ex dipendenti delle strutture stesse. I carabinieri stanno perquisendo le strutture ma anche gli uffici di alcuni comuni della provincia di Massa Carrara. 
Il gip parla di collaudato sistema che oltre a creare una commistione tra controllore e controllato permette ai dirigenti della cooperativa Serimper di ottenere innumerevoli vantaggi. Agli ospiti delle case di accoglienza, per gli inquirenti, sarebbe stato somministrato cibo di scarsa qualità e in alcuni casi i minori avrebbero dormito in giacigli di fortuna. Chi tra di loro non si piegava alle condizioni veniva «contenuto». La cooperativa Serinper, un vero e proprio colosso che lavora con oltre 40 Comuni, nel 2011 ha dichiarato ricavi per 200 mila euro che nel 2017 sono saliti a quasi 2,8 milioni di euro. Ai domiciliari sono finiti Paola Giusti, responsabile centro affidi minori del Comune di Massa, Rosanna Vallelonga, responsabile della commissione multidisciplinare Asl e direttrice della società della Salute della Lunigiana, che in cambio di assunzioni di suoi amici non avrebbe programmato i controlli ispettivi nelle case di accoglienza di Aulla e Villafranca. Domiciliari anche per il sindaco Filippo Bellesi che avrebbe concesso un’autorizzazione in deroga per una struttura con «gravi carenze strutturali» in cambio di assunzioni. Anche Mauro Marcelli, responsabile dell’ufficio Suap dei Comuni della Lunigiana all’epoca dei fatti, avrebbe autorizzato tra l’altro l’attività di una casa di accoglienza ad Aulla. Rosa Russo è invece è il giudice onorario del tribunale dei minori di Firenze: è accusata di aver «violato in modo sistematico e continuativo i doveri del proprio ufficio riferendo ai dirigenti della cooperativa l’esistenza di attività investigative nei loro confronti» e non avrebbe comunicato ipotetiche notizie di reato nei loro confronti apprese nell’ambito del suo lavoro. Alessio Zoppi, Tamara Pucciarelli e Enrico Benassi sono i dirigenti della cooperativa accusati di corruzione e di traffico di influenze. Stefano Benedetti, presidente del consiglio comunale di Massa, indagato, avrebbe assicurato un appoggio politico alla Serinper facendo pressioni su una dirigente del Comune di Montignoso che invece aveva notato delle criticità in una struttura e, su richiesta di Enrico Benassi, si sarebbe attivato per organizzare un incontro tra i vertici della cooperativa e il sindaco di Massa, che risulta estraneo alle indagini. Anche il consigliere comunale di Montignoso Marino Petracci, ex segretario del Pd di Massa, è indagato: gli inquirenti lo indicano come l’uomo che, in cambio dell’assunzione di una parente, avrebbe aiutato la cooperativa per alcune contestazioni mosse dalla Regione Toscana. Agli atti anche un episodio che vede protagonista il sindaco di Montignoso Gianni Lorenzetti che ha ritardato i controlli di un abuso edilizio commesso secondo l’accusa dai dirigenti della cooperativa: è indagato per omessa denuncia e favoreggiamento.

Rif: https://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/20_dicembre_07/corruzione-massa-carrara-arresti-sindaco-giudice-bb2c0034-3869-11eb-ac83-ca6d7dd8ded9.shtml

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