Roberto Penna, chi è il magistrato di Salerno arrestato per corruzione

Ex sostituito procuratore a Salerno, da pm ha condotto molte inchieste scomode, sostenendo accuse anche contro l’arcivescovo Pierro e Vincenzo De Luca

La “chiacchiera” ha sempre accompagnato, o in qualche caso addirittura preceduto, il magistrato Roberto Penna, da stamane ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta per corruzione. E lui non ha mai fatto niente per depotenziarla. Anzi, gli è sempre piaciuto stare al centro dell’attenzione e non si è mai adoperato per allontanare da sé i riflettori. L’aggettivo che più di altri ha connotato la sua opera da magistrato è stato “scomodo”, perché Roberto Penna da sostituto procuratore (attualmente era in servizio come giudice al Tribunale di Sorveglianza di Roma) si è addossato il carico di inchieste difficili, a volte persino impossibili, che toccavano i poteri forti della città di Salerno. Ma lui di questo andava fiero e si era costruito nel tempo l’immagine del pm senza macchia e senza paura che portava con sé, insieme a quella “chiacchiera” ingombrante, nei circoli e club blasonati di Salerno che frequentava con una certa assiduità.

Parte offesa

Nel 2014 Penna fu parte offesa in un procedimento a carico di Marta Santoro, l’ex comandante della Forestale di Foce Sele condannata in via definitiva a sei anni e sei mesi per concussione, corruzione, abuso ed atti contrari ai doveri d’ufficio. L’ex sovrintendente aveva millantato un’amicizia con lui, che gli avrebbe consentito di sistemare noie giudiziarie relative ad illeciti edilizi evitando controlli. 

Le inchieste contro De Luca

Ogni inchiesta sugli abusi edilizi in Costiera amalfitana portava in calce la sua firma ma il suo pezzo da novanta, che gli procurò fama oltre i confini salernitani, fu l’accusa contro l’arcivescovo Pierro per aver fatto con i fondi regionali di una colonia per ragazzi un albergo di lusso, l’Angellara Home. Il presule dovette sostenere un processo e venne condannato. E poi le inchieste contro De Luca e il suo sistema di potere, la più nota quella sul termovalorizzatore mai realizzato, per la nomina a project manager del dirigente comunale Alberto Di Lorenzo. Finì tutto in una bolla di sapone ma tanto bastò per alienarsi per sempre le simpatie del governatore. Non è un caso che tra le intercettazioni telefoniche a suo carico ce n’è una in cui imputa all’allora procuratore capo a Salerno, Corrado Lembo, un presunto immobilismo nel far svolgere indagini sul conto di De Lucaquando era sindaco di Salerno. Spericolato oltre che coraggioso.

Rif: https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/22_febbraio_09/roberto-penna-chi-magistrato-salerno-arrestato-corruzione-9f9b7ad8-897c-11ec-ae73-595424bfd521.shtml

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