La prova che il sistema Palamara non è un caso isolato ma parte di una corruzione storica

La prova che il ”sistema Palamara ” non sia un caso isolato ma parte di quella corruzione che vede coinvolti i più alti ranghi della magistratura si chiama Nadia Gentilini: ”un sistema marcio che noi vittime di mafia conosciamo da anni: insabbiamenti di cause, depistaggi , anomale archiviazioni,dilatazione dei tempi per portare le pratiche alla prescrizione. Il 6 maggio scorso, ossia prima dello scandalo Palamara, ho depositato presso il Quirinale, il CSM, la DNA, e il Ministero di Giustizia una denuncia nella quale ho denunciato, documentando, la pesante collusione in essere tra alcuni magistrati del Tribunale di Genova e del Tribunale di Biella con un contesto massonico mafiosodel quale sono vittima e dal quale continuo a ricevere pesanti intimidazioni. Ad oggi, sebbene le prove prodotte non lasciano spazio a dubbi, nessuno ha accolto il mio appello ad essere ascoltata assieme al mio legale avv. Gian Mario Balduin”.

No, non tutti i magistrati sono corrotti ma lo sono tutti quelli al potere. Fingiamo di non ricordare il 1992 quando Falcone e Borsellino vengono sbattuti sul banco degli impuntati da una corrente della magistratura chiamata a difendere i clienti finiti nello scandalo di mani pulite.

Federcontribuenti: ”non siamo forse qui a parlare ancora dei depistaggi sulla strage di via d’Amelio? Non siamo forse qui a parlare del potere dell‘ndrangheta in tutto il nord del Paese e oltre confine? Non siamo qui a leggere degli scandali giudiziari nelle aste pubbliche? Non siamo qui a gridare alla commissione Antimafia che a Genova la mafia ha vinto e continua a fare affari al porto con armi, droga e rifiuti? Dal 1992 sappiamo che la Giustizia è diventato un affare politico, opportunistico, per fare carriera velocemente senza correre rischi. L’attuale scandalo che coinvolge tutto il CSM appartiene allo stesso filone conosciuto nel 1992 ma mai concluso.

Nadia Gentilini: da 10 anni la Procura di Genova sta coprendo l’ndrangheta. Federcontribuenti: ”Abbiamo visionato, assieme agli avvocati, tutti gli atti, i documenti, le denunce e non c’è ministro o deputato della commissione antimafia che non li abbia letti e – a detta di molti – nella Procura di Genova servirebbe una indagine interna a spiegare le archiviazioni, i silenzi le indagini mai fatte partire”.

La mafia ha sempre avuto una montagna di soldi liquidi; soldi che hanno fatto impazzire la nuova imprenditoria nata a cavallo tra la morte della vecchia borghesia possidente, dei cavalieri del lavoro e infine delle tute blu. Uomini con l’idea di fare imprenditoria e che hanno trovato nelle mafie i giusti investitori: tanti soldi e nessun problema con i permessi, con la giustizia, con la concorrenza. Qui lo Stato si lega alle mafie, qui nasce la nuova classe politica fondata sul portafoglio e tutti, ma proprio tutti vogliono approfittarne, anche chi vuole fare carriera nella magistratura. Mentre la mafia allungava gli artigli fin dentro i corridoi lustri delle istituzioni, gli uomini politici, i colletti bianchi, le toghe si macchiavano del sangue di chi veniva ucciso; di chi si vedeva portar via il lavoro, le case, la dignità.

Tornare indietro senza ammettere tutto questo è impossibile. Non si può azzerare, ci si deve fare i conti con il passato se vogliamo riprenderci il futuro, se vogliamo urlare onestà dai palchi montati in mezzo al popolo uscito di senno, isterico, scordarello.

Sistema Italia: ”il 42,4% dichiara che nel settore in cui opera succede sempre o spesso di essere obbligati a pagare per ottenere licenze e concessioni o contratti con la P.A. o permessi per l’import e l’export, o per agevolare pratiche fiscali o velocizzare procedure giudiziarie. Il sistema delle raccomandazioni è così ampio, in Italia e non solo, da essere spesso considerato una pratica quasi normale. In ambito lavorativo, nel nostro Paese il canale di intermediazione più utilizzato e anche il più efficace per la ricerca di lavoro è quello informale in ambito familiare e amicale: lo ha utilizzato circa il 60% degli attuali occupati e per oltre il 33% ha rappresentato anche il canale d’ingresso nell’attuale lavoro. Si stima che quasi 12 milioni di italiani conosce personalmente qualcuno che è stato raccomandato: per ottenere un posto di lavoro, una licenza, un permesso o una concessione, per farsi cancellare multe o sanzioni o per essere favorito in cause giudiziarie”.

Falcone e Borsellino mettono a segno Mani Pulite e non Di Pietro. Sono i giudici a legare a doppio filo le bombe e i denari ai politici locali e nazionali per questo quella maledetta corrente della magistratura si impegnò ad attaccare ferocemente, anche sabotandoli emarginandoli e deridendoli, i due giudici; una corrente con uno scopo preciso – far contenti certi amici e accrescere il proprio prestigio con una fulminante carriera. Nelle assise si imponeva e nei plenum di disponeva.

Difficile chiedere un radicale mutamento delle regole che disciplinano le nomine all’interno delle procure quando ancora nel 2019 veniamo sconquassati da nuovi scandali giudiziari.

Una rete occulta che corrode il potere giudiziario dall’interno, arrivando a minare i pilastri della democrazia. Un sistema di contropotere giudiziario, con tutti i crismi dell’associazione per delinquere, organizzato per avvicinare, condizionare e tentare di corrompere un numero indeterminato di magistrati. Qualsiasi giudice, di qualunque grado. Sotto accusa i più alti organi della giustizia amministrativa: il Consiglio di Stato. Sono giudici di secondo e ultimo grado e decidono tutte le cause dei privati contro la pubblica amministrazione con verdetti definitivi (la Cassazione può intervenire solo in casi straordinari). Molti però non sono magistrati: vengono scelti dal potere politico e decidono su cause di enorme valore, come i mega-appalti pubblici. Nella trama entra anche il potere politico, proprio per i legami strettissimi tra Consiglio di Stato e governi in carica. E Salvini cosa fa? Di Maio cosa fa? Come possiamo noi tutti credere di combattere il sistema mafioso, le ingiustizie civili figlie di quel complotto tra toghe e mafia dove la politica fa da collante senza rivoltarci tutti contro chi finge di non sapere?

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Rif: http://www.padovanews.it/2019/07/25/la-prova-che-il-sistema-palamara-non-e-un-caso-isolato-ma-parte-di-una-corruzione-storica/

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