Il papà della Boschi è indagato ma il procuratore di Arezzo Roberto Rossi, non lo dice alla Commissione sulle banche

Sentito dalla Commissione di inchiesta sulle banche il procuratore di Arezzo non ha detto nulla sulle nuove indagini sul padre della Boschi, per “falso in prospetto” sull’emissione delle obbligazioni subordinate. Ora rischia deferimento al Csm.


La commissione parlamentare che indaga sugli scandali bancari sta svolgendo diverse audizioni. In una di queste è stato chiamato il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi.


Che ha omesso di riferire una cosa importante: Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario alla presidenza del Consiglio ed ex vicepresidente di Banca Etruria, è coinvolto in un nuovo filone di indagine e per questo è stato iscritto nel registro degli indagati “per falso in prospetto”. Di cosa si sta parlando? Le indagini della procura cercano di fare luce sul prospetto redatto dalla banca per l’emissione delle obbligazioni subordinate, dalla cui vendita è derivato lo scandalo. L’operazione era stata decisa dai manager della banca per provare ad aggiustare i conti della banca, dopo che i soci avevano scelto di non sottoscrivere l’aumento di capitale. Nel prospetto informativo non sarebbero stati indicati i rischi per gli investitori, come previsto dalla legge. A segnalarlo alla procura è stata la Consob, che poi ha notificato multe per oltre due milioni di euro agli amministratori dell’istituto di credito. A papà Boschi sono stati chiesti 30mila euro. Come ha scritto La Verità i magistrati hanno chiesto una proroga per andare avanti con le indagini. Ma il procuratore non ha detto nulla in Commissione. Ora rischia il deferimento alCsm. Lui ha inviato una lettera, indirizzata al presidente della commissione di inchiesta sulle banche, Pierferdinando Casini, in cui fornisce dei chiarimenti sulla parte della sua audizione in cui si faceva riferimento al coinvolgimento del padre di Maria Elena Boschi nella vicenda Banca Etruria. Casini ha fatto pervenire la missiva ai membri della bicamerale. Il magistrato aretino sostiene di aver risposto “a tutte le domande” che gli “sono state formulate senza alcuna reticenza né omissione”. E spiega: “Ho chiarito che l’esclusione di Boschi riguardava il processo per bancarotta attualmente in corso, mentre per gli altri procedimenti ho precisato che non essere imputati non significava non essere indagati. Null’altro mi è stato chiesto in merito”.

Rif:http://www.ilgiornale.it/news/politica/banca-etruria-pap-boschi-indagato-procuratore-arezzo-non-1470549.html

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