Roberto Rossi – Scheda

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Ma vediamo chi è Rossi Roberto attualmente Capo Procuratore del Tribunale di Arezzo. Formatosi nelle procure di Perugia e poi di Mantova, balzò qualche anno fa alle cronache per il suo scontro con l’allora capo della procura di Siena. Scontro dovuto alla conduzione dell’ufficio giudiziario. Ad Arezzo, una sede fino ad allora piuttosto sonnecchiosa, si mette in luce per inchieste di rilievo nazionale. Tra queste la cosiddetta indagine “Variantopoli”. Rossi coordinò l’indagine su presunti illeciti nella gestione urbanistica nel Comune di Arezzo dal 2000 al 2005. L’inchiesta portò all’arresto di tre consiglieri comunali per reati di concussione, abuso di ufficio e corruzione: L’indagine si estese anche al sindaco e coinvolse alcuni imprenditori (tra cui il presidente dell’Arezzo in quegli anni), e coinvolse l’allora responsabile regionale di Forza Italia già sottosegretario del governo Berlusconi. Gli imputati sono stati tutti condannati in primo grado, sentenze confermate in appello ed in Cassazione, salvo alcune prescrizioni. 

Un altro episodio significativo è stato l’arresto di Nadia Desdemona Lioce. La brigatista che insieme al complice Mario Galesi, morto la sera stessa dell’agguato, è stata protagonista del sanguinoso conflitto a fuoco sul treno Roma-Firenze, nel quale è rimasto ucciso l’agente delle Polizia Ferroviaria Emanuele Petri.

Rossi condusse l’indagine su Eutelia S.p.A., all’epoca il quarto gestore nazionale di telefonia per volume di affari.

E ancora: l’indagine per evasione, reati fiscali e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte a carico di Licio Gelli e dei suoi familiari, che hanno condotto la procura di Arezzo a predisporre il sequestro preventivo di villa Wanda, porta la sua firma. Un processo che si concluse prescrizione e il dissequestro della villa.

Di recente, si trovò anche al centro di una querelle politica: la sua indagine – a poche settimane dal voto amministrativo – nei confronti di un assessore alla cultura del comune di Arezzo a detta di molti, ha consegnato – si fa per dire – alla destra il comune toscano, considerato un feudo della Boschi.

Certo e’ presente il nodo del conflitto di interesse dato dalla sua “consulenza” per il Palazzo Chigi.

Gli si imputa anche di aver sollecitato lui stesso la consulenza dopo la scadenza del primo incarico.

E poi, qui sta il nocciolo, lo si accusa di non aver indagato il padre della Boschi dopo i rilievi mossi dalla Banca di Italia.

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