
La II sezione penale ha inflitto una pena più alta della richiesta al giudice del Consiglio di Stato (sospeso) per corruzione in atti giudiziari: pilotate almeno tre sentenze.
La procura aveva sollecitato una condanna a 7 anni e mezzo. I giudici della II sezione penale di Roma hanno condannato a 11 anni di carcere il giudice del Consiglio di Stato Nicola Russo (ora sospeso) per l’accusa di corruzione in atti giudiziari. Secondo la ricostruzione ha pilotato almeno tre sentenze.
I giudici hanno dichiarato estinto il rapporto di Russo con la pubblica amministrazione e disposto un risarcimento di 100mila euro in favore della presidenza del Consiglio, costituitasi parte civile. Oltre 64mila euro dovrà all’amministrazione giudiziaria come riparazione pecuniaria.
La vicenda è legata alle vicende che nel 2018 coinvolsero l’immobiliarista Stefano Ricucci, all’epoca accusato di aver pagato al giudice cene, aperitivi e consumazioni nei luoghi simbolo della mondanità romana. Gli hotel De Russie e Valadier, il ristorante Assunta Madre, la discoteca Art Caffè di Villa Borghese: tappe amate dall’immobiliarista, che avrebbe offerto a Russo cene da mille euro, cocktail e serate. Più un regalo misterioso.