Rinascita Scott, Petrini e le promesse di danaro di Pittelli per aggiustare processi

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Nella cospicua mole di atti consegnati dalla Dda di Catanzaro al gip Claudio Paris nel corso dell’udienza preliminare su Rinascita Scott, l’inchiesta che ha fatto tremare le famiglie di ‘ndrangheta del Vibonese, compaiono i verbali di interrogatorio del magistrato Marco Petrini resi nell’ambito dell’inchiesta della distrettuale di Salerno, nome in codice “Genesi”, che svela un sistema corruttivo tra toghe sporche, legali e professionisti, un “patto” finalizzato ad “aggiustare processi in cambio di soldi”. In questi interrogatori emerge il nome di Giancarlo Pittelli, ex senatore di Forza Italia, in arresto dal 19 dicembre dell’anno scorso, quando i carabinieri del Ros gli misero le manette ai polsi, nell’ambito della maxi operazione Rinascita Scott, coordinata dal procuratore capo Nicola Gratteri.

“L’omicidio Gentile e le promesse di Pittelli”

Il carteggio comprende l’interrogatorio di Petrini datato 5 febbraio 2020, in parte omissato, in cui il magistrato riferisce di conoscere il noto legale catanzarese, in quanto difensore di imputati in procedimenti da lui decisi come presidente del collegio di Corte di appello. Petrini confessa di aver ricevuto la promessa della dazione di una somma di denaro di 2.500 euro in cambio dell’esito favorevole di un processo a carico di un imputato da lui difeso, condannato in primo grado, collocando l’episodio in epoca successiva alla sua cessazione dalla carica parlamentare. “Dico ciò anche perchè durante il suo mandato parlamentare l’avvocato Pittelli aveva di fatto smesso di esercitare la professione di avvocato e comunque non era più presente in udienza, come prima di diventare parlamentare. La proposta corruttiva fattami personalmente dall’avvocato Giancarlo Pittelli avvenne nei locali della Corte di appello” e risale al 2016, ammettendo di aver accettato la promessa di ricevere il danaro in cambio dell’assoluzione dell’imputato da lui assistito. “L’imputato venne assolto dalla Corte di assise di appello se ben ricordo”. Il magistrato non rammenta in quella sede il fatto omicidiario che vedeva coinvolto l’imputato difeso da Pittelli, ma sarà più chiaro nell’interrogatorio del 25 febbraio  quando, dopo aver riferito di non aver ricevuto, nonostante l’esito favorevole, alcuna somma da Pittelli e dopo aver precisato di non aver avuto un buon rapporto con lui, parla del processo riguardante l’omicidio Gentile, ucciso nei pressi dei giardini di San Leonardo e che ha come imputato Nicholas Sia. I ricordi si fanno più nitidi ricordando che la Corte ridusse all’imputato la pena su sua proposta.  “Ribadisco che io ero relatore e la somma promessami da Pittelli non mi fu poi consegnata. Poi parla del  procedimento di Rocco Delfino: “mi fu promesso denaro ugualmente da Pittelli, si trattava di un procedimento di prevenzione patrimoniale per il quale si chiedeva la revocazione di un provvedimento di confisca definitivo emesso dal Tribunale di Reggio Calabria . Ricordo che il processo fu trattato alla presenza dell’avvocato Pittelli e dello stesso Delfino, il giorno precedente l’arresto di entrambi da parte della Dda di Catanzaro il 19 dicembre dell’anno scorso. Per questa vicenda la decisione non è stata adottata per quel che mi risulta.

Il patto da 2.500 euro

La promessa della somma di denaro per revisionare il provvedimento di confisca patrimoniale di Delfino  mi fu fatta da Pittelli nel novembre 2019 in Corte di appello. Ciò lo ricordo perché era in corso di trattazione il processo penale a carico di Nicholas Sia per il quale, come ho detto, ho accettato la promessa di 2.500 euro dallo stesso avvocato Pittelli

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