“Ho preso quelle tangenti per far scarcerare 3 persone, chiedo scusa”: il giudice De Benedictis ammette tutto

Ha confessato di avere ricevuto denaro in relazione a tre provvedimenti di scarcerazione effettuati, il giudice molfettese Giuseppe De Benedictis, in carcere dal 24 aprile per corruzione in atti giudiziari. Nello stesso giorno è stato arrestato anche l’avvocato barese Giancarlo Chiariello, accusato di avere pagato mazzette al magistrato per ottenere provvedimenti di scarcerazione nei confronti di quattro suoi clienti, coinvolti in inchieste sulla criminalità organizzata.

De Benedictis – assistito dagli avvocati Saverio Ingraffia e Gianfranco Schirone -è stato interrogato dalla giudice Gulia Proto nel carcere di Lecce.  “Il giudice sta male – hanno detto i difensori, al termine del confronto – è un uomo distrutto e piegato dai sensi di colpa. Speriamo di tirarlo un po’ su, perché è innanzitutto una persona. Per 36 anni è stato un magistrato esemplare, questo non bisogna dimenticarlo”.

Ha confessato di avere ricevuto denaro in relazione a tre provvedimenti di scarcerazione effettuati, il giudice molfettese Giuseppe De Benedictis, in carcere dal 24 aprile per corruzione in atti giudiziari. Nello stesso giorno è stato arrestato anche l’avvocato barese Giancarlo Chiariello, accusato di avere pagato mazzette al magistrato per ottenere provvedimenti di scarcerazione nei confronti di quattro suoi clienti, coinvolti in inchieste sulla criminalità organizzata.

De Benedictis – assistito dagli avvocati Saverio Ingraffia e Gianfranco Schirone -è stato interrogato dalla giudice Gulia Proto nel carcere di Lecce.  “Il giudice sta male – hanno detto i difensori, al termine del confronto – è un uomo distrutto e piegato dai sensi di colpa. Speriamo di tirarlo un po’ su, perché è innanzitutto una persona. Per 36 anni è stato un magistrato esemplare, questo non bisogna dimenticarlo”.

Gli avvocati hanno presentato istanza di scarcerazione alla stessa giudice Proto, affinché De Benedictis possa essere posto agli arresti domiciliari, ritenendo che non sussistano più le esigenze cautelari dettate dal pericolo di reiterazione del reato, considerato che ha chiesto di lasciare la magistratura. La confessione riguarda tre dei quattro episodi contestati ed è stata corredata da una serie di dichiarazioni di pentimento.

e Benedictis aveva parzialmente ammesso le sue responsabilità già il 9 aprile, dopo che i carabinieri del Nucleo investigativo di Bari lo avevano sorpreso nel suo ufficio mentre contava le banconote che, poco prima, gli erano state consegnate da Chiariello in una busta. La successiva perquisizione nella casa del giudice, aveva consentito agli investigatori di scoprire altri 60mila euro, divisi in buste e nascosti dietro le prese elettriche. De Benedictis aveva confermato di avere ricevuto quei soldi da Chiariello e subito annunciato di volere lasciare la magistratura, nella speranza di evitare il carcere. La gip Giulia Proto, tuttavia, ha ritenuto troppo grave il suo comportamento, considerato che aveva continuato a prendere soldi anche dopo aver saputo di essere indagato dalla Procura di Lecce.

“Delinque fino all’ultimo momento – era scritto nell’ordinanza di custodia cautelare – Anche mentre è in attesa della prevista misura cautelare, non disdegna l’ennesima dazione corruttiva”. Tanto è vero che, anche durante la seconda perquisizione – effettuata dai carabinieri il 24 aprile, durante la notifica della misura cautelare – è stata trovata un’altra tangente ovvero ulteriori 4mila euro nascosti dietro una presa elettrica, in un luogo già perquisito il 9 aprile.

Anche l’avvocato Giancarlo Chiariello, interrogato qualche ora dopo il giudice, ha parzialmente ammesso le sue responsabilità. All’avvocato vengono contestati quattro episodi di corruzione in atti giudiziari e uno di rivelazione di segreti d’ufficio in concorso con De Benedictis, la sua collaboratrice Marianna Casadibari e l’appuntato in servizio in Procura Nicola Soriano. L’avvocato, che era assistito dai colleghi Andrea Sambati e Raffaele Quarta, ha risposto alle domande della giudice Proto, precisato alcune circostanze e chiarito la natura dei suoi rapporti con il giudice. Dopo l’interrogatorio è stato riportato nel carcere di Altamura.

Rif: https://bari.repubblica.it/cronaca/2021/04/27/news/ho_preso_quelle_tangenti_chiedo_scusa_il_giudice_d_benedctis_ammette_tutto-298329075/

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