Csm, le nuove intercettazioni: Palamara cercò di chiedere aiuto al procuratore della Cassazione

Csm, le nuove intercettazioni: Palamara cercò di chiedere aiuto al procuratore della Cassazione

Il giudice incontrò Riccardo Fuzio: che poi ha avviato l’azione disciplinare contro di lui e i 5 consiglieri del Csm che hanno partecipato alla riunione notturna in un albergo romano.

ROMA — Ci sono altre centinaia di intercettazioni trasmesse dalla Procura di Perugia al Consiglio superiore della magistratura. Danno conto dei colloqui tra il pubblico ministero Luca Palamara e altri interlocutori per la spartizione delle nomine ai vertici degli uffici giudiziari. Ma anche dei tentativi dello stesso Palamara di avere informazioni sull’inchiesta per corruzione avviata proprio da Perugia nei suoi confronti. 

In questi atti c’è anche la registrazione di un incontro con Riccardo Fuzio, il procuratore generale presso la Corte di Cassazione che la scorsa settimana ha avviato l’azione disciplinare contro di lui e contro i cinque consiglieri del Csm che hanno partecipato alla riunione notturna in un albergo romano. Un appuntamento con i parlamentari del Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri per mettere a punto la strategia che avrebbe dovuto garantire la maggioranza al Csm in vista del voto sul nuovo procuratore di Roma. 

I politici

L’indagine contro Palamara viene avviata a Perugia nel dicembre scorso e riguarda soldi, viaggi, gioielli che gli sarebbero stati regalati dall’imprenditore Fabrizio Centofanti in cambio di favori su nomine e inchieste da «pilotare». Il magistrato viene tenuto sotto intercettazione telefonica per i primi mesi, poi a maggio gli investigatori della Guardia di finanza inseriscono il «trojan» nel suo cellulare e registrano ogni incontro. Le trascrizioni dei primi quindici giorni di ascolto sono state trasmesse un paio di settimane fa al Csm dando conto dei suoi colloqui con giudici e politici fino al 16 maggio. E consentendo di ricostruire la rete di relazioni che aveva tessuto e le trattative per la spartizione delle poltrone in alcuni uffici giudiziari. Fino a provocare le dimissioni di quattro consiglieri (Morlini, Cartoni, Spina e Lepre), l’autospsensione di uno (Criscuoli) e l’avvio dell’indagine disciplinare per tutti. Tre giorni fa gli inquirenti di Perugia hanno deciso di mettere a disposizione dell’organo di autogoverno le nuove registrazioni fino al 29 maggio, il giorno precedente la perquisizione a Palamara. Svelano il contenuto degli incontri con almeno altri due componenti del Csm, di altre riunioni e conversazioni di Palamara con Lotti e Ferri, di quanto accaduto nei giorni prima e dopo la votazione del 23 maggio che nella commissione Direttivi del Csm aveva fatto prevalere il loro candidato alla Procura di Roma, Marcello Viola, con quattro preferenze, mentre Francesco Lo Voi e Giuseppe Creazzo ne avevano ottenuta una ciascuno. 

«Ho avvisato Riccardo»

In quei giorni Palamara è concentrato su due fronti: far vincere Viola a Roma per garantire «discontinuità» con la gestione di Giuseppe Pignatone, ma anche sapere come procede l’inchiesta su di lui. Lo scopre la notte del 16 maggio, quando il consigliere suo amico Luigi Spina lo avvisa che Perugia lo ha iscritto nel registro degli indagati e gli racconta i dettagli dell’informativa della Guardia di finanza: «Ci stanno i viaggi…». Palamara sbotta, dice che è «una porcata», si informa in quali commissioni è stata mandata la relazione. 
Spina: «Il comitato di presidenza ha mandato in busta chiusa ai presidenti della Quinta e della Prima». 
Palamara: «Eh, ma perché alla Quinta?». 
Spina: «E che c… ne so. Anche dalla Quinta… secretata». 
Palamara: «Ah, allora…». 
Spina: «Non può passa…». 
Palamara: «Allora Riccardo ma che c… ha fatto». 
Spina: «Non c’è Riccardo… c…, Riccardo non c’è è questo il punto… Riccardo non ci sta, io l’ho avvisato… Riccardo non ci sta … sta all’estero». 
Palamara: «Ah, allora è grave… dai questo è grave». 

L’incontro con Fuzio

Secondo gli inquirenti il Riccardo citato è appunto Fuzio, membro di diritto del Csm in quanto pg della Cassazione, aderente a Unità per la Costituzione, la stessa corrente di Palamara e Spina e amico di entrambi. In quei giorni il pg si trovava effettivamente all’estero, ma dopo il suo rientro Palamara riesce comunque a incontrarlo. Il colloquio — ancora coperto dalla secretazione imposta dagli inquirenti — viene captato dal «trojan» il 27 maggio. 
Tre giorni dopo l’inchiesta viene svelata con la perquisizione e con l’avviso di garanzia a Spina per violazione del segreto e favoreggiamento, ma anche al pm romano Stefano Fava per aver rivelato a Palamara che l’indagine nei suoi confronti «è partita dall’analisi delle tue carte di credito», e di avergli consegnato in anticipo l’esposto contro Pignatone e il procuratore aggiunto Paolo Ielo. Altra mossa di quella strategia che Palamara aveva pianificato per «screditare gli avversari» e far prevalere i magistrati amici nei posti chiave. E invece lo ha travolto provocando uno scandalo nelle istituzioni di cui non si riesce ancora a immaginare le ulteriori conseguenze.

Rif:https://www.corriere.it/cronache/19_giugno_17/csm-nuove-intercettazioni-palamara-cerco-chiedere-aiuto-procuratore-cassazione-c3ed4444-9077-11e9-9eb3-08018d4e5f3d.shtml?refresh_ce-cp

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