Caos procure, si è dimesso il consigliere Antonio Lepre

Perugia, indagato per corruzione l'ex presidente dell'Anm Palamara: patto per prendere la Procura di Roma

Terremoto al Csm, colpito dalla bufera sulle nomine nelle procure. Si è dimesso il terzo consigliere in due giorni: Lepre, dopo Spina e Morlini. Per tutti e tre, insieme ai togati Cartoni e Criscuoli (che si sono autosospesi) il ministro Bonafede ha chiesto la procedura disciplinare. Lotti: “Mai minacce o costrizioni per le nomine dei capi di alcune procure. Non ho commesso reati”. Mattarella ha indetto le elezioni del Csm.

La difesa di Lotti – “In questi anni ho incontrato decine di magistrati, per i motivi più svariati. Ma mai sono venuto meno ai doveri imposti dalla Costituzione e dalle leggi”. Lo ha scritto su Facebook il deputato del Pd Luca Lotti, rispondendo a quanti lo hanno accusato di aver favorito la nomina del Pg di Firenze Marcello Viola a procuratore di Roma. Lotti ha inoltre sottolineato che “in un incontro ho espresso liberamente le mie opinioni: parole in libertà, non minacce o costrizioni”. “Deve essere chiara una cosa: qualunque siano i futuri vertici della Procura di Roma la mia udienza davanti al Gup è già in corso e verrà definita come è giusto che sia, senza alcuna interferenza. Detto in altre parole: anche se il futuro il Procuratore di Roma dovesse essere mio fratello, la richiesta di rinvio a giudizio è già stata fatta e sto affrontando il procedimento penale”, prosegue Lotti. “Non c’è alcun collegamento tra la nomina del Procuratore di Roma (che certamente non può dipendere da me) e il mio procedimento. Questa è la pura e semplice verità”, continua. “Ho fatto pressioni in merito al futuro della Procura di Roma per avere dei vantaggi personali, come qualcuno sostiene? Assolutamente no. Qualcuno ha addirittura scritto che una mia opinione personale avrebbe potuto condizionare il processo Consip! Niente di più falso, niente di più assurdo. Come sarebbe stato possibile?”.

Lotti a Zingaretti: “Non ho potere di fare nomine” – “Ringrazio Zingaretti per aver ricordato che non ho commesso nessun reato e che va respinta e condannata ogni forma di processo sommario. Detto questo, senza fare nessuna polemica con Nicola, sono un po’ sorpreso che lo stesso segretario abbia sentito poi la necessità di dire che il suo Pd non si occupa di nomine di magistrati: perché anche io faccio parte del ‘suo’ Pd e – come ho personalmente detto a lui e spiegato in una nota – non ho il potere di fare nomine, che come noto spettano al Csm”, ha spiegato Luca Lotti in una nota.

Zingaretti: “Il Pd non si occupa di nomine” – Le parole di Lotti sono infatti una replica a Zingaretti. “L’oggetto delle indagini non sono le frequentazioni ma il loro merito. Attendiamo per questo che si faccia piena luce. Agli esponenti politici del Pd protagonisti di quanto è emerso non viene contestato alcun reato. Per questo, ogni processo sommario celebrato sulla base di spezzoni di intercettazioni va respinto. Ma il Pd – ha spiegato Zingaretti – non ha mai dato mandato a nessuno di occuparsi degli assetti degli uffici giudiziari. Dal punto di vista dell’opportunità politica il partito che ho in mente non si occupa di nomine di magistrati. La politica valuta, interloquisce, si confronta, esprime opinioni ma non dà consigli o né si dedica ad organizzare maggioranze nel Csm”.

Lotti intercettato – Spunta intanto una nuova intercettazione di Lotti durante la riunione del 9 maggio con Palamara, Ferri e 5 togati. “Però qualche messaggio a Ermini va dato…”, dice Lotti. “Si è determinato l’oggettivo risultato che la volontà di un imputato abbia contribuito alla scelta del futuro dirigente dell’ufficio di procura deputato a sostenere l’accusa nei suoi confronti”, così il Pg della Cassazione, Riccardo Fuzio, riferendosi a Luca Lotti nell’atto di incolpazione dei consiglieri del Csm.

M5s: Intercettazioni di Lotti inquietanti – “Emergono inquietanti intercettazioni sulla bufera che sta coinvolgendo Csm e Pd. Negli atti si parla di interferenze illecite di Luca Lotti in “un centro di potere” esterno al Csm che decideva sulle nomine. In particolare tra le manovre “palesi quanto illecite da parte di soggetto rivestente la qualità di imputato, scrive il Gico, quella per la Procura di Roma dove, dice Lotti, “si vira su Marcello Viola”. Lotti avrebbe quindi provato a condizionare le nomine dei Procuratori e, in particolare, del Procuratore di Roma che sosterrà l’accusa nei suoi confronti nel caso Consip. E Zingaretti che fa? Lo tiene ancora dentro al Partito? Il Pd c’è dentro fino al collo ma nessuna parola da parte di un segretario fantasma che non ci vuole né vedere né sentire. Questo silenzio è gravissimo e imbarazzante”. Lo dichiara Michele Gubitosa, portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei deputati.

I provvedimenti del Csm – All’interno del Csm sono partite anche le azioni disciplinari, promosse dal Pg della Cassazione, Riccardo Fuzio nei confronti dei quattro consiglieri togati del Consiglio che si sono autosospesi, per la vicenda degli incontri con l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara e i deputati del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti, sulla nomina del nuovo procuratore di Roma. 

La posizione del Quirinale – Coinvolto nello scandalo da Giancarlo Longo, il Colle ha preso le distanze dalla vicenda: non ha mai parlato con alcuno di nomine di magistrati né è mai intervenuto per esse. La comunicazione avviene dopo le parole di Longo secondo il quale fu il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in persona, con un intervento “diretto”, a bloccare la sua nomina alla guida della procura di Gela. Longo, che ha lasciato la magistratura a dicembre 2018, dopo aver patteggiato una pena di 5 anni e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, avrebbe riferito questo episodio in un interrogatorio alla procura di Messina e riportato nel decreto di perquisizione eseguito dalla procura di Perugia, nei confronti di Luca Palamara, ex segretario dell’Anm e consigliere del Csm, indagato dalla procura umbra per corruzione.

Bonafede: “Istituzioni siano compatte” – “Voglio che sia chiaro è che la situazione è chiaramente grave, e questa gravità va affrontata dalle istituzioni che devono rimanere compatte”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. “La magistratura italiana – ha detto – è di un livello altissimo, una delle migliori magistrature al mondo, sicuramente c’è un sistema delle correnti, un sistema contro cui in tanti ci siamo impegnati,anche la magistratura stessa,a combattere”.

L’appello di Forza Italia a Mattarella – “L’attuale Csm è gravato da ombre troppo serie per poter svolgere la sua funzione con la necessaria autorevolezza e imparzialità. Ci rivolgiamo dunque al Capo dello Stato, massimo garante delle regole democratiche, con un rispettoso ma accorato appello affinchè proceda al più presto allo scioglimento del Csm. Nello stesso tempo sosterremo con forza in sede parlamentare la proposta di una Commissione di inchiesta su quanto è accaduto e sta accadendo nel Consiglio Superiore”. E’ quanto si legge in una nota del Comitato di Presidenza di Forza Italia, riunito a Roma, sotto la Presidenza di Silvio Berlusconi. Pertanto il partito azzurro annuncia che chiederà nei prossimi giorni al Presidente della Repubblica “un’udienza per manifestargli, anche proprio nella sua qualità di Presidente del Csm, le nostre preoccupazioni e l’urgenza di un intervento all’altezza della gravità della situazione”.

Rif: https://www.tgcom24.mediaset.it/politica/csm-si-dimette-pure-antonio-lepre_3214326-201902a.shtml

La cena dei magistrati con Lotti: “Ora mettiamo paura a Creazzo”

La frase dell’ex ministro intercettata: «Si vira su Viola, sì ragazzi». Il dossier contro il procuratore di Firenze.

La frase di Luca Lotti, immortalata dalla microspia nel cellulare di Luca Palamara, l’ex presidente dell’Anm, toglie ogni dubbio su come andò la riunione carbonara tra alcuni membri del Csm durante la quale si pianificò la nomina del futuro procuratore capo di Roma. Riunione durata 40 minuti, non poco: «Si vira su Viola, sì ragazzi». I «ragazzi» erano il fior fiore della magistratura eletta dalla categoria per l’autogoverno: c’era Gianluigi Morlini, presidente della commissione nomine.

Rif:https://www.lastampa.it/2019/06/13/italia/la-cena-dei-magistrati-con-lotti-ora-mettiamo-paura-a-creazzo-NjBan6J5Vv2Ne72ntQac3H/premium.html

Csm, coinvolti altri consiglieri nel caso delle nomine pilotate

Ci sono altri consiglieri del Csm coinvolti nella trattativa per la nomina dei procuratori di Roma, Perugia e Brescia, che ha già fatto esplodere la bufera su Palazzo dei Marescialli portando alle dimissioni di Luigi Spina, l’unico indagato del Csm, e all’autosospensione di Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Paolo Criscuoli e Gianluigi Morlini, intercettati mentre discutevano della successione a Giuseppe Pignatone con i parlamentari del Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri. Mentre le dimissioni, invocate da più parti, tranne dalla corrente di Magistratura Indipendente, tardano ad arrivare, altre notizie scuotono il Consiglio superiore della magistratura, travolto da una crisi istituzionale senza precedenti.

L CELLULARE
Nuove indiscrezioni sulle conversazioni registrate attraverso il trojan, collocato dal 7 al 16 maggio nel telefonino dell’ex presidente dell’Anm e membro del Csm Luca Palamara, indagato a Perugia per corruzione. Quel microfono ha svelato alla Guardia di finanza il coinvolgimento, anche a loro insaputa, di altre persone nelle conversazioni sulla trattativa per le nomine ai vertici degli uffici giudiziari di Roma, Perugia e Brescia. Durante i dialoghi sulle strategie da adottare per portare Marcello Viola alla guida dei pm di Roma, Luca Lotti millantava contatti e rapporti anche con il Quirinale. Così come lo stesso pm, indagato per corruzione dalla procura umbra, avrebbe sostenuto di essere stato informato delle intercettazioni a suo carico proprio da ambienti vicini al Colle.
Ma, come emerge dagli atti, l’interesse di Palamara riguardava anche la procura di Perugia: il suo obiettivo era vedere indagato il collega Paolo Ielo. Affrontava spesso la questione, ne discuteva anche con il sostituto della direzione nazionale Antimafia Cesare Sirignano. Nella conversazione intercettata il 7 maggio, Palamara parla del candidato che può soddisfare il suo desiderio di vendetta nei confronti di Ielo, sul quale il collega Stefano Fava aveva già presentato un esposto al Csm: «Chi glielo dice che deve fare quella cosa lì – dice a Sirignano – Deve aprire un procedimento penale su Ielo…cioè stiamo a parlà di questo… non lo farà mai». Il magistrato in questione era Giuseppe Borrelli, attualmente aggiunto a Napoli, che si è candidato, insieme ad altri diciannove colleghi come capo della procura di Perugia. Sirignano avrebbe risposto di avere già affrontato l’argomento con Borrelli che sarebbe stato disponibile a procedere.
Per questo, nei giorni scorsi, l’aggiunto di Napoli ha consegnato una relazione di servizio al procuratore Giovanni Melillo, che ha trasmesso il documento a Perugia, titolare del fascicolo. Nell’esaminare le varie candidature utili al suo obiettivo, Palamara valutava quelle di colleghi che non fossero vicini a Paolo Ielo. Così, nelle sue conversazioni, prendeva in considerazione anche l’ipotesi di Francesco Prete, attuale procuratore di Velletri, ed Erminio Amelio, pm di Roma, entrambi candidati a Perugia.

LE REAZIONI
In serata Giuseppe Borrelli ha diffuso una nota: «Apprendo con sorpresa e indignazione che mi sono state attribuite affermazioni mai pronunciate e intenzioni mai nutrite, nell’ambito di una vicenda alla quale sono completamente estraneo. Da giorni ho provveduto a depositare al procuratore della Repubblica la documentazione comprovante la mia più totale estraneità a quei fatti, per l’inoltro della stessa agli organi competenti. Ho già dato mandato per tutelare in ogni sede giudiziaria la mia onorabilità di uomo e magistrato». Sulla stessa linea Erminio Amelio: «Apprendo con stupore – dichiara – che venisse fatto il mio nome da parte di una persona con la quale non ho avuto nulla a che fare (Palamara ndr) e tutelerò la mia onorabilità in tutte le sedi competenti. Non sono mai stato nemico di Ielo con il quale sto ancora lavorando e lo stesso Ielo qualche mese fa, d’iniziativa, ha espresso parole lusinghiere sulla mia professionalità a colleghi anche del Csm».

Rif: https://www.ilmessaggero.it/italia/csm_nomine_pilotate_palamara-4551516.html
 

Magistrati indagati, gli incontri notturni di Palamara con Lotti&Co. per pilotare le nomine dei procuratori capo

Molto spesso in albergo, qualche volta a casa della sorella di Cosimo Maria Ferri, sottosegretario alla giustizia nei governi Pd. Tanti incontri, almeno tre documentati, specie dal 7 al 16 maggio. Sempre di notte, sempre gli stessi, per decidere a tavolinole nomine dei procuratori capi, spostando voti all’interno del Csm con l’obiettivo di individuare ed eleggere magistraticontrollabili politicamente. Il capotavola è Luca Palamara, gli altri commensali sono i consiglieri del Csm Luigi SpinaCorrado ArtoniAntonio LepreGianluca Morlini e Paolo Criscuoli. Il braccio politico della comitiva sono i parlamentari del Pd Luca Lotti e Cosimo Maria Ferri. E c’è un convitato di pietra, una presenza per certi versi inspiegabile: Claudio Lotito, amico di Palamara, presidente della Lazio, elargitore di biglietti in tribuna vip per le partite dei biancocelesti, come la finale di Coppa Italiadel 15 maggio scorso, a cui assiste Luigi Spina dalla tribuna autorità. L’ultimo incontro in un hotel, in cui Palamara con gli altri “fa la conta dei voti per il procuratore di Roma”, dopo l’uscita di Pignatone. “Obiettivo: Marcello Viola (procuratore generale di Firenze – ndr) capo dell’ufficio della Capitale“.

Csm, così le correnti si dividono le nomine (a braccetto con la politica): il Nazareno in toga e l’uomo-cerniera Ferri

Secondo quanto scritto da Corriere della SeraRepubblica Messaggero, sono questi i particolari che emergono dalle carte dell’inchiesta condotta dalla Procura di Perugia, dove Palamara è indagato per corruzione e Spina per favoreggiamento eviolazione di segreto. Spina si è dimesso dal suo ruolo nel Consiglio superiore della magistratura, Artoni, Lepre, Morlini e Criscuoli si sono autosospesi: iniziative che rappresentano la prima, vera conseguenza reale di una vicenda destinata ad allargarsi. Ad altri pm e ad altri fatti.

Magistrati indagati, intercettato con Palamara anche un pm dell’Antimafia

Tra gli altri fatti, ad esempio, c’è la ristrutturazione della casa romana in cui vive in affitto Luca Palamara: lavori affidati ad una ditta di Fabrizio Centofanti, lobbista, nonché colui che pagava week end e regali all’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Lo stesso Palamara, poi, era spesso in contatto con Cesare Sirignano, pm napoletano della Direzione nazionale antimafia, con cui discutono del possibile successore di Luigi De Ficchy a capo della Procura di Perugia, ufficio competente per i reati commessi dai magistrati romani. Palamara, è il ragionamento degli inquirenti, è convinto che un procuratore capo pilotato può essere una garanzia nel prosieguo dell’indagine contro di lui. Scrivono i quotidiani che Palamara è “intercettato mentre discute di un candidato a Perugia che potesse aprire un fascicolo a carico dell’aggiunto di Roma Paolo Ielo“, che con Pignatone aveva inviato a Perugia gli atti sull’ex presidente Anm. Ma non è l’unico motivo per cui parla con Sirignano. Quest’ultimo, infatti, è legato sentimentalmente a Ilaria Sasso Del Verme, segretaria della quinta commissione del Csm, quella che si occupa di redigere i pareri sui vari magistrati candidati agli incarichi di vertice negli uffici giudiziari di tutta Italia: stando alle intercettazioni, a Palamara interessava conoscere le dinamiche di uno dei gangli più strategici dell’autogoverno della magistratura.

Magistrati indagati, Csm a pezzi. Ermini: “Emersi traffici venali e giochi di potere”. Cascini: “Vicenda simile alla P2”

Rif: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/05/magistrati-indagati-gli-incontri-notturni-di-palamara-con-lottico-per-pilotare-le-nomine-dei-procuratori-capo/5232995/

Il Fatto: Caso Palamara, l’imputato Lotti parlava del futuro capo della Procura

Caso Palamara, l’imputato Lotti parlava del futuro capo della Procura
Luca Lotti

Il 9 maggio Luca Lotti, in compagnia del collega di partito Cosimo Ferri, discute con Luca Palamara e Luigi Spina del futuro della procura di Roma e della successione di Giuseppe Pignatone. I quattro non sanno che la Procura di Perugia, dopo aver inoculato un trojan nel telefono di Palamara, trasformandolo in una cimice…

Rif:https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/06/01/limputato-lotti-parlava-del-futuro-capo-della-procura/5224057/