Lotti: «Andai al Colle per parlare di Lo Voi». Il Quirinale smentisce

Lotti: «Andai al Colle per parlare di Lo Voi». Il Quirinale smentisce

Gli scenari le strategie, le trattative sulle nomine. Le conversazioni del pm Luca Palamara con i parlamentari Luca Lotti e Cosimo Ferri e i consiglieri del Csm finiti nei guai, contenute nell’informativa del Gico della Guardia di Finanza di Roma, raccontano altri dettagli sulla gestione delle nomine, ma anche delle inchieste e dei procedimenti disciplinari al Csm. I rapporti all’interno e fuori da Palazzo dei Marescialli, con un ruolo ben definito delle correnti. Lotti che millanta anche di avere parlato con il presidente Mattarella – che smentisce ogni circostanza – della possibile nomina del procuratore Francesco Lo Voi. E Palamara che gli raccontava di avere chiesto all’ex procuratore di Roma Pignatone di «chiudere tutto» su Consip e che accusa i colleghi di avere usato due pesi e due misure nelle inchieste, a seconda delle convenienze politiche. Ma ci sono anche le previsioni per il futuro, perché proprio l’aspirante capo della procura di Roma, Lo Voi, si dice pronto a fare ricorso al Tar se verrà sconfitto da Marcello Viola, il favorito. Lo racconta Ferri: «Lo Voi mi ha chiamato, dice che fa ricorso al Tar». Si parlava di tutto, anche del progetto fallito di Giuseppe Pignatone di andare al Quirinale come consulente. Sullo sfondo, lo scontro pesantissimo e la profonda frattura nell’ufficio giudiziario più grande d’Italia, dove Palamara aveva provato a garantire Lotti. Anche da qui l’obiettivo di cambiare indirizzo alla gestione della procura di Roma: una nomina in discontinuità con quella del procuratore uscente.Previous

IL QUIRINALE
Il 9 maggio, durante l’incontro notturno in hotel tra i consiglieri, Lotti esordisce: «Ho detto al presidente Mattarella la situazione è questa e gli ho rappresentato quello che voi mi avete detto più o meno, cioè Lo Voi». Poi si parla dell’incarico che dovrebbe assumere Pignatone. Aggiunge: «Al Quirinale non ci andrà, al 101 per cento». E Palamara: «Quindi è una cazzata che mettono in giro». Si inserisce Cosimo Ferri: «Non lo prende?». Lotti aggiunge: «Non andava al posto di Erbani, andava al posto di Lupo». 

ERMINI TIMIDO
Poco dopo gli interlocutori protestano per la “timidezza” di David Ermini rispetto al presidente della Repubblica, soprattutto se paragonato al suo predecessore, Giovanni Legnini. È ancora Lotti a parlare: «Mi scoccia la sudditanza psicologica… a me è stato detto mandami David direttamente lì, perché lui non ci va lì, lui si ferma alla porta prima… si ferma alla porta dei bagni, non può funzionare così». E Ferri:« Perché lo riceverebbe chiaramente». E Lotti «Certo». «Oh guarda Legnini – aggiunge Palamara – stava sempre da Mattarella». Ferri aggiunge: «Poi hanno rotto Mattarella e Legnini». E Lotti: «Gli ha convocato le elezioni senza dirgli nulla, quell’altro l’ha appreso dall’agenzia l’elezione è il 12 luglio, Giovanni che ne sapeva ti ricordi? Che ne sapeva, come lo sapeva». Ferri domanda: «Ma perché hanno rotto su sta cosa? Perché nell’ultimo periodo cercava di farsi mandare dappertutto». 

SCAMBI DI FAVORE
La trattativa per le nomine include tutti. In ballo c’è anche la nomina del procuratore di Torino. È Ferri a dire: «L’altro giorno ho visto Ermini per caso che passeggiava e mi ha detto che Cascini (Giuseppe membro del Csm di Area) in persona è andato da lui a chiedergli di aiutare Petralia (Carmelo aggiunto a Catania) a Torino». E Palamara: «Però io non ho sentito che Ermini andava per aiutare Petralia. Questa cosa non l’ho sentita». E Spina: «E perché non va da Cascini a dire aiuta Viola? Allora si chiamasse Cascini e dicesse ho fatto un’ottima manovra per Petralia, guarda che se non rompi i coglioni su Viola, ti votano Petralia, perché non gli dice questo a Cascini?». Cartoni aggiunge: «Non devi mettere in mezzo Cascini». E Ferri: «Il nostro alleato è Davigo (Piercamillo, membro del Csm di Autonomia e indipendenza)». 

IL CASO CONSIP
Con Lotti Palamara parlava di continuo. Erano entrambi convinti di avere subito «un attacco diretto alla loro persona», si legge nell’informativa, rispettivamente con l’indagine di Perugia e nell’inchiesta Consip. «Quindi – sottolinea la Finanza – definivano una strategia da condurre per cercare di favorire l’avvio di un procedimento, in seno al Csm» di Pignatone e dell’aggiunto Paolo Ielo. Lotti: «Nulla mi toglie dalla testa che è stato uno scambio sulla nostra pelle, Luca». Palamara risponde di esserne certo e sostiene di essere stato praticamente ricattato. Parlando di Pignatone e Ielo dice: «quando dicevo: Chiudiamo tutto su Consip e da due anni mi fa: guarda a Perugia non si sa cosa succede su di te». A suo dire, Ielo e Pignatone avrebbero usato due pesi e due misure, a seconda delle convenienze: «La vicenda Siri – il riferimento è all’ex sottosegretario della Lega indagato per corruzione, ndr – in condizioni normali Siri veniva arrestato! De Vito – l’ex presidente del consiglio comunale di Roma, in carcere per corruzione, ndr – è stato arrestato per molto meno! È una trattativa che vogliono fare con Salvini, fidati, io non mi sbaglio». Lo scorso 16 maggio, il consigliere del Csm Luigi Spina – ora dimissionario – rivela a Palamara i dettagli dell’inchiesta a suo carico, dopo che la procura di Perugia ha trasmesso al Consiglio l’informativa della Guardia di Finanza e altra documentazione, subito secretata. Circostanza che costa all’ex consigliere l’accusa di rivelazione del segreto istruttorio e di favoreggiamento. «È una porcata», dice Spina. Palamara vuole difendersi e vendicarsi. Ma Spina lo frena: «Non devi dire nulla perché se no… tu non devi saperlo in teoria». Poi, studiano una strategia: «Devi sta’ buono e se vuoi un consiglio da fratello non devi manco andare fuori ruolo, tu ora te ne devi stare buono in procura, devi far passare la buriana, devi pigliarti l’archiviazione, perché adesso basta». Palamara gli dice di aspettare a nominare gli aggiunti, carica per la quale ha fatto richiesta a Roma: «Mi hanno azzoppato», dice. E Spina: «Non li faccio, tranquillo».

LE RIVELAZIONI DI PIGNATONE E CASCINI
Il pm si rammarica perché scopre che nell’informativa depositata hanno indicato anche i viaggi fatti con un’amica. E confida all’ex consigliere che le prime informazioni sull’inchiesta che lo stava per travolgere le avrebbe avute proprio da Pignatone. «Pignatone mi dice di viaggi…lo so da Pignatone a dicembre 2017 a casa sua, mi chiama e mi dice: Sei stato fuori una notte con una persona?». Il riferimento è all’ipotesi di corruzione che gli viene contestata: avere ricevuto dall’imprenditore Fabrizio Centofanti e dall’avvocato Piero Amara denaro e regali in cambio di favori. Centofanti, per l’accusa, gli avrebbe anche pagato una serie di viaggi. Palamara è convinto che sia un complotto: «Era dicembre 2017, quando vengo iscritto?». Il pm pensa che si tratti di un strategia per ricattarlo: «L’hanno fatto per tenermi appeso, per ricattarmi». Poi dice che un altro consigliere del Csm, Giuseppe Cascini, non indagato, gli avrebbe rivelato dettagli dell’inchiesta. Quando Spina gli domanda se potesse essere stato Fabrizio Centofanti a “tradirlo”, lui risponde: «È la tesi di Cascini». Poi racconta di quando Pignatone andava a cena da Paola Balducci, ex componente del Csm: «Centofanti ha pagato tutte le vacanze alla Balducci e la Balducci non compare, perchè? Pignatone andava a mangiare dalla Balducci, la Balducci gli rompeva: “Amico mio mi fai conoscere quello che organizza i viaggi” e tutto quanto».

Rif: https://www.ilmessaggero.it/pay/edicola/lotti_quirinale_palamara_csm_oggi_ultime_notizie-4557829.html

Csm, le manovre per scegliere i procuratori: le intercettazioni dell’incontro dei consiglieri con Lotti, Ferri e Palamara

Csm, le manovre per scegliere i procuratori: le intercettazioni dell’incontro dei consiglieri con Lotti, Ferri e Palamara

A inguaiare cinque consiglieri di Palazzo dei Marescialli – quattro si sono già dimessi – è la registrazione dell’incontro con l’ex ministro del Pd imputato nell’inchiesta Consip. La Guardia di Finanza ha depositato al Consiglio superiore le trascrizioni delle intercettazioni operate grazie al trojan installato sul cellulare del pm sotto inchiesta. Quelle intercettazioni sono alla base del provvedimento disciplinare del pg della Cassazione Fulzio

Luca Lotti arriva quando la mezzanotte è passata da una quarto d’ora circa. La saletta è quella di un hotel romano dove alloggia il collega – come lui deputato del Pd – Cosimo Ferri, l’uomo cerniera tra politica e magistratura. Trova l’ex sottosegretario dei governi Letta, Renzi e Gentiloni con cinque consiglieri del Consiglio superiore della magistratura. Stanno discutendo di nomine, di voti, contano le preferenze per il futuro capo della procura di Roma. Tre consiglieri – Corrado Cartoni, Antonio Lepre e Paolo Criscuoli  – sono iscritti a Magistratura indipendente, la corrente di destra in passato guidata dallo stesso Ferri. Due –  Luigi Spina e Gianluigi Morlini – sono di Unicost, la componente di centro. Tutti insieme valgono dieci voti a Palazzo dei Marescialli: quasi la maggioranza. Con loro anche il leader de facto di Unicost, il pm romano Luca Palamara, ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati e già componente dello stesso Csm. Da qualche mese è indagato dalla procura di Perugia per corruzione e per questo motivo ha il cellulare infettato da un trojan, un virus che trasforma il suo telefono in una microspia ambientale.  

Csm, si dimette anche il consigliere Cartoni: è il quarto. È tra i togati che videro Lotti: “Ma io dormivo sul divano”

La notte delle toghe rotte 
È la notte tra l’8 e il 9 maggio 2019, quando gli uomini del Gico della Guardia di finanza attivano il trojan sul telefono di Palamara. Una riunione che ha spaccato il mondo della magistratura, facendo finire nei guai i cinque componenti del Csm: quattro si sono già dimessi dopo essere finiti sotto procedimento disciplinare. “Si è determinato l’oggettivo risultato che la volontà di un imputato abbia contribuito alla scelta del futuro dirigente dell’ufficio di procura deputato a sostenere l’accusa nei suoi confronti”, scrive nell’atto di incolpazione il pg Fuzio. Si riferisce chiaramente a Lotti, per il quale la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per favoreggiamento. Smentendo ogni difesa dei consiglieri coinvolti, il pg sottolinea che in quella riunione non c’era alcuna  “casualità”, anzi: appare di “cristallina evidenza” “la preventiva e sicura consapevolezza” da parte di “tutti i consiglieri presenti, della presenza di Luca Lotti, oltre che del dottor Palamara e del dott. Ferri che ne erano i promotori”. Ciascuno dei componenti – continua il procuratore generale –  “sapeva esattamente e preventivamente chi sarebbe intervenuto e di cosa si sarebbe discusso”. Parole motivate dalle intercettazioni degli investigatori, riportate dai principali quotidiano compreso Il Fatto Quotidiano in edicola. Ma anche dallo scambio telefonico preliminare tra Ferri e Palamara, pubblicato da RepubblicaLotti si autosospende dal Pd e se la prende con il partito: “Moralisti senza morale. Zanda? Coinvolto in pagine buie”

L’appuntamento
Telefonata tra Palamara e Ferri le 19.13 dell’ 8 maggio.
Ferri: “Corrado (Cartoni) viene?”
Palamara: “Si, viene e cena con me. Recupero anche Criscuoli”
Ferri: “E Gigio (Gianluigi Morlini, ndr ) può?” .
Palamara: “Sì, sì, può” .
Palamara: “È importante che Lepre venga, perché segue su tutto”.
Ferri: “No, Lepre mi ha delegato. Mi ha detto non c’ è problema. Ma se la facciamo in albergo da me, provo a dire a Lepre se scende dalla camera”.
Palamara: “E Lotti?”.
Ferri: “Garantito. Arriva dopo le 23.30”.

La riunione 

Roma, notte tra l’8 e il 9 maggio 2019. Quando Lotti arriva gli altri stanno facendo la conta dei voti che avrebbe potuto raccogliere eleggere il procuratore di Roma. Il loro candidato è l’attuale pg di Firenze, Marcello Viola. A contendergli il posto sono il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, e quello di Firenze, Giuseppe Creazzo. Poco prima dell’arrivo del deputato Pd, il consigliere Morlini, che in quel momento presiedeva la commissione incarichi direttivi, sta usando il pallottoliere. 

Morlini: “Ci sono in commissione quattro intenzioni di voto a favore di Viola, una a favore di Lo Voifatta da Suriano (il togato di Area, la corrente di sinistra ndr ), una a favore di Creazzo fatta da me”.

Nella riunione della commissione incarichi direttivi del 23 maggio (due settimane dopo) i voti saranno esattamente quelli. Il problema sarebbe al plenum. 

Morlini:  “Riflettiamoci un attimo perché sarebbe opportuno non avere un frazionamento a tre, quattro giorni per arrivare al lunedì successivo. Noi contattiamo Creazzo e gli diciamo: ‘Peppe guarda che qui noi ti possiamo votare, ci sono cinque voti nostri e magari un laico, ma tu qua perdi, che si fa?”.
Morlini dice “citando il nome di un componente del Csm, Alessio Lanzi (consigliere laico di Forza Italia), che il risultato di questa conta portava a un ipotizzabile consenso di 13 membri”.
Ferri: “Ma Lanzi tiene?”.
Palamara: “Ma Lanzi non lo vedo manco se… Lanzi vota Viola”.
Lotti: “Si vira su Viola, sì ragazzi”.

Sarebbe utile, dunque, anche migliorare il profilo di presentazione della candidatura di Viola.

Morlini: “Se avessi un rapporto di fiducia con (omissis) io potrei dire: fai in modo che il profilo di Viola sia bello”.
Palamara: “Sì, chiamala”.

I tredici voti contati da Morlini fanno ipotizzare un testa a testa: il Csm, infatti, ha 26 consiglieri. Fondamentale potrebbe essere il voto del vicepresidente David Ermini, renziano ed ex deputato del Pd. Ma i consiglieri non si fidano.
Cartoni: “Anche al disciplinare ho problemi con Ermini”.
Lotti: “Eh, ragazzi, vanno affrontate queste cose”.
Cartoni: “Io ci ho litigato con Ermini… Luca… digli qualcosa, si deve sveglià (…)”.
Lotti: “Corrà, te non c’ eri all’inzio ma Ermini non è che… però qualche messaggio gli va dato forte”.

Poi Cartoni riferisce un episodio avvenuto quello stesso giorno. 
Cartoni: “Sentito che è successo oggi?”
Ferri: “Sì, diglielo dai”

L’episodio viene omissato. Ma l’ex ministro commenta subito.
Lotti: “Questo non va bene, però”.
Palamara : “Non va bene no”.
Lotti: “Mica me l’ avevate detto questo”.

Per questo motivo il pg Fuzio scriverà nell’atto d’incolpazione di “un’attività propalativa” di uno dei consiglieri “ai soggetti estranei, in partivolare a Luca Lotti, di fatti e circostamse inerenti i suoi rapporti con il vicepresidente del Csm, nonché la sua specifica funzione di componente della sezione disciplinare. E ciò non senza esimersi dal rilevare come tali propalazioni abbiano lambito addirittura il segreto della Camera di Consiglio”.

Il problema Creazzo
Mezzanotte e mezza, i presenti iniziano a ragionare su un’ipotesi: e se Creazzo non avesse ritirato la sua candidatura per Roma, come si sarebbe potuto allontanare da Firenze, dove aveva chiesto l’arresto dei genitori di Matteo Renzi?

Lotti: “Però a Torino chi ci va? Scusate se faccio questa domanda”
Palamara: “Torino secondo me ormai è aperta”.
Lotti: “Non so però per me è un pizzico legata alla difesa d’ufficio che devono fare loro due di una situazione fiorentina che sinceramente ve lo dico con franchezza… è imbarazzante”
Spina: “Cioè l’unico che se ne va (incomprensibile) e noi te lo dobbiamo togliere dai coglioni il prima possibile omissis)”.

Terzo interlocutore (non individuato): “Ma non ha fatto domanda per Torino Creazzo?”
Lotti:“No, no”.
Palamara: “Non perché lui… se lo mandi a Reggio, liberi Firenze”.
Lotti : “Se quello di Reggio va a Torino è evidente che quel posto è libero e quando lui capisce che non c’è posto per Roma fa domanda non lo sposta nessuno ammesso che non ci sia come voi mi insegnate…”.
Terzo interlocutore: “Un altro motivo”
Lotti: “A norma di regolamento un altro motivo”.

L’altro motivo sembra essere l’esposto contro Creazzo finito alla procura di Genova. Ne parla Palamara poco dopo mezzanotte e mezza facendo il nome del collega pm autore dell’esposto.

Palamara: “Ha raccolto tutte queste cose in un dossier, tutte le cose che non andavano su questa inchiesta e su Creazzo… e ha fatto l’ esposto quindi non è proprio… non è una cazzata, questo voglio dire.”.
Lotti: “Per me è importante capì che succede perché se è seria ovviamente lo… cioè non si parla di Roma… si parla che se è serio va via da Firenze, se non è serio non va via da Firenze, a me guarda… nessuno cerca… nulla… però bisogna fa’ almeno guerra..”.

Ma non c’è l’esposto contro Creazzo. C’è anche quello contro il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e l’aggiunto Paolo Ielo, accusati di un presunto conflitto d’interesse (negato dalla procura di Perugia) per l’attività professionale dei rispettivi fratelli. Lo ha stilato un collega di Palamara, Stefano Fava. 

Palamara : “Senti Fava…l’ obiettivo è… gli fai sentì… loro devono sentì”.
Lotti : “Dopo che si è fatto gli aggiunti”.
Palamara : “Andiamo da Fava… (…) dopodiché fa usci tutto quello che dico… è finita… là è finita”.
Lotti : “E fai uscire anche un po’ i fratelli… Sentilo Fava che dice… i fratelli, le cose… non sarà così pazzo”.
Palamara : “Non te preoccupà, se te dico fidate, fidate…Lui vuole fà la denuncia penale, tu forse non hai capito, li vuole denunciare a Perugia…lascia perde che so’ cose però tu intanto gli rompi il ca…, punto. Io mi acquieterò quando, come ti ho detto una volta, Pignatone mi chiamerà e mi dirà cosa è successo…perché lì la vicenda Consip la so io… e gli ho protetto il culo su tutto… alla fine cioè cosa è stato? Eh no ma adesso mi fai, mi tieni sotto ricatto, me lo devi dì…”.

Lo schema
Non c’è solo Viola. L’obiettivo è anche programmare anche la nomina del procuratore capo di Perugia. E poi degli aggiunti di Roma: incarico che interessa personalmente a Palamara.

Ferri:” Se va lo schema Viola noi poi dobbiamo avere il nome per Perugia e dobbiamo vedere quando inizia la storia degli aggiunti”
Lotti: “Però  entro l’estate gli aggiunti li chiudete?”.
Spina: “No, prima”.
Palamara: “La fine di maggio, una volta che fai il procuratore”.
Un altro dei presenti sintetizza: “Poi è tutto a scendere, fatto quello è tutto a scendere”

Alla fine di maggio, gli uomini della Finanza andranno a perquisire Palamara. E la notte delle toghe rotte sarà svelata. 

Rif:https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/14/csm-le-manovre-per-scegliere-i-procuratori-tutte-le-intercettazioni-dellincontro-dei-consiglieri-con-lotti-ferri-e-palamara/5255629/

Csm, le trame tra Lotti e Palamara su Ielo: «Il dossier va spinto». «Sì, così li ammazzo»

‘Espresso ha letto le nuove intercettazioni. Stavolta l’ex ministro e il pm indagato per corruzione sono soli a cena. Il renziano contro Ielo: «Su di lui a noi la decisione. Che si fa? Si spinge? Una volta fatti anche i procuratori aggiunti». Il magistrato: «Fava è un matto. Siccome non mi frega un cazzo di nessuno, ora vado fino in fondo»

Csm, le trame tra Lotti e Palamara su Ielo: «Il dossier va spinto». «Sì, così li ammazzo»

Luca Lotti s’è autosospeso dal Partito Democratico . Dopo la pubblicazione di alcune intercettazioni tra lui, il magistrato Luca Palamara, Cosimo Ferri (deputato del Pd) e cinque membri del Csm, il senatore ha deciso un passo di lato. S’è detto innocente e, in una lettera a Nicola Zingaretti, ha contrattaccato. Prima criticando Luigi Zanda che aveva osato chiedere un suo passo indietro («un senatore di lungo corso già coinvolto – a cominciare da una celebre seduta spiritica – in pagine buie della storia istituzionale del nostro Paese», ha definito il neotesoriere del Pd), poi ha parlato di «festival dell’ipocrisia», di «legittima amarezza» e «di moralisti senza morale. Io», ha chiuso, «non ho nulla da nascondere».

Ebbene. Stamattina i giornali hanno pubblicato parte delle registrazioni (ordinate dalla procura di Perugia e effettuate dal Gico della Guardia di Finanza attraverso un trojan inoculato nel cellulare di Palamara), che hanno svelato come Lotti, imputato nel processo Consip a Roma e dunque in pieno conflitto di interessi, discuteva e chiacchierava con membri del Csm in merito alle nomine dei procuratori capo della Capitale («si vira su Marcello Viola, ragazzi», dice) e di dossier per azzoppare la candidatura di Creazzo (il procuratore capo di Firenze che ha fatto arrestare qualche mese fa i genitori di Renzi).

«C’è un clima da P2», ha detto il pm Giuseppe Cascini, oggi membro del Csm. Forse il magistrato esagera.

Ma leggendo altre trascrizioni di nuove registrazioni trovate dall’Espresso, i toni usati dall’ex ministro e dal pm accusato di corruzione sono pesanti e inquetanti. Perché sfiorano argomenti delicatissimi che mai dovrebbero essere discussi fuori dalle sedi istituzionali. Di più Lotti, il 9 maggio, parla con Palamara di come «spingere» un dossier contro Paolo Ielo. Cioè il magistrato che lo ha rinviato a giudizio per favoreggiamento nel caso Consip.

Lotti: «Va fatta»
Palamara: «È quello che dico…»
Lotti: «La roba che c’è in Prima (commissione del Csm, ndr), Luca…su Roma…è pesante. Sia il Quirinale, sia David (Ermini, ndr), lo vogliono affossare (l’ex ministro parla dell’esposto di Stefano Fava contro Ielo e Pignatone, in cui si ipotizza un conflitto d’interessi per le attività professionali di due fratelli dei magistrati, ndr)
Palamara: «Certo. Ma è chiaro oh…»
Lotti: «A noi la decisione Luca…che si fa? Si spinge? Una volta che si è fatto anche gli Aggiunti…»

Lotti e Palamara, presumibilmente, credono che il loro candidato preferito, quello su cui puntano tutte le fiche, Marcello Viola, sarà presto il nuovo procuratore di Roma.

Palamara: «Te lo spiego subito…»
Lotti: «Eh però non si può mollare anche lì…perché è anche quello…Io non è che ce l’ho…non è che ce l’ho a morte perché…Però questa roba, nulla, nulla, nulla mi toglie dalla testa che è stato uno scambio sulla nostra pelle Luca».
Palamara: «Sulla nostra pelle, io sono certo».
Lotti: «La mia soprattutto…cioè la nostra, intesa come…».
Palamara: «Luca, ma devi capì che so entrato in mezzo pure io…perchè quello che cazzo m’hanno combinato a Perugia ancora nemmeno se sa e non è chiaro….».

Lotti è inferocito. Crede a un grande complotto contro di lui.

Lotti: «La vera storia è che…che Ielo ha detto a Pignatone…tu lasciami stare su questa roba, io te mando avanti Consip».
Palamara: «Bravo»
Lotti: «Questo è vero Luca…E che cazzo, ti pare poco? E poi il fratello di Ielo c’ha na consulenza all’Eni…»
Palamara: «Tu sai…stamme a sentì…ma tu la bastonata…tu giustamente dici, a te t’hanno ammazzato sulla vicenda Consip… A me sai benissimo quello che ho sofferto con questa cosa… (l’inchiesta per corruzione che Ielo ha mandato a Perugia ndr)… Nel mio m’hanno ammazzato… non so come ho fatto a rimanè in piedi… quindi la fortuna che cosa ha voluto? Ha voluto che uscisse fuori Stefano (Fava, che farà l’esposto contro Ielo sui presunti conflitti d’interesse del fratello Domenico ndr)…»
Lotti: «Si si, con la sua pazzia…»
Palamara: «Però lui è un matto che ti dice… io ho capito… che cioè tu hai fatto… puoi aver fatto na… ma questi stanno a’ fa peggio… allora a sto punto io li ammazzo… perché siccome non mi frega un cazzo di nessuno, vado fino in fondo…».

I due, poi, continuano a parlare. Di vendette, di come Ielo conduce le indagini («in condizioni normali Armando Siri veniva arrestato», chiosa Palamara. «Marcello De Vito è stato arrestato per molto meno»), delle loro ambizioni, e di Consip.

Palamara: «Supponiamo che (in procura a Roma, ndr) c’è Viola e c’è Luca Palamara…crediamo a Scafarto o non gli crediamo? Se io vado a fare l’aggiunto (la posizione a cui il pm indagato aspira, ndr) questo gli dico al mio procuratore Viola che si consulta con me: “Gli vogliamo credere? Rompiamogli il culo. Non gli vogliamo credere? Si chiude, e fine”».
Lotti, che sembra sperare che Viola prenda presto il posto di Pignatone e l’amico Palamara quello di Ielo, ribadisce: «Certo… Se il rapporto tra voi… vorrà farlo, lo farà». 

Rif:http://espresso.repubblica.it/palazzo/2019/06/14/news/csm-le-trame-tra-lotti-e-palamara-su-ielo-il-dossier-va-spinto-si-cosi-li-ammazzo-1.336052

Csm, le manovre di Lotti e Palamara sul pm che ha arrestato i genitori di Renzi: “Creazzo? Gli va messa paura. Liberi Firenze”

Csm, le manovre di Lotti e Palamara sul pm che ha arrestato i genitori di Renzi: “Creazzo? Gli va messa paura. Liberi Firenze”

“Comportamento scorretto contro magistrati che aspiravano a cariche” – “Appare così di solare evidenza che la materialità della condotta ha realizzato, per le descritte modalità, un comportamento scorretto nei confronti non soltanto dei soggetti istituzionali deputati a tali nomine dei dirigenti di uffici giudiziaria, ma anche dei magistrati legittimamente ad esse aspiranti”, scrivono gli investigatori riferendosi al braccio destro di Matteo Renzi.  Per gli inquirenti le manovre “palesi quanto illecite da parte di soggetto rivestente la qualità di imputato”. Su Lotti infatti pende una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Roma. La stessa al centro delle discussioni degli incontri notturni per discutere del futuro procuratore di Roma. Con lui il collega deputato del Pd e magistrato molto influente, Cosimo Ferri, oltre a Palamara. E poi i consiglieri autosospesi del Csm Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli Antonio Lepre (che ha annunciato le sue dimissioni), da ieri sono sotto procedimento disciplinare promosso dal Pg della Cassazione Riccardo Fuzio, Luigi Spina Pierluigi Morlini, che si sono dimessi.

“Si vira su Viola ragazzi” – In uno degli incontri notturni, l’ex ministro detta ai presenti l’agenda per arrivare alla nomina del capo della procura: “Io strategicamente vi darei il suggerimento di chiudere tra il 27, 28 e 29”. Poi annuncia: “Si vira su Viola, ragazzi“, riferendosi al procuratore generale di Firenze, uno dei tre pretendenti alla successione di Giuseppe Pignatone. Gli altri sono Francesco Lo Voi di Palermo e Giuseppe Creazzo, rispettivamente procuratore capo a Palermo e a Firenze. Su quest’ultimo Palamara dice che ha un “collega” (omissis) “che ha raccolto tutte queste cose in un dossier… tutte le cose che non andavano su questa inchiesta (concorsi in sanità, ndr) e su Creazzo, e su… (inc) e ha fatto l’ esposto. Quindi non è proprio…non una cazzata, voglio dì…non è passata come una cazzata”. Il riferimento è all’esposto finito alla procura di Genova contro Creazzo. 

“Io strategicamente vi darei il suggerimento di chiudere tra il 27, 28 e 29”. “Si vira su Viola, sì ragazzi“. “Gli va messa paura con l’ altra storia, no? Liberi Firenze, no?”. Programmava il calendario delle votazioni, indicava il nome sul quale puntare per la procura di Roma, la stessa che aveva chiesto il suo rinvio a giudizio, auspicava l’allontanamento del procuratore che aveva arrestato i genitori di Matteo Renzi. La voce di LucaLotti compare più volte nelle intercettazioni captate dal trojan installato sul telefonino di Luca Palamara. Il Gico della Guardia di finanza ha depositato alla Procura di Perugia e al Csm le trascrizioni delle registrazioni effettuate col virus inoculato sul cellulare del pm sotto inchiesta. Atti pubblicati dal Sole24ore.itLa Verità e La Stampa. Ma l’ex sottosegretario replica con un lungo post su Facebook negando qualsiasi manovra.

“Comportamento scorretto contro magistrati che aspiravano a cariche” – “Appare così di solare evidenza che la materialità della condotta ha realizzato, per le descritte modalità, un comportamento scorretto nei confronti non soltanto dei soggetti istituzionali deputati a tali nomine dei dirigenti di uffici giudiziaria, ma anche dei magistrati legittimamente ad esse aspiranti”, scrivono gli investigatori riferendosi al braccio destro di Matteo Renzi.  Per gli inquirenti le manovre “palesi quanto illecite da parte di soggetto rivestente la qualità di imputato”. Su Lotti infatti pende una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Roma. La stessa al centro delle discussioni degli incontri notturni per discutere del futuro procuratore di Roma. Con lui il collega deputato del Pd e magistrato molto influente, Cosimo Ferri, oltre a Palamara. E poi i consiglieri autosospesi del Csm Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli Antonio Lepre (che ha annunciato le sue dimissioni), da ieri sono sotto procedimento disciplinare promosso dal Pg della Cassazione Riccardo Fuzio, Luigi Spina Pierluigi Morlini, che si sono dimessi.

Creazzo ci va a Reggio? Gli va messa paura. Liberi Firenze” – Lotti chiede all’uditorio: “Poi però a Torino chi ci va? Scusate se vi faccio ‘sta domanda”. Palamara risponde: “Torino secondo me è ormai aperta”. L’ex sottosegretario riflette: “Non so, però per me è un pizzico legata alla difesa d’ufficio che devono fare loro due di una situazione fiorentina che sinceramente ve lo dico con franchezza è imbarazzante…”. Parla anche l’ex consigliere Csm Spina: “Cioè, l’ unico che se ne va… e noi te lo dobbiamo togliere dai coglioni il prima possibile“. Un altro interlocutore domanda: “Ma non ha fatto domanda per Torino Creazzo?“. Lotti è molto informato sul punto: “No, no”. “Se lo mandi a Reggio liberi Firenze“, dice Palamara. Lotti non può che essere d’accordo: “Se quello di Reggio va Torino, è evidente che questo posto è libero. E quando lui capisce che non c è più posto per Roma, fa domanda (per Reggio Calabria, ndr) e che se non fa domanda non lo sposta nessuno, ammesso che non ci sia, come voi mi insegnate a norma di regolamento un altro motivo”. L’altro “motivo” sembra essere l’esposto contro Creazzo. A un certo punto Ferri chiede a Palamara: “Ma secondo te poi Creazzo, una volta che perde Roma, ci vuole andà a Reggio Calabria o no, secondo voi?”. Il pm risposnde: “Gli va messa paura con l’ altra storia, no? Liberi Firenze, no?”

I fascicoli a casa di Palamara –  Intanto nel suo interrogatorio a Perugia, il 31 maggio scorso, Palamara ha confermato di aver saputo di essere intercettato. A ricostruire la circostanza è Marco Lillo sul Fatto Quotidiano in edicola. Durante l’interrogatorio sarebbe venuto fuori “in un contesto fumoso” il riferimento al nome di Stefano Erbani, magistrato e consigliere giuridico di Sergio Mattarella, che sarebbe stato indicato come la fonte della notizia del trojan. Una circostanza smentita con forza dallo stesso Erbani: “Non ho mai divulgato nessuna notizia a nessuno sulle indagini riguardanti Luca Palamara. Non sapevo nulla e non rientra nei miei compiti informarmi delle inchieste. Attendo di verificare se effettivamente vi sia traccia di simili affermazioni nelle carte del procedimento. Sono pronto a rivalermi in ogni sede contro chi affermi cose simili”.  I legali di Palamara, Mariano e Benedetto Buratti, dal canto loro spiegano: “Il nostro assistito non ha mai fatto riferimento al Quirinale. Dopo che gli è stato chiesto di una conversazione intercorsa con Ferri nella quale si discuteva di questa circostanza del possibile trojan e delle indagini, ma come evenienza di cui molti parlavano, Palamara ha soltanto riferito di non avere avuto né allora né ora preoccupazione per un eventuale trojan non avendo nulla da nascondere”. Intanto gli investigatori stanno passando al setaccio i fascicoli trovati nell’appartamento di Palamara: si tratta di atti processuali che non erano a lui assegnati. C’è anche un biglietto con annotati di alcuni numeri di procedimento e una scritta. “Non farla fissare”.

Rif: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/13/csm-le-intercettazioni-di-lotti-e-palamara-per-roma-si-vira-su-viola-creazzo-gli-va-messa-paura-liberi-firenze/5252277/

Le trame di Lotti sul Csm: “Un messaggio forte va dato anche a Ermini”

L’affondo del pg della Cassazione: «Nomine decise al tavolo con un imputato». E il consigliere Spina ripeteva: «Luca, Creazzo dobbiamo togliertelo dai c…»

Luca Lotti c’era, eccome. Ed è davvero difficile pensare che fosse casuale l’arrivo del più renziano tra i parlamentari al tavolo in cui si decidono le nomine, alle spalle del Consiglio superiore della magistratura, nelle riunioni carbonare in hotel. La Procura generale, nell’atto di «incolpazione» per i consiglieri finiti sotto procedimento disciplinare, scrive che non si può proprio parlare di «malvagia sorpresa» ai loro danni. Ed è talmente evidente che i consiglieri non sono sorpresi.

Rif: https://www.lastampa.it/2019/06/14/italia/le-trame-di-lotti-sul-csm-un-messaggio-forte-va-dato-anche-a-ermini-7kwp2pEOzJ1ByXZd3aNJQJ/premium.html

Bufera tra Procure, pg Cassazione: togati del Csm sapevano di Lotti

Bufera tra Procure, pg Cassazione: togati del Csm sapevano di Lotti

on è stata affatto “casuale” la riunione del 9 maggio tra politici e magistrati sulla nomina del procuratore di Roma. Lo scrive il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, avviando l’azione disciplinare nei confronti di cinque togati del Csm. Non solo: è stata definita “cristallina” la consapevolezza, da parte di “tutti i consiglieri presenti”, della presenza di Luca Lotti oltre che di Palamara e Ferri, “che ne erano i promotori”.

Il Colle congela il Csm: “Ora nuove regole”

Mattarella convoca le elezioni suppletive. Bonafede: azione disciplinare

L'ex ministro Luca Lotti (Imagoeconomica)

Roma, 14 giugno 2019 –  Il Colle muove, a tutela dell’istituzione Csm, e, nonostante le richieste di Forza Italia Fratelli d’Italia di scogliere un Csm in piena bufera giudiziaria, il presidente della Repubblica – proprio perché convinto della necessità di una riforma di Palazzo dei Marescialli – indice per il 6 e 7 ottobre le elezioni suppletive per i magistrati dimissionari, che avverranno con le vecchie regole. La sostituzione dei dimissionari è il primo passo perché “si volti pagina”, trapela dal Quirinale. L’obiettivo del Presidente Mattarella è quello di restituire alla magistratura indipendenza, prestigio e fiducia che le note vicende hanno “incrinato” tra i cittadini. Ma indire elezioni generali adesso riproporrebbe con ogni probabilità le stesse criticità che le indagini stanno portando a galla. 

“Lo scioglimento immediato del Csm – spiegano fonti del Quirinale – comporterebbe la rielezione dei suoi membri con i criteri attuali mentre diverse forze politiche auspicano un cambiamento e chiedono una riforma delle norme di elezione“. Bisogna dare tempo al Parlamento di fare la riforma, ma al tempo stesso sostituire i dimissionari. Da qui, dopo settimane di contatti con i vertici di palazzo dei marescialli e con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, la scelta delle suppletive. 

La mossa di Mattarella arriva dopo una nuova giornata convulsa, con le dimissioni di un terzo consigliere, Antonio Lepre. E con la mossa del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che ha avviato l’azione disciplinare nei confronti dei cinque consiglieri del Csm Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre, Luigi Spina e Gianluigi Morini che incontrarono l’ex ministro Luca Lotti, rinviato a giudizio a Roma per Consip assieme al capo dell’Anm Luca Palamara e all’onorevole Pd (e magistrato) Cosimo Ferri

Una riunione che per il pg della Cassazione Riccardo Fuzio “è di cristallina evidenza” non fosse casuale, nella quale si parò di nomine “e che determinò l’oggettivo risultato che la volontà di un imputato (Lotti, ndr) abbia contribuito alla futura scelta del dirigente dell’ufficio di procura deputato a sostenere l’accusa nei suoi confronti”. “Condividendo appieno il provvedimento del pg della cassazione – ha scritto Bonafede – ho avanzato ulteriori contestazioni”. 
Dopo un lungo silenzio, Luca Lotti ha scritto su Facebook la sua verità. “Basta fango. In queste ore ho letto di tutto: rapporti tra magistratura e poltica, incontri segreti, cupole, verminai. Niente che abbia a che fare con la verità. In questi anni ho incontrato decine di magistrati. Se è reato incontrare un giudice non ho problemi a fare l’elenco di quelli che ho incontrato, in qualsiasi sede. Ma mai sono venuto meno ai doveri imposti dalla Costituzione e delle leggi”.

Il deputato parla di “un incontro che si è svolto in un dopocena: ho espresso liberamente le mie opinioni, parole in libertà, non minacce o costrizioni” sulle nomine. “E’ stato scritto – prosegue Lotti – che lì sarebbero stati decise le nomine di capi di alcune procure, ma la scelta spetta al Csm, che ha un plenum di 26 persone”. Troppe per condizionarle, secondo il braccio destro di Renzi.

“Quindi ho commesso reati? Assolutamente no. Ho fatto pressioni o minacce? Assolutamente no”. E Lotti si duole anche, e parecchio, “delle intercettazioni senza rilievo penale finite ai giornali”. Tra le molte, quella in cui Lotti, nella riunione con i cinque magistrati, dice del vicepresidente del Csm David Ermini: “Qualche messaggio gli va dato forte”.

Rif: https://www.quotidiano.net/politica/csm-magistratura-news-1.4645223

Csm, Mattarella indice elezioni suppletive. Lotti intercettato: «A Ermini qualche segnale va dato»

Dalle intercettazioni effettuate tramite la microspia inserita nel cellulare del giudice Luca Palamara emerge chiaramente quanto l’ex ministro Luca Lotti si muovesse come regista del risiko per la nomine nel Csm durante una delle riunioni serali in hotel per decidere il futuro procuratore capo di Roma, là dove dice: «Si vira su Viola, ragazzi».

Alla riunione del 6 maggio, durata 40 minuti, partecipavano il «fior fiore della magistratura», come riporta La Stampa. I «ragazzi» a cui si riferisce Lotti sono Gianluigi Morlini, presidente della commissione per le promozioni ai ruoli direttivi, da ieri sotto procedimento disciplinare e già dimesso. Poi c’erano quattro consiglieri del Csm: Luigi Spina, indagato e dimissionario, Antonio Lepre, Corrado Cartoni e Paolo Criscuoli. Infine il deputato del Pd Cosimo Ferri.

rif: https://www.open.online/2019/06/13/l-intercettazione-che-inguaia-lotti-palamara-e-i-togati-del-csm/

Csm, Bonafede attiva azione disciplinare per consiglieri autosospesi. Mattarella: “Elezioni suppletive per dimissionari”

Csm, Bonafede attiva azione disciplinare per consiglieri autosospesi. Mattarella: “Elezioni suppletive per dimissionari”

Il ministro ha firmato l’avvio della procedura per Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, oltre che Luigi Spina e Gianluigi Morlini, che però si sono già dimessi. Oggi ha fatto un passo indietro anche Antonio Lepre. Ieri era stato il procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, a promuovere l’azione disciplinare nei confronti dei membri di Palazzo dei Marescialli che incontravano l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara – sotto inchiesta per corruzione – e i deputati del Pd.

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha firmato la richiesta di procedura disciplinare nei confronti dei consiglieri del Csm che hanno incontrato Luca Lotti. Si tratta dei consiglieri autosospesi Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli Antonio Lepre che ha presentato oggi le sue dimissioni, oltre che Luigi Spina e Gianluigi Morlini, che avevano già lasciato l’incarico. “Il Guardasigilli, condividendo a pieno il provvedimento del procuratore generale della Corte di Cassazione, ha avanzato ulteriori contestazioni e continua a muoversi nel solco di quella compattezza delle istituzioni che ha promosso fin dall’inizio della vicenda che sta investendo il Csm”, si legge in una nota di via Arenula. In serata, poi, il capo dello Stato Sergio Mattarella in qualità di presidente del Csm ha “doverosamente indetto”, come si legge in una nota del Colle, l’elezione suppletiva per i due dimissionari, informando il vice presidente del Cdm e il ministro. La sostituzione dei dimissionari, sottolineano fonti del Quirinale, è il primo passo perché “si volti pagina” rispetto a quello che è successo restituendo alla magistratura indipendenza e prestigio. Prestigio che le ultime vicende hanno “incrinato” tra i cittadini. Mattarella ha scelto di indire le supplettive a ottobre perché la richiesta di scioglimento anticipato contrasterebbe con la necessità di cambiare le procedure elettorali da più parti richieste.

Lepre: “Fatti assolutamente occasionali”
“Consapevole della forte tensione istituzionale venutasi a creare in questi giorni, tengo innanzitutto a ribadire con forza che ogni circostanza a me attribuita è frutto di fatti assolutamente occasionali, non programmati, ancorché inopportuni. Respingo con fermezza – si legge nella lettera di Lepre – ogni paragone o accostamento a chi si è reso responsabile di attività illecite o trame occulte e sottolineo di aver sempre agito nell’interesse dell’Istituzione, tentando di realizzare, fin dall’inizio del mio impegno consiliare, quanto promesso in campagna elettorale come i cd. standard di rendimento, i carichi esigibili e la semplificazione e trasparenza delle valutazioni di professionalità, per i quali si era un passo dall’approvazione”.

Azione disciplinare del pg della Cassazione
Ieri era stato il procuratore generale della CassazioneRiccardo Fuzio, a promuovere l’azione disciplinare nei confronti dei membri di Palazzo dei Marescialli che incontravano l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara – sotto inchiesta per corruzione – e i deputati del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti, per discutere di alleanze e strategie da segunomina del nuovo procuratore di Roma. In questo quadro rischiano il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale lo stesso Palamara e Stefano Rocco Fava, pm romani indagati dalla procura di Perugia. La prima commissione del Csm potrebbe prendere una decisione già nei prossimi giorni. Al vaglio della Commissione presieduta dal laico di Forza Italia Alessio Lanzi c’è anche la posizione dell’ex consigliere del Csm Spina, che si è dimesso dopo il caos di queste settimane e che invece è indagato a Perugia per rivelazione di segreto e favoreggiamento.  

Csm, le manovre di Lotti e Palamara sul pm che ha arrestato i genitori di Renzi: “Creazzo? Gli va messa paura. Liberi Firenze”

Nel frattempo il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha preso atto delle dimissioni del togato Gianluigi Morlini, e lo ha ricollocato in ruolo con le funzioni ho giudice al tribunale di Reggio Emilia, incarico che ricopriva prima di essere eletto al Consiglio. Morlini prima si era autosospeso, insieme ad altri tre togati, Antonio Lepre, Paolo Criscuoli e Corrado Cartoni. Poi ieri ha comunicato le sue dimissioni in una lettera al vicepresidente David Ermini.

Via Morlini, eletto Giuseppe Marra
È legato alla sue dimissioni il rientro in servizio in magistratura (lavorerà alla Corte di Cassazione) di Giuseppe Marra, il primo dei non eletti tra i togati del Csm, nella quota riservata ai giudici. Marra è attualmente fuori ruolo al ministero della Giustizia, dove ricopre il ruolo di Direttore generale degli affari giuridici. Il rientro in ruolo è un passaggio necessario perché possa subentrare al Csm al posto lasciato libero da Morlini. E infatti ritorno in ruolo è stato deliberato dal plenum del Csm, subito dopo aver preso atto delle dimissioni di Morlini. Il plenum di Palazzo dei Marescialli ha anche votato all’unanimità Giovanni Zaccaro (Area) e Michele Ciambellini (Unicost) nella sezione disciplinare del Csm.

Rif: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/13/csm-bonafede-attiva-azione-disciplinare-per-consiglieri-autosospesi-mattarella-elezioni-suppletive-per-dimissionari/5253108/

Csm, le “interferenze” di Lotti per la procura di Roma: “Si vira su Viola”. Palamara: “Creazzo? Gli va messa paura”

Csm, le “interferenze” di Lotti per la procura di Roma: “Si vira su Viola”. Palamara: “Creazzo? Gli va messa paura”

“Le interferenze illecite” di Luca Lotti in “un centro di potere” esterno al Csm che decideva sulle nomine. È quanto si legge negli atti del Gico della Guardia di finanza, depositati alla Procura di Perugia e al Csm, sull’indagine Palamara. Tra le manovre “palesi quanto illecite da parte di soggetto rivestente la qualità di imputato”, scrive il Gico, quella per la Procura di Roma dove, dice Lotti, “si vira su Marcello Viola”.

Negli atti, pubblicati in parte ieri sera dal Sole 24 Ore, si legge che un ruolo diretto lo avrebbe giocato anche Pierluigi Morlini che ieri ha inviato una lettera di dimissioni al vicepresidente Ermini in cui ammette che nell’incontro notturno con Ferri-Lotti-Palamara e altri colleghi togati si è parlato di “attività consiliari”, cioè della nomina del procuratore di Roma, dopo il pensionamento di Pignatone. Secondo il Gico Morlini parla di altri voti da raccogliere su Viola. Si parla anche di Giuseppe Creazzo, il procuratore di Firenze, altro candidato contrapposto al procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ritenuto “in continuità” con Giuseppe Pignatone: “Gli va messa paura”, dice Palamara.

Sia Morlini che gli altri presenti all’incontro, Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli Antonio Lepre, da ieri sono sotto procedimento disciplinare promosso dal Pg della Cassazione Riccardo Fuzio. A quanto risulta al Fatto, vengono loro contestati “comportamenti abitualmente o gravemente scorretti” nei confronti degli altri consiglieri. Nell’ennesima, convulsa, giornata di ieri è protagonista anche il Quirinale che ha smentito articoli di stampa: “ Quanto alla notizia che Lotti si sarebbe lamentato con il Quirinale dell’inchiesta di Roma a suo carico, si precisa che il capo dello Stato lo ha incontrato il 6 agosto scorso per un saluto di congedo dei ministri”. Inoltre, il presidente Mattarella “non è mai intervenuto sulle nomine se non con interventi per richiamare il rispetto rigoroso dei criteri e delle regole”.

A proposito di nomine, il consigliere dimissionario Morlini era presidente della Quinta commissione, che si occupa proprio degli incarichi dei magistrati, ed era tra i quattro autosospesi. Ieri, la decisione di dimettersi, dopo la notizia del procedimento disciplinare.

Criscuoli si è dimesso da giudice supplente della sezione disciplinare, ma non da consigliere, quindi resta autosospeso, come Lepre e Cartoni. Tutti e tre si sarebbero lamentati di non aver potuto leggere le carte che li riguardano.

Nella lettera a Ermini, Morlini parla di un errore di “leggerezza”. Racconta di essere stato invitato da un collega “di cui mi fidavo” a un dopo cena con “alcuni consiglieri ed ex consiglieri del Csm (Ferri e Palamara, ndr). All’incontro, è successivamente e per me inaspettatamente intervenuto l’onorevole Lotti. Pur essendomi congedato prima che la serata terminasse, non mi sono immediatamente allontanato, nonostante tutti noi parlassimo di questioni consiliari”. Morlini, però, rivendica di aver agito per tutte le nomine, compresa Roma, “senza condizionamento politico o esterno”.

Morlini era di Unicost, la corrente centrista, Cartoni, Criscuoli e Lepre, sono di MI, la corrente conservatrice che sabato scorso li aveva invitati a revocare la loro autosospensione e a riprendere l’attività consiliare.

A oggi, Cartoni, Criscuoli e Lepre restano autosospesi, ma rischiano una sospensione formale, se non si dimettono prima, perché il Pg della Cassazione sembra intenzionato a chiederla ai giudici disciplinari del Csm. Se accolgono l’eventuale richiesta, scatterà automaticamente. Il Consiglio, dunque, è costretto a funzionare in forma ridotta, con due togati dimissionari e 3 autosospesi su 16. A bocce ferme, Morlini, giudice di merito, sarà sostituito dal primo dei non eletti, Giuseppe Marra.

Rif:https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/06/13/le-interferenze-di-lotti-a-roma-si-vira-su-viola/5251858/