Csm, Mattarella indice elezioni suppletive. Lotti intercettato: «A Ermini qualche segnale va dato»

Dalle intercettazioni effettuate tramite la microspia inserita nel cellulare del giudice Luca Palamara emerge chiaramente quanto l’ex ministro Luca Lotti si muovesse come regista del risiko per la nomine nel Csm durante una delle riunioni serali in hotel per decidere il futuro procuratore capo di Roma, là dove dice: «Si vira su Viola, ragazzi».

Alla riunione del 6 maggio, durata 40 minuti, partecipavano il «fior fiore della magistratura», come riporta La Stampa. I «ragazzi» a cui si riferisce Lotti sono Gianluigi Morlini, presidente della commissione per le promozioni ai ruoli direttivi, da ieri sotto procedimento disciplinare e già dimesso. Poi c’erano quattro consiglieri del Csm: Luigi Spina, indagato e dimissionario, Antonio Lepre, Corrado Cartoni e Paolo Criscuoli. Infine il deputato del Pd Cosimo Ferri.

rif: https://www.open.online/2019/06/13/l-intercettazione-che-inguaia-lotti-palamara-e-i-togati-del-csm/

Csm, Bonafede attiva azione disciplinare per consiglieri autosospesi. Mattarella: “Elezioni suppletive per dimissionari”

Csm, Bonafede attiva azione disciplinare per consiglieri autosospesi. Mattarella: “Elezioni suppletive per dimissionari”

Il ministro ha firmato l’avvio della procedura per Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, oltre che Luigi Spina e Gianluigi Morlini, che però si sono già dimessi. Oggi ha fatto un passo indietro anche Antonio Lepre. Ieri era stato il procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, a promuovere l’azione disciplinare nei confronti dei membri di Palazzo dei Marescialli che incontravano l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara – sotto inchiesta per corruzione – e i deputati del Pd.

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha firmato la richiesta di procedura disciplinare nei confronti dei consiglieri del Csm che hanno incontrato Luca Lotti. Si tratta dei consiglieri autosospesi Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli Antonio Lepre che ha presentato oggi le sue dimissioni, oltre che Luigi Spina e Gianluigi Morlini, che avevano già lasciato l’incarico. “Il Guardasigilli, condividendo a pieno il provvedimento del procuratore generale della Corte di Cassazione, ha avanzato ulteriori contestazioni e continua a muoversi nel solco di quella compattezza delle istituzioni che ha promosso fin dall’inizio della vicenda che sta investendo il Csm”, si legge in una nota di via Arenula. In serata, poi, il capo dello Stato Sergio Mattarella in qualità di presidente del Csm ha “doverosamente indetto”, come si legge in una nota del Colle, l’elezione suppletiva per i due dimissionari, informando il vice presidente del Cdm e il ministro. La sostituzione dei dimissionari, sottolineano fonti del Quirinale, è il primo passo perché “si volti pagina” rispetto a quello che è successo restituendo alla magistratura indipendenza e prestigio. Prestigio che le ultime vicende hanno “incrinato” tra i cittadini. Mattarella ha scelto di indire le supplettive a ottobre perché la richiesta di scioglimento anticipato contrasterebbe con la necessità di cambiare le procedure elettorali da più parti richieste.

Lepre: “Fatti assolutamente occasionali”
“Consapevole della forte tensione istituzionale venutasi a creare in questi giorni, tengo innanzitutto a ribadire con forza che ogni circostanza a me attribuita è frutto di fatti assolutamente occasionali, non programmati, ancorché inopportuni. Respingo con fermezza – si legge nella lettera di Lepre – ogni paragone o accostamento a chi si è reso responsabile di attività illecite o trame occulte e sottolineo di aver sempre agito nell’interesse dell’Istituzione, tentando di realizzare, fin dall’inizio del mio impegno consiliare, quanto promesso in campagna elettorale come i cd. standard di rendimento, i carichi esigibili e la semplificazione e trasparenza delle valutazioni di professionalità, per i quali si era un passo dall’approvazione”.

Azione disciplinare del pg della Cassazione
Ieri era stato il procuratore generale della CassazioneRiccardo Fuzio, a promuovere l’azione disciplinare nei confronti dei membri di Palazzo dei Marescialli che incontravano l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara – sotto inchiesta per corruzione – e i deputati del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti, per discutere di alleanze e strategie da segunomina del nuovo procuratore di Roma. In questo quadro rischiano il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale lo stesso Palamara e Stefano Rocco Fava, pm romani indagati dalla procura di Perugia. La prima commissione del Csm potrebbe prendere una decisione già nei prossimi giorni. Al vaglio della Commissione presieduta dal laico di Forza Italia Alessio Lanzi c’è anche la posizione dell’ex consigliere del Csm Spina, che si è dimesso dopo il caos di queste settimane e che invece è indagato a Perugia per rivelazione di segreto e favoreggiamento.  

Csm, le manovre di Lotti e Palamara sul pm che ha arrestato i genitori di Renzi: “Creazzo? Gli va messa paura. Liberi Firenze”

Nel frattempo il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha preso atto delle dimissioni del togato Gianluigi Morlini, e lo ha ricollocato in ruolo con le funzioni ho giudice al tribunale di Reggio Emilia, incarico che ricopriva prima di essere eletto al Consiglio. Morlini prima si era autosospeso, insieme ad altri tre togati, Antonio Lepre, Paolo Criscuoli e Corrado Cartoni. Poi ieri ha comunicato le sue dimissioni in una lettera al vicepresidente David Ermini.

Via Morlini, eletto Giuseppe Marra
È legato alla sue dimissioni il rientro in servizio in magistratura (lavorerà alla Corte di Cassazione) di Giuseppe Marra, il primo dei non eletti tra i togati del Csm, nella quota riservata ai giudici. Marra è attualmente fuori ruolo al ministero della Giustizia, dove ricopre il ruolo di Direttore generale degli affari giuridici. Il rientro in ruolo è un passaggio necessario perché possa subentrare al Csm al posto lasciato libero da Morlini. E infatti ritorno in ruolo è stato deliberato dal plenum del Csm, subito dopo aver preso atto delle dimissioni di Morlini. Il plenum di Palazzo dei Marescialli ha anche votato all’unanimità Giovanni Zaccaro (Area) e Michele Ciambellini (Unicost) nella sezione disciplinare del Csm.

Rif: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/13/csm-bonafede-attiva-azione-disciplinare-per-consiglieri-autosospesi-mattarella-elezioni-suppletive-per-dimissionari/5253108/

Csm, le “interferenze” di Lotti per la procura di Roma: “Si vira su Viola”. Palamara: “Creazzo? Gli va messa paura”

Csm, le “interferenze” di Lotti per la procura di Roma: “Si vira su Viola”. Palamara: “Creazzo? Gli va messa paura”

“Le interferenze illecite” di Luca Lotti in “un centro di potere” esterno al Csm che decideva sulle nomine. È quanto si legge negli atti del Gico della Guardia di finanza, depositati alla Procura di Perugia e al Csm, sull’indagine Palamara. Tra le manovre “palesi quanto illecite da parte di soggetto rivestente la qualità di imputato”, scrive il Gico, quella per la Procura di Roma dove, dice Lotti, “si vira su Marcello Viola”.

Negli atti, pubblicati in parte ieri sera dal Sole 24 Ore, si legge che un ruolo diretto lo avrebbe giocato anche Pierluigi Morlini che ieri ha inviato una lettera di dimissioni al vicepresidente Ermini in cui ammette che nell’incontro notturno con Ferri-Lotti-Palamara e altri colleghi togati si è parlato di “attività consiliari”, cioè della nomina del procuratore di Roma, dopo il pensionamento di Pignatone. Secondo il Gico Morlini parla di altri voti da raccogliere su Viola. Si parla anche di Giuseppe Creazzo, il procuratore di Firenze, altro candidato contrapposto al procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ritenuto “in continuità” con Giuseppe Pignatone: “Gli va messa paura”, dice Palamara.

Sia Morlini che gli altri presenti all’incontro, Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli Antonio Lepre, da ieri sono sotto procedimento disciplinare promosso dal Pg della Cassazione Riccardo Fuzio. A quanto risulta al Fatto, vengono loro contestati “comportamenti abitualmente o gravemente scorretti” nei confronti degli altri consiglieri. Nell’ennesima, convulsa, giornata di ieri è protagonista anche il Quirinale che ha smentito articoli di stampa: “ Quanto alla notizia che Lotti si sarebbe lamentato con il Quirinale dell’inchiesta di Roma a suo carico, si precisa che il capo dello Stato lo ha incontrato il 6 agosto scorso per un saluto di congedo dei ministri”. Inoltre, il presidente Mattarella “non è mai intervenuto sulle nomine se non con interventi per richiamare il rispetto rigoroso dei criteri e delle regole”.

A proposito di nomine, il consigliere dimissionario Morlini era presidente della Quinta commissione, che si occupa proprio degli incarichi dei magistrati, ed era tra i quattro autosospesi. Ieri, la decisione di dimettersi, dopo la notizia del procedimento disciplinare.

Criscuoli si è dimesso da giudice supplente della sezione disciplinare, ma non da consigliere, quindi resta autosospeso, come Lepre e Cartoni. Tutti e tre si sarebbero lamentati di non aver potuto leggere le carte che li riguardano.

Nella lettera a Ermini, Morlini parla di un errore di “leggerezza”. Racconta di essere stato invitato da un collega “di cui mi fidavo” a un dopo cena con “alcuni consiglieri ed ex consiglieri del Csm (Ferri e Palamara, ndr). All’incontro, è successivamente e per me inaspettatamente intervenuto l’onorevole Lotti. Pur essendomi congedato prima che la serata terminasse, non mi sono immediatamente allontanato, nonostante tutti noi parlassimo di questioni consiliari”. Morlini, però, rivendica di aver agito per tutte le nomine, compresa Roma, “senza condizionamento politico o esterno”.

Morlini era di Unicost, la corrente centrista, Cartoni, Criscuoli e Lepre, sono di MI, la corrente conservatrice che sabato scorso li aveva invitati a revocare la loro autosospensione e a riprendere l’attività consiliare.

A oggi, Cartoni, Criscuoli e Lepre restano autosospesi, ma rischiano una sospensione formale, se non si dimettono prima, perché il Pg della Cassazione sembra intenzionato a chiederla ai giudici disciplinari del Csm. Se accolgono l’eventuale richiesta, scatterà automaticamente. Il Consiglio, dunque, è costretto a funzionare in forma ridotta, con due togati dimissionari e 3 autosospesi su 16. A bocce ferme, Morlini, giudice di merito, sarà sostituito dal primo dei non eletti, Giuseppe Marra.

Rif:https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/06/13/le-interferenze-di-lotti-a-roma-si-vira-su-viola/5251858/

Mattarella indice le elezioni per sostituire i togati dimissionari del Csm: “Voltare pagina”

Mattarella indice le elezioni per sostituire i togati dimissionari del Csm:

Mattarella non scioglie il Csm, ma indice elezioni suppletive per sostituire due dei tre togati che si sono dimessi dopo l’inchiesta sulle nomine dei vertici delle procure rimaste vacanti. Il presidente Sergio Mattarella ha scelto di indire le supplettive a ottobre perché la richiesta di scioglimento anticipato del Csm contrasterebbe con la necessità di cambiare le procedure elettorali da più parti richieste. Lo sottolineano fonti qualificate del Quirinale. Per il capo dello Stato, questo è il primo passo per “voltare pagina” e restituire alla magistratura “il prestigio e la fiducia che le note vicende hanno incrinato”.

Si tratta di eleggere due pm per sostituire Luigi Spina e Antonio Pepe, che si sono dimessi. I posti riservati al Csm ai pubblici ministeri sono quattro. E alle elezioni dell’anno scorso per il rinnovo dell’intero Consiglio superiore si erano presentati giusto quattro candidati: di qui l’esigenza delle suppletive per la sostituzione dei due consiglieri. Il discorso è diverso per i giudici: in questa quota le candidature erano più numerose dei seggi disponibili. Così esiste un bacino di non eletti al quale attingere per sostituire i consiglieri dimissionari. Al posto di Gianluigi Morlini, da oggi tornato a fare il giudice a Reggio Emilia, entrerà Giuseppe Marra. Con la conseguenza che cambiano i rapporti di forza all’interno del Csm. Con l’uscita di Morlini Unicost perde un consigliere a vantaggio di Autonomia e Indipendenza, la corrente a cui appartiene Marra e che ha come punto di riferimento Piercamillo Davigo.

Oggi la notizia delle dimissioni dal Consiglio superiore della magistratura anche Antonio Lepre, il togato di Magistratura Indipendente, autosospeso – insieme ad altri tre colleghi – dopo che il suo nome era comparso nelle carte dei pm di Perugia che indagano su Luca Palamara. Nella lettera con cui ha comunicato a David Ermini la sua scelta di lasciare si legge: “Respingo con fermezza ogni paragone o accostamento a chi si è reso responsabile di attività illecite o trame occulte e sottolineo di aver sempre agito nell’interesse dell’Istituzione, tentando di realizzare, fin dall’inizio del mio impegno consiliare, quanto promesso in campagna elettorale”.

Lepre: “Mai partecipato a trame occulte”. Ma il pg della Cassazione spiega: “Sua presenza agli incontri comprovata e ritenuta indispensabile da Ferri e Palamara”

Secondo i magistrati di Perugia, Lepre avrebbe partecipato ad incontri clandestini che avevano l’obiettivo di decidere a tavolino le nomine per i vertici delle procure rimaste vacanti. Sulla questione l’ormai ex togato del Csm dice: “Ogni circostanza a me attribuita è frutto di fatti assolutamente occasionali, non programmati, ancorché inopportuni”.

Sostiene un’altra tesi il procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio: “L’identificazione e la presenza di Antonio Lepre” all’incontro notturno del 9 maggio scorso con altri quattro consiglieri del Csm, il pm Luca Palamara e i deputati Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri, “risultano pienamente comprovate dagli atti a disposizione di questo Ufficio”, si legge nel documento con cui ieri ha motivato l’avvio dell’azione disciplinare a carico di Lepre e degli altri togati. “Nella telefonata preparatoria della riunione (conversazione dell′8 maggio delle 19.13, ndr) intercorsa tra Palamara e Ferri – si rileva ancora – la presenza del dottor Lepre è ritenuta per un verso indispensabile”. Palamara, infatti, secondo gli atti, avrebbe affermato: “E ma Lepre… l’importante che Lepre segue, su tutto”. A quel punto ferri risponde: “No, Lepre mi ha delegato, mi ha detto che non c’è problema”). Pur di far partecipare il togato ai loro incontri, gli organizzatori erano disposti a scegliere di svolgerli in un posto che fosse per lui facile da raggiungere: “Se la facciamo in albergo da me, provo a dire a Lepre se scende dalla camera”).

Rif: https://www.huffingtonpost.it/entry/antonio-lepre-si-dimette-dal-csm-si-era-autosospeso-dopo-la-notizia-dellinchiesta-della-procura-di-perugia_it_5d0244e5e4b0dc17ef051c3e

Csm, consigliere Morlini si dimette dopo azione disciplinare per lui e i togati che incontrarono Lotti

Csm, consigliere Morlini si dimette dopo azione disciplinare per lui e i togati che incontrarono Lotti

Nel frattempo, rischia di ricominciare da zero l’iter per la nomina del nuovo procuratore di Roma, dopo la bufera che ha investito il Consiglio superiore della magistratura sull’onda dell’inchiesta di Perugia. Cioè da una nuova deliberazione della Commissione per gli incarichi Direttivi.

Il consigliere del Csm Gianluigi Morlini, che nei giorni scorsi ha lasciato Unicost, che ha presentato le dimissioni anche dal Csm. Il procuratore generale della CassazioneRiccardo Fuzio, ha promosso l’azione disciplinare nei suoi confronti e nei confronti degli altri tre consiglieri togati del Csm, che si sono autosospesi, per la vicenda degli incontri con l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara e i deputati del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti, sulla nomina del nuovo procuratore di Roma. In questo quadro rischiano il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale lo stesso Palamara e Stefano Rocco Fava, pm romani indagati dalla procura di Perugia. La prima commissione del Csm potrebbe prendere una decisione già nei prossimi giorni, anche domani, secondo le agenzie di stampa. Al vaglio della Commissione presieduta dal laico di Forza Italia Alessio Lanzi c’è anche la posizione dell’ex consigliere del Csm Luigi Spina, che si è dimesso dopo il caos di queste settimane e che invece è indagato a Perugia per rivelazione di segreto e favoreggiamento.

Azione disciplinare per i 4 consiglieri – Rimane dunque in bilico il futuro dei togati di Magistratura Indipendente Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Paolo Criscuoli. I tre e Morlini si erano impegnati a decidere, entro la fine della settimana, se tornare al Csm, come vorrebbero e come gli chiede di fare la corrente di Magistratura Indipendente, o se dimettersi, come sollecita l’Anm. Morlini si era già dimessi dalla Sezione Disciplinare come aveva fatto Criscuoli. Domani è convocato un plenum straordinario del Csm per provvedere alla elezione di chi dovrà sostituirli. L’avvio dell’azione disciplinare  non comporta automaticamente la sospensione dal Csm che in questi casi è facoltativa. Si tratta però di una nuova tegola che può rendere più difficile la resistenza dei consiglieri alle pressioni per dimettersi.

Morlini (Unicost): “Unico modo per tutelare Istituzione”
“Le dimissioni sono l’unico modo per tutelare l’Istituzione, anche se, in questo momento davvero terribile, ritengo umiliante essere accomunato a chi ha fatto anche solo alcune delle cose che si leggono – scrive nella lettera di dimissioni inviata al vicepresidente del Csm David Ermini – Siamo tutti consapevoli del terribile momento che sta vivendo l’Istituzione consiliare, e ciascuno di noi è quindi chiamato a fare quanto può per preservarla – aggiunge -. Ciò posto, ribadisco innanzitutto di essere del tutto estraneo alle diverse questioni delle quali si è parlato sui media(vicenda Siracusa, Amara e Calafiore, rapporti con Centofanti, esposto del dottor Fava, reati di rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento personale, biglietti per partite della Lazio ed incontri con Lotito, incontri a casa della sorella di un exconsigliere). So però di avere compiuto un errore dovuto a leggerezza: casualmente ed in modo non programmato, in quanto invitato solo pochi minuti prima da un collega del quale mi fidavo, ho raggiunto ad un dopo cena alcuni magistrati consiglieri ed ex consiglieri del Csm; all’incontro è successivamente e per me inaspettatamente intervenuto l’onorevole Lotti (poi da me mai più visto né incontrato), senza che io lo sapessi o lo potessi prevedere; pur essendomi congedato prima che la serata terminasse, non mi sono immediatamente allontanato, nonostante tutti noi parlassimo di questioni consiliari. Per tale motivo, essendo stato proposto nei miei confronti un procedimento disciplinare, per senso di responsabilità istituzionale e per potere difendermi al meglio nelle sedi opportune, ritengo necessario presentare le mie dimissioni da Consigliere“.

Procura Roma, verso azzeramento iter – Nel frattempo, rischia di ricominciare da zero l’iter per la nomina del nuovo procuratore di Roma, dopo la bufera che ha investito il Csm sull’onda dell’inchiesta di Perugia. Cioè da una nuova deliberazione della Commissione per gli incarichi Direttivi, commissione che intanto è stata rinnovata nella sua composizione con la sostituzione di due dei consiglieri togati che avrebbero partecipato fuori dal Csm a incontri sul futuro assetto della procura capitolina con l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara – ora indagato a Perugia – Cosimo Ferri e Luca Lotti. Ma ci vorrà tempo, prima che la pratica sia ripresa in mano. Sembra dunque destinata a languire la proposta approvata il 23 maggio scorso dalla vecchia Commissione a favore del Pg di Firenze Marcello Viola, che ha ottenuto 4 voti, contro un voto ciascuno ricevuto dal procuratori di Palermo e Firenze, Francesco Lo Voi e Giuseppe Creazzo. Proposta che per approdare in plenum avrebbe bisogno di motivazioni, che non sono state scritte. L’intenzione è far decantare il caso prima di riprendere in mano la pratica. Tanto più dopo che ieri la Commissione ha stabilito di procedere alle nomine dei dirigenti degli uffici giudiziari a partire da quelle caselle scoperte da più tempo. E Roma non è ai primi posti in questa classifica.

“Amico di Amara ma trattò processo”. Csm rimuove pm –Intanto, sempre la sezione disciplinare del Csm ha rimosso dalla magistratura Maurizio Musco. Ex pm di Siracusa, poi trasferito a Sassari, Musco è accusato di aver violato “consapevolmente e reiteratamente” l’obbligo di astenersi dalla trattazione di un procedimento penale. Il procedimento riguardava familiari e clienti dell’avvocato Pietro Amara, al quale Musco – secondo l’accusa – era legato da un rapporto di amicizia e anche da relazioni economiche. A febbraio Amara ha patteggiato una condanna a 3 anni di carcere nell’ambito dell’inchiesta su sentenze “pilotate” al Consiglio di Stato: è l’uomo al centro dell’inchiesta su Palamara che si è poi estesa fino al Csm. Già nel 2012 il ministero della giustizia aveva mandato gli ispettori alla procura di Siracusa per indagare su Musco, che poi sarà condannato in via definitiva nel 2017 per abuso d’ufficio.

Rif:https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/12/csm-consigliere-morlini-si-dimette-dopo-azione-disciplinare-per-lui-e-i-togati-che-incontrarono-lotti/5250215/

Csm, coinvolti altri consiglieri nel caso delle nomine pilotate

Ci sono altri consiglieri del Csm coinvolti nella trattativa per la nomina dei procuratori di Roma, Perugia e Brescia, che ha già fatto esplodere la bufera su Palazzo dei Marescialli portando alle dimissioni di Luigi Spina, l’unico indagato del Csm, e all’autosospensione di Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Paolo Criscuoli e Gianluigi Morlini, intercettati mentre discutevano della successione a Giuseppe Pignatone con i parlamentari del Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri. Mentre le dimissioni, invocate da più parti, tranne dalla corrente di Magistratura Indipendente, tardano ad arrivare, altre notizie scuotono il Consiglio superiore della magistratura, travolto da una crisi istituzionale senza precedenti.

L CELLULARE
Nuove indiscrezioni sulle conversazioni registrate attraverso il trojan, collocato dal 7 al 16 maggio nel telefonino dell’ex presidente dell’Anm e membro del Csm Luca Palamara, indagato a Perugia per corruzione. Quel microfono ha svelato alla Guardia di finanza il coinvolgimento, anche a loro insaputa, di altre persone nelle conversazioni sulla trattativa per le nomine ai vertici degli uffici giudiziari di Roma, Perugia e Brescia. Durante i dialoghi sulle strategie da adottare per portare Marcello Viola alla guida dei pm di Roma, Luca Lotti millantava contatti e rapporti anche con il Quirinale. Così come lo stesso pm, indagato per corruzione dalla procura umbra, avrebbe sostenuto di essere stato informato delle intercettazioni a suo carico proprio da ambienti vicini al Colle.
Ma, come emerge dagli atti, l’interesse di Palamara riguardava anche la procura di Perugia: il suo obiettivo era vedere indagato il collega Paolo Ielo. Affrontava spesso la questione, ne discuteva anche con il sostituto della direzione nazionale Antimafia Cesare Sirignano. Nella conversazione intercettata il 7 maggio, Palamara parla del candidato che può soddisfare il suo desiderio di vendetta nei confronti di Ielo, sul quale il collega Stefano Fava aveva già presentato un esposto al Csm: «Chi glielo dice che deve fare quella cosa lì – dice a Sirignano – Deve aprire un procedimento penale su Ielo…cioè stiamo a parlà di questo… non lo farà mai». Il magistrato in questione era Giuseppe Borrelli, attualmente aggiunto a Napoli, che si è candidato, insieme ad altri diciannove colleghi come capo della procura di Perugia. Sirignano avrebbe risposto di avere già affrontato l’argomento con Borrelli che sarebbe stato disponibile a procedere.
Per questo, nei giorni scorsi, l’aggiunto di Napoli ha consegnato una relazione di servizio al procuratore Giovanni Melillo, che ha trasmesso il documento a Perugia, titolare del fascicolo. Nell’esaminare le varie candidature utili al suo obiettivo, Palamara valutava quelle di colleghi che non fossero vicini a Paolo Ielo. Così, nelle sue conversazioni, prendeva in considerazione anche l’ipotesi di Francesco Prete, attuale procuratore di Velletri, ed Erminio Amelio, pm di Roma, entrambi candidati a Perugia.

LE REAZIONI
In serata Giuseppe Borrelli ha diffuso una nota: «Apprendo con sorpresa e indignazione che mi sono state attribuite affermazioni mai pronunciate e intenzioni mai nutrite, nell’ambito di una vicenda alla quale sono completamente estraneo. Da giorni ho provveduto a depositare al procuratore della Repubblica la documentazione comprovante la mia più totale estraneità a quei fatti, per l’inoltro della stessa agli organi competenti. Ho già dato mandato per tutelare in ogni sede giudiziaria la mia onorabilità di uomo e magistrato». Sulla stessa linea Erminio Amelio: «Apprendo con stupore – dichiara – che venisse fatto il mio nome da parte di una persona con la quale non ho avuto nulla a che fare (Palamara ndr) e tutelerò la mia onorabilità in tutte le sedi competenti. Non sono mai stato nemico di Ielo con il quale sto ancora lavorando e lo stesso Ielo qualche mese fa, d’iniziativa, ha espresso parole lusinghiere sulla mia professionalità a colleghi anche del Csm».

Rif: https://www.ilmessaggero.it/italia/csm_nomine_pilotate_palamara-4551516.html
 

Caos procure, si dimette dal Csm il consigliere Morlini

Azione disciplinare per i togati autosospesi promossa dal procuratore generale della Cassazione. Palamara e Fava rischiano trasferimento.

Caos procure, si dimette dal Csm il consigliere Morlini

ROMA. Al Csm si spacca il fronte dei quattro consiglieri coinvolti nell’indagine di Perugia. A sorpresa si dimette dal Consiglio Gianluigi Morlini, ex presidente della quinta commissione che nomina i capi degli uffici, e che in una cena con l’ex pm di Roma Luca Palamara, ha incontrato anche il deputato Pd Luca Lotti, uno degli indiziati dell’inchiesta Consip dalla stessa procura di Roma.

Morlini, esponente di Unicost, che ieri aveva già dato le dimissioni dal suo gruppo, spacca il fronte dei quattro consiglieri coinvolti, perché i tre di Magistratura indipendente – Corrado Cartoni, Antonio Lepre e Paolo Criscuoli – restano invece al loro posto. Tutti e quattro hanno ricevuto oggi dalla procura generale della Cassazione la notifica dell’inizio di un’indagine disciplinare nei loro confronti. Che ovviamente li rende incompatibili con la permanenza nello stesso Csm.

Il procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, ha promosso l’azione disciplinare nei confronti dei quattro consiglieri togati del Csm che si sono autosospesi, (Corrado Cartoni, Antonio Lepre e Paolo Criscuoli, di Magistratura Indipendente), e Gianluigi Morlini, che nei giorni scorsi ha lasciato Unicost, per la vicenda degli incontri con l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara e i deputati del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti, sulla nomina del nuovo procuratore di Roma. I quattro consiglieri togati si erano impegnati a decidere, entro la fine della settimana, se tornare al Csm, come vorrebbero e come gli chiede di fare la corrente di Magistratura Indipendente, o se dimettersi, come invece sollecita  l’Anm. L’avvio dell’azione disciplinare non comporta automaticamente la sospensione dal Csm, che in questi casi è facoltativa.

Per quanto riguarda invece Luca Palamara e Stefano Rocco Fava, i due pm di Roma rischiano il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale. La Prima Commissione del Csm già domani potrebbe avviare la procedura nei confronti dei due magistrati coinvolti nell’inchiesta di Perugia. Al vaglio della commissione  presieduta dal laico di Fi Alessio Lanzi anche la posizione dell’ex consigliere del Csm Luigi Spina.

Rif:https://www.repubblica.it/cronaca/2019/06/12/news/csm_azione_disciplinare_togati_autosospesi-228599562/

Magistrati indagati, nelle carte nuovi nomi di consiglieri del Csm. E Lotti vantava legami col Quirinale

Magistrati indagati, nelle carte nuovi nomi di consiglieri del Csm. E Lotti vantava legami col Quirinale

La novità – riportata da Repubblica e Corriere della Sera – emerge dalle trascrizioni integrali delle intercettazioni operate con il trojan installato sul cellulare di Palamara, consegnate alla procura di Perugia dal Gico della Guardia di Finanza. L’ex ministro sosteneva di essere andato da Sergio Mattarella la propria vicenda giudiziaria, dipingendosi come una vittima della procura romana che vuole processarlo per favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta Consip.

Ci sono almeno altri due consiglieri del Csm che incontravanoLuca LottiLuca Palamara e Cosimo Ferri per discutere dei giochi di corrente che avrebbero portato alla conquista della procura di Roma. La novità – riportata da Repubblica e Corriere della Sera – emerge dalle trascrizioni integrali delle intercettazioni operate con il trojan installato sul cellulare di Palamara, consegnate alla procura di Perugia dal Gico della Guardia di Finanza. Alle riunioni notturne per discutere del futuro della procura capitolina, dunque, non partecipavano solo i consiglieri Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Paolo Criscuoli, Gianluigi Morlini (non indagati, si autosospesi) e Luigi Spina, accusato di favoreggiamento e violazione di segreto: si è dimesso alcuni giorni fa. Ma c’erano anche altri due membri di Palazzo dei marescialli.

Lo scandalo nato con l’inchiesta della procura di Perugia su Palamara, dunque, sembra destinato ad allargarsi. E a terremotare ulteriormente il mondo della magistratura. Anche perché nei dialoghi registrati, Lotti anche detto a Palamara di essere andato addirittura al Quirinale. Il motivo? Raccontare a Sergio Mattarella la propria vicenda giudiziaria, dipingendosi come una vittima della procura romana che vuole processarlo per favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta Consip. Il braccio destro di Matteo Renzi sosteneva di essersi lamentato col presidente della Repubblica del procuratore Giuseppe Pignatone e dell’aggiunto Paolo Ielo. Lotti avrebbe anche sostenuto di essere in grado di tornare al Colle per provare a trovare una sponda nel risiko che avrebbe dovuto portare alla nomina del nuovo capo dell’ufficio inquirente capitolino. Affermazioni al momento senza alcun riscontro che potrebbero anche essere solo delle millanterie. 

 I veleni sul Quirinale si allungano anche nell’interrogatorio reso da Palamara, accusato di corruzione, con la procura di Perugia. L’ex presidente dell’Anm ha raccontato che, pochi giorni prima delle perquisizioni ai suoi danni, una persona a lui vicina (già identificata dai pm umbri) gli aveva raccontato di aver saputo da una misteriosa talpa del Colle che sul suo telefonino era installato un trojan. Non si sa chi è quella persona autrice di quella fuga di notizia e se esista davvero. È un fatto però che a Palamara quella notizia è arrivata. Ma è anche vero che il pm nei giorni successivi ha continuato a usare il suo cellulare come se niente fosse.  

E infatti il suo smartphone ha continuato a registrare ogni dialogi. Come quelli con Cesare Sirignano, pm della procura nazionale Antimafia iscritto a Unicost, la stessa corrente di cui Palamara eè leader. Il magistrato sotto inchiesta ha interesse affinché a Perugia fosse nominato un magistrato a lui vicino in modo da affossare l’inchiesta ai suoi danni. Sirignano fa il nome del procuratore aggiunto di Napoli, Giuseppe Borrelli. Palamara non  convinto ma Sirignano insiste dipingengo Borrelli come un magistrato avvicinabile. Borrelli, però, ha denunciato Sirignano a Perugia “producendo una documentazione che comprova la più totale estraneità ai fatti”, come recita una nota fatta avere a Repubblica.

Rif: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/12/magistrati-indagati-nelle-carte-nuovi-nomi-di-consiglieri-del-csm-e-lotti-vantava-legami-col-quirinale/5249494/

Sistema Siracusa, il silenzio di Ferraro: “nessuna collaborazione con i magistrati”. E il Csm, a pezzi, ricorda gli “anticorpi”: “tutto inizia con gli 8 PM”

Il 17 giugno la Cassazione dovrebbe omologare il patteggiamento di Amara e Calafiore a Roma, mentre il 20 giugno i due dovrebbero essere ascoltati a Messina e il 25 puntano anche al patteggiamento in continuazione

csm-interno

Il Consiglio superiore della magistratura è a pezzi. Quello che una volta era il Sistema Siracusa, adesso si è esteso così tanto da aver toccato forse uno dei momenti più bui della giustizia italiana. Il Csm è ridotto di un terzo dei togati e attende con timore le rivelazioni dell’inchiesta di Perugia. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo che avrebbe bloccato la nomina dell’ex Pm di Siracusa Giancarlo Longo a Gela, all’ultima riunione ha mandato il suo vice David Ermini, che esce bene dalle intercettazioni contro Lotti (secondo cui il magistrato non risultava sufficientemente collaborativo), Ferri e Palamara.

Dimissioni e sospensioni. Martedì altri due consiglieri – Gianluigi Morlini di Unicost e presidente della commissione che nomina i capi degli uffici e Paolo Criscuoli di Magistratura indipendente — si sono autosospesi e si aggiungono alle dimissioni di Luigi Spina di Unicost e alle sospensioni di lunedì sera di Antonio Lepre e Corrado Cartoni di Mi. Il vicepresidente del Csm, Ermini, alla fine lo dice chiaramente: questo Csm può andare avanti “purché la reazione a condotte non compatibili sia chiara, rapida, senza fraintendimenti”.

C’è anche Lotito. Le carte sembrano gettare un’ombra sulle nomine del Csm e in particolare su quella del procuratore di Roma, di cui Palamara parlava in un incontro con i deputati del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti e con 5 consiglieri togati. Le riunioni per scegliere il nuovo procuratore di Roma si sarebbero svolte a tarda sera in un albergo romano e oltre a Palamara, Ferri e Lotti c’erano i consiglieri del Csm Luigi Spina, Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Gianluca Morlini e Paolo Criscuoli. E a queste rimpatriate notturne avrebbe preso parte anche il presidente della Lazio Claudio Lotito, che avrebbe omaggiato Palamara di biglietti da distribuire agli amici.

Quei magistrati coraggiosi. E mentre sono volati gli stracci tra il presidente dell’Anm Pasquale Grasso (“i magistrati coinvolti si dimettano“) e i togati del Csm sospesi (che hanno definito priva di fondamento la richiesta di dimissioni), durante la calda seduta del plenum un magistrato siciliano – catanese di nascita ma siracusana d’adozione, e di residenza – Concetta “Cochita” Grillo ha preso parola per ricordare a tutti da dove è partita la genesi dell’indagine, dall’esposto che 8 sostituti di Siracusa denunciarono a Messina la situazione in cui si trovava la Procura della Repubblica aretusea e che portò anche all’arresto del Pm Longo: “il ringraziamento va a questi 8 colleghi, molti anche di prima nomina, e a tutti quelli che senza paura danno la possibilità di andare a fondo in questa vicenda”.

Ferraro silente. Al momento la vicenda scaturita dal Sistema Siracusa investe le Procure di Perugia, Milano, Roma, Catania, Trani, Taranto, Matera e Messina passando per il Csm e la spinosa vicenda Eni. Da più parti si indica in Alessandro Ferraro, ritenuto per anni il braccio destro di Amara e che venerdì sarà ascoltato dai Pm milanesi proprio sull’affare Eni, uno dei possibili depositari di informazioni da parte degli avvocati Amara e Calafiore. Finora Ferraro ha deciso di difendersi nei processi e di non parlare con i magistrati (di Messina, Roma o Perugia…). E oggi l’imprenditore si limita a confermare la propria indisponibilità mandando un velato messaggio a qualcuno…: “non c’è alcuna collaborazione con i Pm, perché non avrei cos’altro aggiungere rispetto a quanto detto da Amara e Calafiore”. 

Giugno caldo. Ancora silenzio da parte sua, mentre le parole di tutti gli altri hanno aperto una voragine sulla credibilità della giustizia italiana. Mentre il 17 giugno la Cassazione dovrebbe omologare il patteggiamento di Amara e Calafiore a Roma, mentre il 20 giugno i due dovrebbero essere ascoltati a Messina (quando potrebbero emergere altre novità) e il 25 nuova udienza sempre al Tribunale peloritano con i due che puntano anche al patteggiamento in continuazione. Mentre… in questo momento sembra si stia giocando una partita a carte, con i giocatori seduti al tavolo (o al banco degli imputati) che di volta in volta danno le carte a piacimento. Una brutta partita, dove a perdere sono in tanti, in troppi.

Rif: http://www.siracusanews.it/sistema-siracusa-silenzio-ferraro-nessuna-collaborazione-magistrati-csm-pezzi-ricorda-gli-anticorpi-inizia-gli-8-pm/

Il complicato scandalo che ha investito la magistratura italiana decollato da Palamara & C

Un vero e proprio terremoto giudiziario sta scuotendo il Csm, con le indagini che pendono sul magistrato Luca Palamara e un sistema che qualcuno ha paragonato allo scandalo P2.

Da qualche giorno i principali mezzi di informazione italiani seguono un’intricata indagine per corruzione che ha posto al centro dei riflettori Luca Palamara, tra i volti più noti e influenti della magistratura italiana, con un passato alla presidenza dell’Associazione nazionale magistrati ed ex membro togato del Consiglio nazionale della magistratura. Sul suo conto pende la pesante accusa di aver accettato gioielli, viaggi e denaro per favorire alcune nomine e impedirne altre – se necessario facendo ricorso a vere e proprie operazioni di killeraggio – ma le indagini sembrano più in generale destinate a far luce su un sistema interno al Csm che uno dei suoi consiglieri, Giuseppe Casciniha paragonato allo scandalo P2.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il piano a lungo termine di Palamara comprendeva la nomina di un pm a Perugia “sensibile alla sua posizione procedimentale” e a tal fine l’ex presidente dell’Anm avrebbe incontrato Cosimo Ferri e Luca Lotti, rispettivamente ex sottosegretario alla Giustizia e sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Renzi, entrambi di area Pd. Insieme a loro, diversi incontri avvenuti in hotel avrebbero coinvolto anche Luigi SpinaCorrado ArtoniAntonio LepreGianluca Morlini e Paolo Criscuoli, tutti consiglieri del Csm.

rif:https://www.wired.it/attualita/politica/2019/06/07/scandalo-corruzione-magistratura-italiana/