Trent’anni di morale ai politici e i magistrati si scoprono corrotti

«Siamo di fronte a un passaggio delicato: o sapremo riscattare con i fatti il discredito che si è abbattuto su di noi o saremo perduti»: così martedì 4 giugno David Ermini, vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura ha concluso il suo intervento davanti a quel che resta dell’organo di autogoverno dei giudici. Infatti, in seguito all’inchiesta partita dalla procura di Perugia, ben quattro componenti si sono autosospesi. Ermini è il numero due del Csm perché va ricordato che il presidente è per legge il presidente della Repubblica e quindi Sergio Mattarella. Quindi è facile pensare che le parole del vice riportassero il pensiero del Quirinale.

È un giudizio che non nasconde la gravità di quello che è accaduto. «Gli eventi di questi giorni sono una ferita profonda e dolorosa alla magistratura e al Consiglio superiore», ha detto Ermini.« L’associazionismo giudiziario è stato un potente fattore di cambiamento e di democratizzazione della magistratura. E ancora oggi svolge un ruolo prezioso. Ma consentitemi di dire che nulla di tutto ciò vedo nelle degenerazioni correntizie, nei giochi di potere e nei traffici venali di cui purtroppo evidente traccia è nelle cronache di questi giorni. E dico che nulla di tutto ciò dovrà in futuro macchiare l’operato del Csm».

Rif: http://www.bergamopost.it/cambiare-rotta/trentanni-morale-ai-politici-magistrati-si-scoprono-corrotti/

Giudici tributari corrotti evasi 15 milioni di tasse

Un sistema ben congegnato, dove tutti gli indagati parlavano in codice, stando attentissimi a non farsi scoprire.

Nonostante ciò, e grazie ad una indagine svoltasi in tempi rapidissimi, la guardia di finanza, su richiesta della Procura della Repubblica di Salerno, ha arrestato 14 persone accusate di corruzione in atti giudiziari.

Gli indagati sono due giudici tributari della locale sezione distaccata della Commissione tributaria regionale della Campania (dei quali al momento non è stato ancora fornito il nome), due dipendenti amministrativi presso lo stesso ufficio, sei imprenditori e quattro consulenti fiscali, tra i quali un avvocato fiscalista.

Secondo l’accusa avevano costituito un «efficace» sistema per pilotare l’iter procedimentale e condizionare a favore degli imprenditori corruttori l’esito di procedimenti tributari originati da accertamenti dell’agenzia delle entrate della Guardia di Finanza di Salerno.

«Si tratta – ha commentato il procuratore della Repubblica vicario, Luca Masini – solo della punta di un iceberg. Andremo avanti con ulteriori accertamenti».

Le indagini hanno consentito di riprendere i trasferimenti di denaro che, tramite i due dipendenti amministrativi che trattenevano la loro quota, venivano successivamente consegnate ai due giudici tributari.

Uno dei due aveva la «fama di fame di soldi».

Il passaggio di denaro avveniva sempre in contanti il giorno prima della decisione della commissione tributaria regionale e in luoghi come l’ascensore della commissione, la casa dei giudici o in altri posti ritenuti sicuri. In un caso il giudice non soddisfatto aveva persino preteso un’integrazione della somma già ottenuta, minacciando un provvedimento non in linea con le aspettative del corruttore.

Gli importi pagati ai due giudici per ottenere sentenze favorevoli andavano dai 5 mila ai 30 mila euro, anche se in alcuni casi sono state promesse altre dazioni, come l’assunzione del figlio di un giudice da parte di una delle società coinvolte oppure la concessione in uso gratuito di un appartamento in città.

Gli accertamenti svolti hanno anche consentito di individuare 10 procedure il cui iter è stato condizionato dalla corruzione e verificare che tutte sono state decise con sentenze favorevoli ai contribuenti corruttori, con l’azzeramento delle somme dovute al fisco per le imposte evase, interessi maturati e le sanzioni comminate.

Complessivamente, da una prima stima, le imposte evase, gli interessi maturati e le sanzioni amministrative annullate con le decisioni condizionate dalla corruzione, ammontano a circa 15 milioni di euro.

Gli imprenditori erano tutti del Salernitano, tranne uno dell’Avellinese.

Una società di Siano ha ottenuto, ad esempio, la cancellazione di un debito di oltre 8 milioni; per un’altra di Salerno, invece, la somma contestata ed annullata raggiungeva quasi il milione. Sono state eseguite anche perquisizioni negli uffici delle commissioni e della commissione tributaria e negli studi di altri professionisti indagati, la cui posizione è in corso di valutazione. Ad uno dei due dipendenti della commissione tributaria sono stati trovati in casa oltre oltre 50mila euro in contanti.

Rif: https://www.ladige.it/news/cronaca/2019/05/15/giudici-tributari-corrotti-evasi-15-milioni-tasse

Non basta Palamara per spiegare i guai seri della magistratura

Sarebbe bello poter dire che la credibilità dei magistrati è stata aggredita solo dai traffici relativi al futuro della procura di Roma. Giudici mediatici e pm politicizzati: spunti per discutere di un problema serio, senza altre false ipocrisie

L’incredibile guerra tra bande che si è manifestata a cielo aperto tra le correnti della magistratura a colpi di pizzini sui giornali, indagini a orologeria ed esposti in procura ha rimesso al centro del dibattito pubblico un tema che periodicamente riaffiora ogni volta che si prova a ragionare su quello che oggi è uno dei principali punti di debolezza del mondo della magistratura italiana: la capacità di ciascun pm e di ciascun giudice di evitare ogni comportamento capace di compromettere il paese.

Rif: https://www.ilfoglio.it/giustizia/2019/06/10/news/non-basta-palamara-per-spiegare-i-guai-seri-della-magistratura-259417/

Bufera procure: all’Associazione nazionale magistrati si apre la crisi

Dopo la bufera senza precedenti che ha travolto il Consiglio superiore della magistratura per l’affare nomine, all’Anm, l’Associazione nazionale magistrati si apre la crisi. Area, Unicost e Autonomia e Indipendenza hanno chiesto la «convocazione urgente» di una riunione con all’ordine del giorno il rinnovo della giunta guidata da Pasquale Grasso. La ragione è il documento approvato ieri dalla corrente del presidente dell’Anm, Magistratura Indipendente, che ha invitato i consiglieri autosospesi per lo scandalo nomine a rientrare al Csm. Una presa di posizione in contrasto con il documento approvato da tutta l’Anm qualche giorno fa che invece ne aveva chiesto le dimissioni.

La mozione di sfiducia nei confronti della giunta guidata da Grasso sarà discussa probabilmente domenica prossima, 16 giugno, dal Comitato direttivo centrale dell’Anm. Contestualmente si procederà all’elezione della nuova giunta, con tutte le correnti della toghe ad esclusione di Magistratura Indipendente.

Perquisita la casa del pm di Roma Palamara, indagato per corruzione

«Il documento adottato all’unanimità dall’Assemblea nazionale di Magistratura Indipendente, tenuta ieri a Roma – si legge nel documento che sfiducia la giunta guidata da Grasso – si pone in netta contrapposizione con il documento deliberato dal Comitato Direttivo Centrale dell’Anm ed esclude la possibilità di proseguire l’esperienza dell’attuale Giunta che vede la presenza e la presidenza di Magistratura Indipendente».

GUARDA IL VIDEO -Corsa per la Procura di Roma, indagato ex presidente Anm Palamara

La richiesta ai Consiglieri del Csm di M.I. autosospesi di riprendere la loro attività – continua ancora il testo – «crea un incidente istituzionale senza precedenti e potrebbe condurre all’adozione di riforme dell’Organo di autogoverno dal carattere “emergenziale” con il rischio di alterarne il delicato assetto voluto dalla Costituzione a garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura senza risolvere i problemi posti dalle gravi recenti vicende». «Magistratura Indipendente – accusano i Componenti del Comitato Direttivo centrale di AreaDG, Unicost ed Autonomia e Indipendenza – si assume di fronte alla magistratura ed al Paese la grave responsabilità di quanto sta accadendo».

Rif:https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2019-06-09/bufera-procure-all-associazione-nazionale-magistrati-si-apre-crisi-174021.shtml?uuid=ACyFWUP

Csm, tutte le correnti dell’Anm contro MI e la difesa dei consiglieri autosospesi. E Grasso lascia Magistratura indipendente

Magistratura Indipendente blinda i suoi consiglieri dentro al Consiglio superiore della magistratura, ma si ritrova isolata dentro l’Anm e perde anche Pasquale Grasso, il numero uno dell’associazione magistrati che era espressione della lista. Dopo essersi astenuto sul voto del documento a supporto dei consiglieri finiti sotto i riflettori per l’inchiesta di Perugia, votato dalla sua corrente, Grasso ha deciso di compiere un passo indietro e ha lasciato Mi: “A volte arriva un momento in cui la casa natale ci sta stretta – ha scritto in una nota domenica sera – e si rischia di litigare inutilmente pur se tutti animati dal bene della famiglia. Si iniziano a vedere le cose in modo diverso. È nella natura delle cose umane”.

Il comunicato è arrivato dopo una giornata in cui tutte le altre correnti – di sinistra e di centro – in una nota congiunta avevano accusato la lista che per anni è stata guidata da Cosimo MariaFerri, ora deputato del Pd. Le mancate dimissioni dei tre membri del Csm in quota Mi (Corrado CartoniAntonio Criscuoli e Paolo Lepre) e la “rinnovata fiducia” nonostante siano stati confermati gli incontri (notturni, in albergo) con lo stesso Ferri e l’ex ministro Luca Lotti hanno spinto Unicost(centristi), Area (di sinistra) e Autonomia e Indipendenza(guidata da Piercamillo Davigo) a una nota congiunta che accusa Magistratura Indipendente di creare “un incidente istituzionale senza precedenti” che potrebbe condurre “all’adozione di riforme dell’Organo di autogoverno dal carattere ‘emergenziale’ con il rischio di alterarne il delicato assetto voluto dalla Costituzione a garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura senza risolvere i problemi posti dalle gravi recenti vicende”.

Per questo motivo le tre correnti chiedono di rinnovare i vertici dell’Anm che attualmente è presieduta da Grasso, fino a poche ore fa esponente di Magistratura Indipendente, che però sabato – nell’assemblea della sua associazione – si è astenuto sul documento con cui di fatto Mi ha “assolto” i suoi tre esponenti dentro il Csm, invitandoli anzi a tornare al lavoro. Per tutte le restanti correnti di Anm, insomma, Magistratura Indipendente “si assume di fronte alla magistratura ed al Paese la grave responsabilità di quanto sta accadendo” e quindi serve il prima possibile una riunione del comitato direttivo per rinnovare le cariche di vertice.

Csm, Magistratura Indipendente blinda i suoi: “No dimissioni”. E prende distanze da Ferri: “Stop ai contatti con i politici”

La mozione di sfiducia alla giunta guidata da Grasso sarà discussa probabilmente domenica 16 giugno dal Comitato direttivo centrale dell’Anm. Contestualmente si procederà all’elezione della nuova giunta, con tutte le correnti della toghe ad esclusione di Magistratura Indipendente. Appena qualche giorno fa l’intero parlamentino dell’Anm aveva approvato all’unanimità un documento di segno diametralmente opposto a quello di Magistratura Indipendente: si parlava di “gravissime violazionidi natura etica e deontologica” e si chiedeva ai consiglieri di lasciare il loro incarico di cui “non appaiono degni“.

Csm, l’ex presidente Anm Albamonte: “Quelle riunioni? Timore che si tentasse di rimpiazzare pm su esigenze politica”

E ancora prima che cominciasse la riunione, Grasso, esponente di Mi ma soprattutto presidente dell’Associazione nazionale magistrati, aveva detto che “se confermate le notizie di stampa, si tratta di una cosa gravissima” e “serve un passo indietro nella misura in cui abbiano attuato le condotte inappropriate che gli vengono attribuite”. Un segnale che evidentemente la sua corrente non ha colto, spingendolo così a lasciare la corrente.

Magistrati indagati, gli incontri notturni di Palamara con Lotti&Co. per pilotare le nomine dei procuratori capo

“Unicost sta valutando con grande attenzione e preoccupazione il nuovo scenario che si è aperto con l’assemblea di Magistratura Indipendente”, ha detto il segretario corrente Mariano Sciacca. Ancora più netto il pm Eugenio Albamonte (Area): “Il deliberato di MI è sicuramente una violazione dell’accordo associativo alla base della giunta”. Albamonte definisce “tartufesca” la posizione di Magistratura Indipendente. “Sia pure a ranghi ridotti, Magistratura Indipendente aveva contribuito alla redazione del testo del Comitato direttivo centrale dell’Anm, che è stato poi votato da due suoi esponenti, uno dei quali è il presidente dell’Anm. Poi ieri ha votato un testo opposto all’unanimità. E’ una posizione quantomeno equivoca, anche perché non sconfessano nemmeno Grasso”.

Magistrati indagati, Palamara: “Non sono corrotto. I miei rapporti con Centofanti? È amico anche di altri magistrati”

Anche Sciacca evidenzia il “contrasto” tra i due deliberati e rimarca che “la posizione di Unicost resta quella espressa nel documento approvato dal Comitato direttivo centrale dell’Anm e votato anche da Magistratura Indipendente”. Si pone dunque “un problema oggettivo di valutazione della situazione politica interna all’Anm”, anche alla luce delle assemblee dei magistrati che ci sono state nei vari distretti dalle quali sono emersi “la rabbia e il turbamento dei colleghi, a cui bisogna rispondere in modo lucido”.

Rif: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/09/csm-tutte-le-correnti-dellanm-contro-mi-e-la-difesa-dei-consiglieri-autosospesi-e-grasso-lascia-magistratura-indipendente/5242887/

Caso Palamara, è l’intero Csm che deve dimettersi: non esiste alternativa

Dimissioni irrevocabili dell’intero Csm. Non c’è altro da fare. Se l’organo di autogoverno della magistratura, nel suo insieme, vuol togliersi d’impaccio e dare un segnale di serietà agli italiani che leggono con crescente disgusto dei “veleni” della vicenda Palamara altro non ha da fare. La gravità del racconto è chiara. E non sta certo nelle pretese egemoniche delle diverse correnti dei giudici che si danno battaglia all’interno del Csm. Da sempre quelli cercano di mettere cappello sulle poltrone più ambite (Procure): gioco noto e comprensibile. Quel che è inconcepibile, quel che è davvero grave in tutto il sommarsi e dipanarsi di indagini e ipotesi, accuse e indiscrezioni, sono l’emergere di frequentazioni continuative con pezzi della politica e quelle, ancor più censurabili, con certi personaggi borderline, faccendieri emersi dal nulla (altro che porto delle nebbie!) e che però appaiono in grado di dettare e orientare, di fare e disfare a piacimento. Ecco perché il ConsiglioSuperiore della Magistratura non crediamo abbia altra strada che presentare, subito e nel suo insieme, le irrevocabili dimissioni. Controproducenti e inutili apparirebbero, infatti, agli occhi della pubblica opinione (parecchio nauseata) palliativi o furbate. Come la autosospensione dalle funzioni annunciata da tre suoi componenti. Non si tratta di prendere tempo e cincischiare, ma di mettere un punto e andare a capo. È già dura da spiegare al comune cittadino come mai, sulla stregua delle accuse formulate nelle inchieste in corso, gli indagati siano ancora bellamente a piede libero. Trattamento che a chiunque altro mortale, non magistrato, sarebbe negato. Impossibile trastullarsi, accomodandosi in panchina e aspettando che la bufera passi. Ne va di una credibilità già residua. Ci dicono sempre che i magistrati non devono solo essere, ma anche apparire imparziali. In questo caso sembra che invece qualcuno abbia pensato di essere tanto intoccabile quanto onnipotente. Ecco, adesso e subito!, rammentando la lezione di Calamandrei, è cosa buona e giusta che l’intero Csm rassegni nelle mani del Capo dello Stato le sue dimissioni. Irrevocabili.

Rif:https://www.secoloditalia.it/2019/06/caso-palamara-e-lintero-csm-che-deve-dimettersi-non-esiste-alternativa/

Csm, l’affondo del giudice Ayala: «Un verminaio destinato a venire alla luce»

Da tempo sono giunto alla conclusione che il Csm funziona male. Il Csm è un groviglio inestricabile di interessi di varia natura, da cui la magistratura non riesce a liberarsi: queste incrostazioni corporativistiche, correntizie e politiche provocano uno stato di paralisi nei rapporti con le istituzioni. Troppe volte il Csm è mancato all’appuntamento con decisioni importanti». Parole di Giovanni Falcone citate in un intervento sul Corriere della Sera di Giuseppe Ayala, vicepresidente della Fondazione Giovanni Falcone, in riferimento allo «tsunami tanto devastante» da cui è stato investito il Csm. Quindi Ayala commenta: «Le odierne vicende consiliari possono suscitare qualsivoglia sensazione tranne la sorpresa o lo stupore. Era scontato che, prima o dopo, il verminaio fosse destinato a venire alla luce. Mi sono sempre riconosciuto nei severi giudizi di cui sopra, sino a farli miei».

Ayala: «Le correnti dell’Anm sono macchine elettorali»

«Le correnti dell’Anm anche se, per fortuna, non tutte in egual misura – scrive il magistrato siciliano, citando ancora Falcone in un estratto della relazione pronunciata a Milano il 5 novembre 1988 – si sono trasformate in macchine elettorali per il Csm e quella occupazione delle istituzioni da parte dei partiti politici che è alla base della questione morale, si è puntualmente presentata in seno all’organo di autogoverno della magistratura, con note di pesantezza sconosciute anche in sede politica».

«Falcone, una vittima»

Ayala ricorda poi che «Falcone ne era stato vittima proprio nel gennaio di quell’anno, allorché la maggioranza dei membri del Csm gli impedì di andare a ricoprire l’incarico di capo dell’Ufficio istruzione di Palermo», una «scelta infausta» che decretò il progressivo sfaldamento del mitico “pool antimafia”, ricorda il magistrato siciliano, «grazie al cui lavoro lo Stato aveva ottenuto, per la prima volta, risultati davvero straordinari nel contrasto a Cosa Nostra. Basta ricordare il maxiprocesso del 1986-87 nel io 1988».

«Non esagerare con l’0riginalità»

Poi Ayala accenna a una delle proposte di riforma tornate in questi giorni agli onori della cronaca, quella dell’elezione a sorteggio dei membri del Csm: «A parte la assai dubbia costituzionalità della stessa, mi chiedo se esista qualcosa di simile nelle altre democrazie occidentali per determinare la composizione di un organo di rilevanza costituzionale. Penso proprio di no. E allora è meglio non esagerare con l’originalità e ponderare bene ogni intervento innovativo. In ogni caso mala tempora currunt. Il mio pensiero solidale – conclude – va al mio vecchio amico Sergio Mattarella. Settennio più complicato non poteva capitargli. Da semplice cittadino mi conforta pensare che forse, proprio grazie alla sua riconosciuta saggezza, riusciremo a evitare il disastro. Non sarà facile».

Rif: https://www.secoloditalia.it/2019/06/csm-laffondo-del-giudice-ayala-un-verminaio-destinato-a-venire-alla-luce/

Giudici, illegittimo licenziamento di funzionario arrestato in flagranza di corruzione

ANSA) – BOZEN, 6 JUN – L’ex direttore dell’ufficio edilizia dell’ospedale di Bolzano, Marco Facchini, non poteva venire licenziato in tronco dall’Azienda sanitaria. Lo ha deciso la giudice del lavoro di Bolzano, Francesca Muscetta, accogliendo il ricorso presentato dei legali di Facchini che venne licenziato senza preavviso il 20 marzo 2018, in seguito al suo arresto per corruzione, avvenuto il giorno precedente.


    Venne anche diffuso dagli inquirenti un video, girato dalle telecamere nascoste, in cui si vedeva Facchini nel suo ufficio ricevere una busta da un imprenditore: secondo l’accusa si trattava della prova del reato. La Asl licenziò in tronco Facchini, senza attendere il processo (l’udienza dal gup è in programma mercoledì prossimo). Secondo la giudice il licenziamento “deve ritenersi illegittimo per difetto di giusta causa”, poiché non venne garantito il diritto di difesa di Facchini. L’Asl è stata condannata a reintegrare Facchini nel posto di lavoro, ed a pagargli 46.160 euro, corrispondenti agli stipendi non incassati in questo periodo da Facchini. La Asl ha già annunciato ricorso. (ANSA).

Rif: http://www.ansa.it/trentino/notizie/2019/06/06/giudici-illegittimo-licenziamento-di-funzionario-arrestato_25def293-1b43-417b-9f5d-f7dc7dbbe675.html

Salvini,segnalare giudici politicizzati

(ANSA) – ROMA, 6 GIU – “Proprio per rispetto nei confronti del 99 per cento dei giudici che lavorano obiettivamente, è doveroso segnalare quei pochissimi che utilizzano la toga per fare politica non applicando le leggi approvate dal Parlamento italiano”. Lo dichiara in una nota Matteo Salvini, tornando sulle polemiche seguite alle sue parole.

 © ANSA

Rif: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2019/06/06/salvinisegnalare-giudici-politicizzati_e21faec0-9b96-45c4-8875-701855755c66.html

Dossier di un pm su Creazzo. Cresce la guerra sulle nomine

Un esposto parallelo sul procuratore di Firenze, candidato per il dopo-Pignatone a Roma – Un collega lo accusa di conflitto di interessi. Indaga Genova: timori di “macchina del fango”.

Non solo Perugia. Un’altra mano della partita per la nomina del nuovo procuratore di Roma si gioca a Genova, competente a indagare sui magistrati di Firenze, città in cui lavorano due candidati al posto nella Capitale: il procuratore Giuseppe Creazzo e il procuratore generale Marcello Viola. Quest’ultimo in pole position prima dello scoppio dello scandalo al Csm, in quanto considerato alfiere della «discontinuità» con la gestione di Giuseppe Pignatone.

Rif: https://www.lastampa.it/2019/06/08/italia/dossier-di-un-pm-su-creazzo-cresce-la-guerra-sulle-nomine-NKdHZlIVDDAx8M4m7H2idM/premium.html