Bellomo e i presunti abusi sulle aspiranti magistrate: i pm chiedono la condanna, l’ex giudice in arresto

Bellomo tra alcune allieve dei suoi corsi

Il “caso” Bellomo arriva al Tribunale di Bari il prossimo 8 settembre  per l’udienza preliminare nei confronti dell’ex giudice del Consiglio di Stato. Francesco Bellomo rischia il processo per i presunti maltrattamenti su quattro donne, tre ex borsiste e una ricercatrice della sua Scuola di Formazione per la preparazione al concorso in magistratura ‘Diritto e Scienza’, alle quali avrebbe imposto anche dress code. Deve rispondere anche di un episodio di estorsione ad un’altra ex corsista, per averla costretta a lasciare il lavoro in una emittente locale; e di calunnia e minaccia nei confronti dell’attuale presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all’epoca vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa, e di Concetta Plantamura, rispettivamente ex presidente ed ex componente della commissione disciplinare chiamata a pronunciarsi su Bellomo quando nel 2017 fu sottoposto a procedimento disciplinare, poi destituito.

La richiesta di condanna

La Procura di Piacenza ha chiesto una condanna a tre anni e quattro mesi per l’ex consigliere di Stato Francesco Bellomo, a processo in abbreviato per stalking e lesioni ai danni di una giovane partecipante alla scuola di formazione ‘Diritto e Scienza’. La ragazza sarebbe stata insultata, minacciata e sottoposta a interrogatori, anche incrociati, sulla vita sessuale. Il pm Emilio Pisante e il procuratore Grazia Pradella hanno chiesto anche un anno e quattro mesi per il coimputato, l’ex pm di Rovigo Davide Nalin. L’avvocato barese Andrea Irno Consalvo, organizzatore dei corsi all’interno della Scuola, è accusato di false informazioni al pm per aver “taciuto quanto a sua conoscenza” sui rapporti tra Bellomo e le corsiste.

Il cosiddetto “addestramento” della borsista

Quello piacentino è il primo processo a Bellomo che si avvicina alla sentenza, prevista in una prossima udienza, dopo le arringhe dei difensori degli imputati, il professor Vittorio Manes e l’avvocato Beniamino Migliucci. Agli atti del processo piacentino ci sono i racconti della giovane borsista che, secondo la ricostruzione accusatoria, ha subito un “addestramento” che l’ha coinvolta in modo totalizzante. Ha dovuto seguire un rigido codice, tra cui il divieto di sposarsi pena la decadenza della borsa, con la richiesta di una tabella con indicazione di luoghi, frequenza e modalità con riguardo alla vita sessuali. Con insulti per il ‘basso punteggio algoritmico’ registrato dagli ex fidanzati, almeno secondo le aspettative degli imputati. La giovane, prima dell’inizio dell’udienza preliminare, aveva ritirato la denuncia-querela e non è costituita in giudizio

Agli arresti domiciliari

Nell’ambito dell’indagine della Procura di Bari, coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dalla pm Daniela Chimienti, Bellomo è attualmente detenuto agli arresti domiciliari. Bellomo fu arrestato la prima volta l’8 luglio 2019. Venti giorni dopo, il 29 luglio, il Tribunale del Riesame revocò la misura cautelare sostituendola con l’interdizione per dodici mesi. La Procura impugnò questa decisione e, dopo la pronuncia favorevole della Cassazione, nuovi giudici del Tribunale della Libertà di Bari, il 10 luglio scorso, hanno ripristinato la misura degli arresti domiciliari, che lui ha nuovamente impugnato in Cassazione.

rif: https://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/processo-bellomo-chiesta-la-condanna/

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