Arrestato Bellomo, giudice del Consiglio di Stato per il dress code imposto alle sue allieve

Deve rispondere dei reati di maltrattamento nei confronti di quattro donne alle quali aveva imposto tacchi alti e minigonna ed estorsione aggravata. E’ accusato anche di calunnia nei confronti del premier Giuseppe Conte

Ostentava tranquillità e sicurezza davanti alle accuse di maltrattamento ed estorsione aggravata nei confronti di alcune studentesse della sua scuola di formazione giuridica “Diritto e Scienza”. Francesco Bellomo, invece, è stato arrestato ai domiciliari in base a quanto disposto dal gip del Tribunale di Bari Antonella Cafagna che ha parlato di « elevata attitudine alla manipolazione psicologica mediante condotte di persuasione e svilimento della personalità della partner nonché dirette ad ottenerne il pieno asservimento se non a soggiogarla, privandola di qualunque autonomia nelle scelte, subordinate al suo consenso».

I fatti contestati

I fatti contestati risalgono agli anni 2011-2018. Il reato di maltrattamenti sarebbe stato commesso da Bellomo nei confronti di donne con le quali aveva avuto una relazione sentimentale, in concorso con l’ex pm di Rovigo Davide Nalin, coordinatore delle borsiste. Francesco Bellomo attualmente è anche direttore scientifico di un’altra scuola di formazione giuridica, la Legal & Business school di Catania dove tra l’altro fino a qualche giorno fa compariva come presidente del Comitato scientifico Guido Alpa, l’avvocato con cui ha lavorato il premier Giuseppe Conte. La particolarità sta nel fatto che Alpa è il difensore di Conte in un processo a Bari che lo vede contrapposto proprio a Bellomo per il reato di calunnia. shadow carousel

Le proteste degli studenti

A inizio giugno lo avevamo sorpreso all’esterno della Fiera di Roma, dove si stava svolgendo la prova scritta per il concorso in magistratura, mentre faceva lezione ai suoi studenti. «Non ho fatto nulla di male e spero quanto prima di essere reintegrato in magistratura, ho presentato ricorso al Tar» aveva detto alle nostre telecamere. La sua presenza aveva scatenato le proteste indignate degli altri studenti che gli gridavano «Vergognati, dovete vergognarvi anche voi che lo ascoltate…». 

Le indagini

Stando alle indagini dei Carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto di Bari Roberto Rossi e dal sostituto Iolanda Daniela Chimienti, Bellomo, con «l’artifizio delle borse di studio offerte dalla società» che consentivano tra le altre cose la frequenza gratuita al corso e assistenza didattica individuale, «per selezionare ed avvicinare le allieve nei confronti delle quali nutriva interesse, anche al fine di esercitare nei loro confronti un potere di controllo personale e sessuale» si legge nell’imputazione, avrebbe fatto sottoscrivere un «contratto/regolamento» che disciplinava i «doveri», il «codice di condotta» ed il «dress code» del borsista.

Il «test del fidanzato sfigato»

A selezionare le donne tramite colloquio, sottoponendole al «test del fidanzato sfigato» sarebbe stato l’ex pm Nalin, incaricato anche di vigilare sul rispetto degli obblighi contrattuali, svolgere istruttorie in caso di violazioni e proporre sanzioni. La presunta estorsione sarebbe stata commessa nei confronti di un’altra corsista, costretta a rinunciare ad un lavoro da co-presentatrice in una emittente televisiva «in quanto incompatibile con l’immagine di aspirante magistrato» e «minacciando di revocarle la borsa di studio».

Rif: https://www.corriere.it/cronache/19_luglio_09/arrestato-bellomo-l-ex-giudice-consiglio-stato-il-dress-code-imposto-borsiste-07727fce-a228-11e9-b043-a64edc12ba66.shtml?refresh_ce-cp

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